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Elezioni Politiche 2013

Lettere dal Campidoglio: "Vota queste due persone a me care"

I cittadini italiani residenti negli USA hanno ricevuto lettere, firmate Siclari e su carta intestata di Roma Capitale, con 'inviti' a votare per due persone. Il centrosinistra si ribella: "E' gravissimo"

Lo slogan elettorale 'Vota Antonio, Vota Antonio' è ormai soltanto uno sbiadito ricordo. In Italia, da tempo, per le sue opere di 'captatio benevolentia', la politica è passata alle lettere, molto più eleganti e convincenti. Così nessuno dei cittadini italiani residenti in America si è stupito quando ha aperto la posta e ha trovato il classico "Caro concittadino tra non molto saremo chiamati ad eleggere i rappresentanti degli italiani al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati". 

La lettera, su carta intestata del Campidoglio e firmata Marco Siclari, delegato del sindaco per i rapporti istituzionali tra Roma Capitale e le Università, però, non si è limitata alla solita 'richiesta' di voto. Questa volta, da Roma hanno voluto esagerare ed hanno 'consigliato' direttamente due nomi. "A tal proposito mi permetto di indicarti - si legge nella lettera - due persone a me molto care: il Sen. Basilio Giordano e l'On. Amato Berardi". I due 'cari amici' di Siclari, tra l'altro, sono già rappresentanti del Parlamento Italiano, eletti nella ripartizione elettorale Nord e Centro America. Ma non è finita qua. Dal Campidoglio, infatti, sono sicuri che "il tuo voto concorrerà al progresso dell'Italia". E nell'attesa che l'On. Berardi e il Sen. Giordano vengano rieletti, partono già i "ringraziamenti per quello che farai" e "calorosi abbracci". 

Naturalmente, le polemiche sono partite in un secondo. "Ci auguriamo che sia uno scherzo, un disguido", ha commentato Marco Miccoli, segretario Pd romano a "La Repubblica". Intanto Alemanno dovrà rispondere del comportamento del suo delegato in un'interrogazione, già annnunciata da Paolo Masini, consigliere capitolino. "Quella lettera è un atto gravissimo - ha concluso Miccoli - e testimonia quanto il centrodestra sia alla disperazione e pronto a ricorrere a ogni mezzo per ingannare l'elettore". 

Ecco la replica di Marco Siclari.
 
"In quasi 5 anni di mandato amministrativo non ho mai inviato alcuna lettera ai cittadini a spese del Comune di Roma. In questa occasione rimango meravigliato della polemica alimentata dall'opposizione, che conosce tra l'altro la mia etica e moralità amministrativa. Perciò, non capisco come si sia potuto pensare che io abbia spedito delle lettere, peraltro a spese del Comune, all'estero e soprattutto per propaganda elettorale. Nel merito di quanto riportato devo precisare alcuni punti. A novembre mi sono recato a Washington come Delegato del Sindaco, tra l'altro a mie spese, dove ho incontrato alcuni rappresentanti delle comunità italoamericane, insieme al senatore Basilio Giordano e al deputato Amato Berardi. Occasione nella quale, peraltro, abbiamo parlato di alcune iniziative da portare avanti anche con la Niaf, come per esempio una raccolta fondi per borse di studio per gli universitari di Roma Capitale, da promuovere e realizzare subito dopo le elezioni. Per quanto riguarda le prossime elezioni ho inviato via mail un messaggio personale, non potendo essere presenti lì, al senatore Giordano e al deputato Berardi (candidati nella Circoscrizione Estero per il Nord e Centro America), come attestato di stima nei loro confronti, da leggere ai loro sostenitori e collaboratori, che conservano ancora legami con Roma. Questo è tutto. Poi, il 7 febbraio ho ricevuto da un mio amico italoamericano notizia che aveva ricevuto una lettera che conteneva questo mio attestato di stima. E in quell' occasione sono venuto a conoscenza dell' errore commesso dalla mia segreteria, che ha utilizzato la Carta intestata di Roma Capitale invece di quella mia personale. Sono rimasto spiacevolmente sorpreso e ho prontamente scritto, il giorno stesso, una mail (documentabile) ai due parlamentari Giordano e Berardi, invitandoli ancora una volta a non spedire quel mio attestato di stima e a leggerlo ai loro sostenitori nei meeting privati organizzati da loro per la campagna elettorale. Quindi chiedo scusa, a nome della mia segreteria e mio, per questo disguido tecnico che però ha creato comprensibilmente delle perplessità. Mi dispiace se involontariamente è stata messa in discussione, anche per un attimo soltanto, l' onestà del lavoro portato avanti in questi 5 anni e che si può certificare nei risultati ottenuti per Roma e, nel mio caso, per le università".

Ecco il testo della lettera.

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