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Regionali Lazio 2013

Elezioni Regione Lazio: tempi stretti per le primarie, ancora ricorsi

Mentre il Codacons presenta istanza al Tar per l'election day a marzo gli schieramenti politici cercano di far quadrare le scadenze anche per le comunali

L'unica certezza la firma sul decreto del prefetto Giuseppe Pecoraro che indica i prossimi 3 e 4 febbraio come data utile per andare al voto per la Regione Lazio. Indicazione per il primo fine settimana di febbraio che ha creato un bel puzzle per il Pd romano, alle prese con l'indicazione del candidato sindaco da opporre a Gianni Alemanno. E a risolverlo potrebbe essere lo stesso Bersani, che tra lunedì e martedì, a quanto pare, potrebbe incontrare il leader regionale Enrico Gasbarra, su cui è in corso da tempo un vero e proprio pressing. Il nodo? Le primarie, la cui data è sempre più incerta, 'incastrate' come sono tra il voto per la Pisana e quello, ipotetico ma non improbabile, dell'election day il 10 marzo. La data già prevista, il 20 gennaio, viene considerata troppo a ridosso delle urne per la Regione. Anticipare al 13? Ma se in Regione si vota il 3 febbraio, si ragiona, tutto l'iter procedurale va chiuso entro il 2 gennaio: si arriverebbe in affanno. Rimandare a dopo le Regionali però sarebbe tardi, se si voterà a marzo.

CANDIDATO SINDACO - A Gasbarra potrebbe essere richiesto un passo avanti che però, impegnato com'é alla guida del partito regionale, non sarebbe affatto intenzionato a compiere. L'altro nome che gira è quello di Ignazio Marino, autorevole e gradito alle sinistre, ma dal profilo meno 'amministrativo'. Rinunciare alle primarie però è un rischio troppo alto: per il Pd e i suoi alleati potrebbe essere un grave boomerang d'immagine. E poi ci sono candidati già in campo (come i 'bersaniani' Sassoli e Marroni o i 'renziani' Gentiloni e Prestipino e l'outsider Alfio Marchini). I sondaggi che circolano tra i dirigenti non semplificano il quadro: alcuni vedrebbero Alemanno in vantaggio, altri registrerebbero una vittoria più ampia con Sassoli rispetto al segretario regionale. Per Marroni sono "irrinunciabili": lui è per mantenere la data del 20 gennaio, "sarebbero un volano di mobilitazione" per il candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti.

CANDIDATO CENTRODESTRA IN REGIONE - In Regione chi naviga a vista è invece il Pdl, ancora senza un nome. Oggi con ogni probabilità scenderà in campo il leader de La Destra Francesco Storace, che punta a far convergere su di sé l'intera coalizione. Ma il Pdl resta convinto di poter esprimere un proprio candidato: perché un partito grande, il ragionamento che circola, dovrebbe appoggiare l'esponente di un partito piccolo? Sarebbero in corso sondaggi su vari nomi 'civici' come il magistrato Simonetta Matone e il direttore de 'Il Tempo' Mario Sechi. I politici papabili sono invece l'ex ministro Nitto Palma e l'eurodeputata Roberta Angelilli.

PRESIDENTE USCENTE - E Renata Polverini? Per ora attende. "E' una cosa complessa - afferma - c'é un dibattito in corso, vedremo". Il nome dovrebbe uscire entro Natale, se non interverranno altre sorprese. La presidente dimissionaria della Regione Lazio Renata Polverini non ha sciolto la riserva sulla sua possibile ricandidatura a governatrice. A chi le chiedeva se ci fosse comunque la sua disponibilità a ricandidarsi Polverini ha risposto: "Non ne ho parlato e non intendo farlo oggi. La scelta del candidato fa parte della discussione politica". Polverini che ha ripercorso le complesse vicissitudini della data delle elezioni. "A un certo punto - ha spiegato - il Consiglio di Stato ci ha dato torto e il sistema é impazzito. Ieri il prefetto ha firmato il decreto. Non sono stata commissariata io, ma il ministro Cancellieri, a cui il Tar ha dato tre giorni. Una volta, in modo sgarbato, si diceva che otto giorni si davano alla donna di servizio. Quindi andiamo al voto quando decide il Tar, e anche questa mi sembra un'anomalia". "Ora - ha poi proseguito - abbiamo l'obbligo di garantire l'organizzazione. Votando il 3 febbraio le liste andranno portate il 2 gennaio. Questo vuol dire che durante le vacanze di Natale invece di farci gli auguri staremo ai banchetti a raccogliere le firme. Non è una settimana in più o in meno che cambia. Quindi - ha concluso - salvo colpi di scena si andrà al voto il 3 febbraio. Faccio a voi gli auguri che riusciate a votare".

