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Elezioni Roma 2016

Primarie, al via la corsa a sei: "Non spenderemo più di 30mila euro"

Sono state presentate questa mattina presso l'enoteca Palatium le candidature alla competizione del centrosinistra per la corsa a sindaco di Roma

Sei candidati per un'unica corsa a sindaco della Capitale. Sono stati presentati ufficialmente oggi i 'contendenti' alle primarie capitoline del centrosinistra. Primarie “sobrie” ha spiegato il segretario regionale del Pd, Fabio Melilli introducendo la conferenza stampa presso l'enoteca Palatium. Con un “tetto di spesa fissato a 30 mila euro” e un impegno alla “rendicontazione puntuale delle spese” ha spiegato. “Primarie vere” ha tenuto a specificare nel corso del suo intervento Roberto Giachetti (Pd). Primarie che però, per il momento, hanno lasciato la competizione da scontro elettorale in attesa, lasciando il campo ad un "democratico" fair play. 

Oltre al vicepresidente della Camera alla “competizione democratica”, che durerà fino al 6 marzo, ci saranno il deputato Roberto Morassut e l'ex senatore Stefano Pedica, entrambi in quota Pd. E ancora. Il sottosegretario del ministero alla Difesa Domenico Rossi (Centro democratico), il portavoce dei Verdi Gianfranco MasciaChiara Ferraro, una giovane ragazza affetta di autismo, accompagnata dai genitori, la cui candidatura nasce dalla necessità “di un punto di svolta al welfare della città” ha spiegato il padre di Chiara, Maurizio. In sala, anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: “Oggi inizia una bella festa”.

GIACHETTI - A soffermarsi sull'importanza delle primarie è Roberto Giachetti. Una carriera politica iniziata nei radicali, un'esperienza da capo di gabinetto con Rutelli sindaco alle spalle, deputato prima con la Margherita, poi con l'Ulivo oggi è vicepresidente della Camera. Giachetti non ha nascosto che avrebbe preferito riportare la 'sinistra' nell'alveo del centrosinistra: “So che stanno pensando ad altre primarie a sinistra: la ritengo una scelta sbagliata ma comunque una cosa positiva perché sono sempre un ampliamento del gioco democratico”. Per lo stesso motivo “rivolgo un appello al centrodestra” ha continuato: “Sarebbe importante se utilizzassero lo stesso metodo”.

Onore, rigore, determinazione, onestà, competenza e umiltà. Sono queste le parole “che dovranno trionfare nella campagna elettorale” di Giachetti. Una campagna che oltre a rispettare il tetto di spesa, si servirà di “mini finanziamenti fino a 100 euro solo con carta di credito o bonifico bancario” e che sarà gestita da uno “studio di commercialisti che traccerà e farà un bilancio di quanto speso e sarà certamente inferiore alle cifre del comitato”. Roma, per Giachetti, è una città che “non si può pensare di conoscere a fondo”. Una città che “va studiata”. Per questo il vicepresidente della Camera punta tutto sul suo tour: “Sto immagazzinando un patrimonio di conoscenza”, “elemento essenziale trovare soluzioni”. 

MORASSUT - Parla da amministratore, invece, Roberto Morassut. Deputato Pd, in Campidoglio è stato assessore all'Urbanistica di Veltroni portando a compimento, e all'approvazione, la lunga gestazione del Nuovo piano regolatore cittadino. Quella di Morassut sarà una campagna elettorale “senza slogan”. Il momento “è difficile” ha spiegato e “bisogna fare un enorme lavoro di rilettura della città”. Morassut si riferisce prima di tutto a una “consiliatura costituente” che trasformi “il Comune di Roma in una macchina efficiente” e, “discutendone con il Governo” dia a Roma “uno statuto differente”.

Dopo la riforma istituzionale, la questione delle risorse: “La legge che stanzia ogni anno 500 milioni di euro per pagare i debiti di Roma va rivista” ha spiegato. “Nemmeno un euro di quei soldi va agli investimenti e allo sviluppo”. Allo stesso tempo va rivisto anche il bilancio. Con “risparmio, rigore e trasparenza” come parole d'ordine, per Morassut il “paradigna su cui è costruito il bilancio comunale capitolino va rivisto: troppa spesa corrente a fronte di pochi investimenti per settori cruciali come rifiuti, decoro, mobilità e trasporti”. Infine il patrimonio comunale: “Abbiamo importanti compendi pubblici che possono essere utilizzati in parte per ricavarne risorse e in parte per valorizzare il territorio e incrementare i servizi pubblici”. 

ROSSI - Generale dell'esercito, sottosegretario di Stato del Ministero della Difesa, la candidatura di Domenico Rossi con Centro Democratico è la prosecuzione di “44 anni al servizio dello Stato” ha spiegato. “Ora voglio essere al servizio della mia città”. Trasparenza, legalità, sicurezza, ambiente, decoro, sviluppo. “Le priorità le indicano i cittadini”. Rossi punta sulla sua pragmaticità: “Per risolvere i problemi serve capacità organizzativa e io, come militare, di problemi ne ho risolti molti”. 

MASCIA - Conversione ecologica e sostenibilità ambientale sono invece i punti cardine della candidatura di Gianfranco Mascia. Attualmente coportavoce dei Verdi di Roma, animatore prima dei Girotondi poi del Popolo Viola degli anti-Berlusconi, è lo stesso Mascia a definirsi un “candidato fuori controllo”. Ha spiegato: “Fuori dagli apparati, dai cementificatori e da chi vuole Roma ridotta così. Cita Alexander Langer, ricorda l'enciclica 'verde' di Papa Francesco.

“Quando Grillo sfondava i pc, io con i pc organizzavo i girotondi” ha ricordato “questo sono io, un uomo che ha fatto tante battaglie per l'ambiente e per la cittadinanza attiva”. Primo 'nemico' nel mirino il cemento: “Ci sono 200.000 appartamenti sfitti quindi stop al consumo di territorio e via alla riconversione ecologica delle case. Ed ancora: se sarò sindaco darò terreni per i giovani che vogliono fare agricoltura biologica”. Mascia punta anche sulla mobilità, la raccolta differenziata al 60%, “io e Daniele Fortini (presidente di Ama) faremo tante cose”, e sulla scuola pubblica.  

PEDICA - È il 'modello Zingaretti' invece la strada da seguire per un'amministrazione. Stefano Pedica, “dirigente d'azienda in aspettativa”, con un lungo e variegato passato politico alle spalle, ex deputato e senatore per l'Italia dei Valori, oggi si candida in quota Pd. “Mi candido per senso di responsabilità” ha spiegato. “Perché Roma ha bisogno di abbattere quella barriera che si è venuta a creare tra la politica e le periferie. Pedica rispolvera il “modello Roma” e poi lancia quello “Zingaretti”: “Poche parole e tanti fatti”. L'ex senatore Promette: “Girerò con u mezzi pubblici e ascolterò la gente”. 

FERRARO - Candidatura outsider e "in polemica", per Chiara, ragazza autistica, parla il padre. "L'idea della candidatura nasce anche per dare una volta per tutte un punto di svolta al welfare della città" ha spiegato. "La presenza di Chiara qui questa mattina è già una vittoria per noi. Simao qui anche perché la Costituzione ce lo permette, questo è già un fatto importante". 

VADEMECUM - Il 'regolamento' l'ha ricordato Melilli. Tutti dovranno “firmare un vademecum che riguarderà soprattutto il candidato sindaco e come verranno scelti i candidati consiglieri nelle liste. Ci saranno criteri che andranno dall'onestà al radicamento nel territorio, una serie di punti che vanno oltre regole”.

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