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Giovedì, 25 Aprile 2024
Regionali Lazio 2013

Regionali, l’ipotesi Meloni rimane in campo ma “auspicabile soluzione che coinvolga tutti”

Per la decisione finale è questione di poche ore: Giorgia Meloni non smentisce una sua possibile candidatura alle elezioni regionali

Non conferma, ma nemmeno si tira indietro. Giorgia Meloni, fondatrice di Fratelli d’Italia, sulla possibile candidatura per la corsa alle regionali del Lazio non scioglie le riserve ma fa capire che per la decisione finale è questione di poche ore. “La disponibilità deve essere reciproca. Qui c’è un problema di metodo e di merito”.  

Nei giorni scorsi avete avanzato la possibilità che Fratelli d’Italia corra con un proprio candidato presidente per le elezioni regionali. Conferma?
Siamo rimasti basiti per i metodi che sono stati utilizzati per l’individuazione di Francesco Storace come candidato per il centro destra nella corsa alla regione Lazio. Eravamo fermi alla candidatura di Beatrice Lorenzin, poi abbiamo scoperto via twitter che il prescelto sarebbe stato Storace. Nessuno ne ha parlato con noi. In tutto questo c’è un problema di metodo ma anche di merito dal momento che non c’è stato alcun confronto sui programmi e sugli obiettivi. Quindi ad oggi non escludiamo che Fratelli d’Italia vada con un proprio candidato.

Non pensate che questa scelta potrebbe indebolire il centro destra rispetto all’avversario di centro sinistra, Nicola Zingaretti?
Sicuramente una soluzione che coinvolge tutti è più auspicabile. Però deve essere una scelta che condividiamo. Il vero tema è questo. Fratelli d’Italia ha dato la propria disponibilità ma in una coalizione questa disponibilità la devono mettere tutti.

Ci sono divergenze anche sui contenuti o solo nel metodo?
I contenuti non li conosciamo proprio. Ripeto è un problema di metodo e di merito. Di metodo perché è intollerabile che le decisioni si continuino a prendere in questo modo. Di merito perché quando c’è una coalizione e un possibile candidato si deve condividere anche qual è la politica che si intende perseguire per i cittadini del Lazio. Noi di questo non sappiamo niente quindi difficilmente possiamo condividere qualcosa di cui nessuno ci ha messo al corrente.

Giorgia Meloni

In relazione alla condivisione. Il Pdl aveva annunciato primarie, a cui lei era molto favorevole, ma che poi non ha fatto. Dobbiamo pensare che c’è un problema serio di democrazia all’interno del centro destra?
C’è un grande problema di democrazia all’interno del centro destra ed è uno dei motivi per i quali me ne sono andata dal Pdl. Penso che i partiti non siano associazioni private ma debbano essere lo strumento attraverso il quale tutti i cittadini possono concorrere alla vita politica nazionale. Un ponte tra la gente e il palazzo. Se i partiti pensano che cinque persone possono decidere tutto allora non assolvono al loro compito.

Qual è la sua idea di centro destra?
Me ne sono andata per poter costruire un centro destra che non sia monarchico e che avanzi i valori della partecipazione, dell’onestà, della legalità, della meritocrazia, della sobrietà, dell’umiltà e della concretezza nel risolvere i problemi degli italiani. Da questo punto di vista Fratelli d’Italia vuole diventare il partito rappresentativo del centro destra italiano. Il Pdl ha deluso i due terzi degli italiani e oggi serve uno strumento che serva a recuperare quei delusi.

Onestà e legalità sono due temi all’ordine del giorno a livello nazionale. Anche nel Lazio, in particolare in relazione al caso Fiorito, questo tema è molto forte. Zingaretti per esempio ha scelto di non ricandidare gli uscenti. Pensa che anche nel centro destra ci deve essere qualche dimostrazione in questo senso?
Dobbiamo essere rigidissimi con chi ha sbagliato. Al tempo mi arrabbiai molto con il Pdl che consentì a Fiorito di autosospendersi dal partito al posto di cacciarlo a calci. Però allo stesso modo ritengo che non si debbano fare facili semplificazioni. La classe politica è composta da gente pessima ma anche ottima e se quest’ultima viene buttata via insieme al resto non si fa un favore alla democrazia. Credo che dobbiamo valutare le vicende di ogni singolo consigliere e premiare quelli che di fronte a un sistema marcio hanno rifiutato di farsi circuire. In questo senso, la scelta di Zingaretti è un po’ demagogica.

In due regioni importanti come il Lazio e la Lombardia il Pdl appoggia due candidati di altri partiti, La Destra per il primo, la Lega nel secondo.
Speriamo che a livello nazionale appoggino Giorgia Meloni premier. Scherzo. È una domanda che dovrebbe fare al Pdl che non è più il mio partito. È chiaro che il Pdl ha problemi di linea politica. Ha consentito che Monti governasse per un anno e votato provvedimenti invotabili, mentre l’ha mandato a casa sull’unico provvedimento che andava votato. Una settimana dopo il Pdl ha chiesto a Monti di rappresentare tutto il centro destra.

E nel Lazio?
Nel Lazio avevamo dato la nostra disponibilità per Beatrice Lorenzin, pensavamo che potesse essere un buon candidato: giovane, donna, capace e radicata sul territorio. Sarebbe stata una scelta di discontinuità molto interessante. Senza nulla togliere a Storace.
Se si dovesse concretizzare la sua corsa alle regionali, quali sono i primi temi all’ordine del giorno?
Credo che uno dei temi principali sia quello di dare un segnale di discontinuità con quanto accaduto in questa regione nella scorsa legislatura. Su questo mi piacerebbe vedere nel programma di Storace, o nel caso in quello di Fratelli d’Italia, delle risposte nette.
Al comune appoggerete Alemanno?
Una cosa per volta.

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