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Elezioni regionali 2010

Massimiliano Iervolino: "La Bonino candidata? Nessuno ci ha avvertito"

Massimiliano Iervolino, segretario uscente dei Radicali di Roma e membro della direzione nazionale del Partito, spiega a Roma Today le prospettive di alleanza per il suo partito per le prossime elezioni regionali nel Lazio

Massimiliano Iervolino è il segretario uscente dei Radicali di Roma e membro della direzione nazionale del suo partito. A Roma Today ha descritto le possibili alleanze dei Radicali per le prossime elezioni regionali nel mese di marzo e ragionando sui possibili candidati tra cui spiccano i nomi di Emma Bonino, per cui il partito radicale non è stato avvertito di una possibile candidatura, e Nicola Zingaretti, a cui si raccomanda di non commettere gli errori fatti per il comune di Roma.

Il congresso dei radicali dello scorso fine settimana in tema di elezioni regionali si è concluso con l'auspicio di un'alleanza con i verdi, i riformisti e i socialisti: è in vista la formazione di un cartello elettorale come fu per la rosa nel pugno?

La Rosa nel Pugno non era un cartello elettorale, ma come scrissero autorevoli quotidiani. Fu l’unica novità politica del 2006 che aveva come riferimento quattro sinonimi: laico, radicale, socialista e liberale. Era al 100% un progetto politico. Per venire ad oggi, ed alle prossime regionali, stiamo lavorando per un’alleanza con i verdi e con i socialisti, che, ognuno con il proprio simbolo, potrà vedere la presentazione i partiti o in una coalizione terza o in quella del Pd.  Sicuramente è nostra intenzione continuare a dialogare con il Partito Democratico, ma nei nostri confronti devono assolutamente cambiare atteggiamento altrimenti vedo difficile stringere accordi politici. Abbiamo subito troppi veti da loro, voglio ricordare che sono gli stessi che per le regionali del 2005 non ci fecero presentare il nome di Luca Coscioni nel simbolo elettorale, non permisero a Marco Pannella di concorrere alle primarie per la carica di segretario del Pd e durante le ultime politiche non ci hanno permesso di apparentarci  con il nostro simbolo mentre diedero la possibilità di farlo all’IDV promuovendo questi ultimi come interlocutori privilegiati, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, compreso il mancato rispetto della parola data in merito alla confluenza degli uomini di Di Pietro all’interno dei gruppi parlamentari del Pd. Ma per tornare ad oggi noi chiediamo al Partito Democratico un accordo sulla questione morale, come questione pienamente politica e non esclusivamente giudiziaria, partendo da due punti: l’anagrafe pubblica degli eletti a tutti i livelli e l’abolizione delle nomine politiche nella sanità.

Emma Bonino è uno dei nomi più gettonati come candidato presidente nel Lazio: si presenterà alle primarie che il nuovo segretario PD Mazzoli ha annunciato di voler fare?

Anche qui sempre lo stesso problema di metodo: più di qualche autorevole dirigente dei Democratici ha fatto il nome di Emma come candidata alla presidenza della Regione Lazio. Peccato però che nessuno abbia avvertito né la Bonino né la dirigenza radicale. Ma le dirò di più: dopo il caso Marrazzo, nel Lazio sono in estrema difficoltà e quindi cercano la Bonino perché sanno che è donna capacissima e persona molto amata. Peccato che vogliono i radicali solo dove gli fanno comodo. Qualora si dovesse chiudere un accordo lo si farà sicuramente a livello nazionale e per tutte e tredici le regioni, non siamo per la politica dei due forni. Per quanto riguarda Mazzoli, vorrei dire che, prima delle primarie, ho avuto un confronto con lui a Radio Radicale, auspico che nei prossimi giorni ci possa essere un contatto tra di noi in modo da riflettere insieme su quello che è accaduto in questi anni nella nostra regione e sui cambiamenti radicali che noi proponiamo.
 
Se Emma Bonino dovesse vincere le primarie in un centro-sinistra in cui ci sia la presenza dell'UDC, i radicali sono pronti in ogni caso ad accettare la candidatura?

Dubito che la Bonino correrà per le primarie di coalizione, anche perché, per i motivi detti sopra, noi di questa ancora non ne facciamo parte. Per quanto riguarda l’UDC le posso rispondere tenendo bene in mente la nostra storia, noi i veti li abbiamo sempre subiti e mai imposti. Ma qualcosa sulle probabili primarie di coalizione in Regione Lazio mi urge dirla. Oggi allo stato attuale è pensabile concorrere a presidente senza scendere a patti (illeciti!) con i signori della sanità privata, con il signore di Malagrotta e con i palazzinari romani? A mio avviso no. Non ne faccio un problema di lobby, anche perché il sottoscritto essendo una persona politicamente affascinata alle istituzioni anglosassoni non potrebbe essere contrario dal loro influenza, ma la differenza tra il nostro Paese e l’America è enorme. Qui i finanziamenti delle lobby verso la politica sono illeciti e sottobanco mentre negli Stati Uniti tutto è trasparente e dichiarato nei bilanci dei candidati e dei partiti. Tornando al Lazio la politica permette a questi “potenti” di fare i comodi loro nella piena illegalità, infatti non rispettano le leggi e i regolamenti che si sono dati e pretendono che il cittadino comune lo faccia.   

In caso di mancata coalizione con il centro-sinistra quali sarebbero le prospettive dei radicali? Correre da soli  o magari non si può escludere un vostro riavvicinamento alle posizioni del centrodestra?

Le prospettive possono essere due, o concorrere, ognuno con il proprio simbolo, con  i socialisti e i verdi attraverso un candidato Governatore alternativo a quello dei due blocchi o tutti nel centro sinistra appoggiando il loro nome. Oggi siamo lontani anni luce dalle posizione di questo centro destra, ma seguiamo con interesse il percorso politico di Fini, in questa direzione spero che loro candidino la Polverini, donna di qualità e di indubbio spessore, ma la destra romana non lo permetterà. Per quanto riguarda la nostra collocazione la questione morale sarà fondamentale.

Un altro nome molto gettonato per la candidatura alla presidenza del Lazio è quello di Nicola Zingaretti. Come vedete una sua possibile candidatura? Sarebbe rischioso votare sia per la provincia che per la regione?

Ho molto rispetto per Zingaretti, è uno dei pochi del Pd che guarda e lavora per un accordo pieno con i radicali, ma detto questo consiglierei a Nicola di non prestarsi a questo enorme errore. Si vede che ai Democratici la “lezione” Rutelli candidato, e sconfitto, al Comune di Roma non è bastata. Errare è umano ma perseverare è diabolico!





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