ELECTION DAY -  Intanto continuano le carte bollate: con "Il Codacons che presenterà lunedì una istanza al Tar del Lazio chiedendo di revocare il provvedimento con cui lo stesso Tar ha fissato le elezioni regionali del Lazio per il 3 e 4 febbraio 2013. Contestualmente l'associazione chiederà ai giudici di unificare le Regionali del Lazio alle elezioni politiche, che con ogni probabilità si terranno a marzo 2013". "Indicare due date diverse e ravvicinate per elezioni politiche e regionali configura un immenso spreco di soldi pubblici per l'organizzazione delle tornate elettorali, e un evidente danno per i cittadini e per lo Stato - spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. In un momento di crisi e di tagli alle spese è indispensabile ricorrere allo strumento dell' election day unificando le date delle urne. In tal senso lunedì chiederemo al Tar di revocare il decreto con cui fissa le regionali del Lazio per il 3 e 4 febbraio".

LISTE - Pressione arrivano intanto dal senatore e segretario regionale Lazio di Diritti e Liberà Stefano Pedica: "La Polverini non perda altro tempo in chiacchiere e si dia da fare per mettere a disposizione di tutti la modulistica necessaria per raccogliere le firme per la presentazione delle liste". "Se durante le vacanze di Natale staremo ai banchetti a raccogliere le firme - aggiunge - la colpa è solo della Polverini. E' lei che ha creato l'anomalia, rimandando alle calende greche la data del voto. Adesso, dopo il pronunciamento del Tar, non resta che rimboccarsi le maniche ed evitare altri pasticci burocratici. A poco più di 3 settimane dal termine ultimo della presentazione delle firme necessarie per presentare le liste - afferma ancora Pedica - la Regione non ha provveduto a stampare e mettere a disposizione la modulistica, i manuali, le istruzioni e le procedure per la raccolta e la validazione delle firme. Questo significa che si potrebbe riproporre un caso simile a quello della Lombardia per quanto riguarda le irregolarità delle firme - conclude - e mettere a rischio il risultato delle elezioni. Insomma, la Polverini cerchi di evitare altri guai alla Regione, visto che ne ha già fatti tanti".

PDL-UDC - Intanto per il centrodestra il deputato Pdl Francesco Giro avanza l'idea di possibile alleanze con i centristi: "La bipolarizzazione del sistema politico, che la discesa in campo di Berlusconi ha rafforzato, e il turno elettorale unico alle Regionali impone un accordo con una terza forza: la Lega in Lombardia, l'Udc nel Lazio". "Come in Lombardia stiamo lavorando per cercare un candidato condiviso con la Lega - aggiunge - la stessa cosa deve accadere con l'Udc nel Lazio. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Anche se poi Casini farà una scelta diversa sul piano nazionale, dobbiamo provarci perché io credo che l'elettorato di centro, e non uso volutamente il termine obsoleto di moderati, abbia tutto il diritto di avere un candidato nel quale riconoscersi, soprattutto in una Regione come il Lazio, che sul piano socioeconomico può diventare la Baviera del mediterraneo. Se poi l'Udc non ci sta - ha concluso Giro - allora a quel punto abbiamo il dovere di scegliere un candidato che sottragga voti al centro, che peraltro presidia l'area del non voto".

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