Regionali, l'Udc ribadisce: "Da soli, ma non abbiamo fatto voto di castità"
Casini a margine degli stati generali del partito: "Laddove ci sono persone e programmi condivisi l'intenzione è di contaminarci. No a candidati imposti". Montino apre: “Sì alle primarie, ma candidato da scegliere con l'Udc”
Se è vero che Casini e tutti i maggiori esponenti centristi hanno confermato di fatto l'indipendenza per marzo, sibillina appare un'apertura dell'ex presidente della Camera. “La strada maestra è quella di andare da soli. L'idea, laddove ci sono persone e programmi condivisi, è di contaminarci”. Casini ha anche aggiunto: “Non abbiamo fatto il voto di castità, però le alleanze devono essere serie, non possiamo essere subalterni a nessuno".
"Mi sembra che oggi - ha aggiunto Casini - stia emergendo un partito che ha idee solide e forti con un progetto per la Regione, la Provincia e la città. Su questi temi noi vogliamo avviare un confronto a 360 gradi tenendo presente che veniamo dalla giunta Storace e da quella Marrazzo. Serve - ha concluso - una discontinuità forte perché questa Regione non ha saputo corrispondere alle attese della gente".
Non abbiamo fatto il voto di castità, però le alleanze devono essere serie, non possiamo essere subalterni a nessuno |
Il segretario romano dell'Unione di Centro, intervenendo nel corso degli stati generali ha spiegato: “Le indicazioni politiche che provengono dalla nostra base romana in vista delle elezioni regionali di marzo hanno ulteriormente rafforzato la nostra convinzione che l'Unione di Centro dovrà presentarsi da sola con un proprio candidato alla presidenza del Lazio, se non ci sarà un quadro programmatico chiaro e convincente da parte delle altre forze politiche e se non emergeranno candidature di personalità di alto profilo in grado di rappresentare la cultura cattolica e moderata di questa città".