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Elezioni Roma 2016

Bray pronto a correre, Fassina l'ultimo ostacolo

L'ex ministro della Cultura sarebbe pronto a ufficializzare la sua candidatura ma senza 'primarie' a sinistra. Fassina chiede una consultazione. Peciola: "Avviare una costituente della sinistra"

Il suo nome circola da giorni. Visto con favore da una parte di Sel, sostenuto dalla formazione di Civati, attraente per gli scontenti del Pd e caldeggiato, dietro le quinte, da Massimo D'Alema. Per il lancio della candidatura a sindaco di Roma di Massimo Bray è tutto pronto. O quasi. L'intralcio al passo decisivo per l'ex ministro della Cultura e direttore generale della Treccani ha un nome e un cognome: Stefano Fassina. 

L'ex viceministro dell'Economia è in campo ormai da mesi per la formazione di Sel-Sinistra Italiana e non sarebbe disposto a lasciare il posto, almeno non senza essere passati da una qualche forma di consultazione della 'base', come le primarie. Un passaggio che, però, Bray non sarebbe disposto ad accettare. Dopo i gazebo di domenica lo strumento delle primarie viene considerato poco credibile e da evitare. Inoltre l'ex ministro della Cultura vorrebbe mettere in campo fin da subito una candidatura determinante e unitaria, senza doversi 'scontrare' con avversari come Fassina. Altrimenti meglio rinunciare. 

La partita divide Sel Roma. Un pezzo del partito non è disposto ad abbandonare Fassina. Soprattutto quello più legato al coordinatore nazionale Nicola Fratoianni. Fermo anche il coordinatore romano Paolo Cento: “Al lavoro per una coalizione civica, democratica e di sinistra per governare Roma e se ci saranno altre disponibilità a sinistra lavoreremo insieme a Fassina per unire lo schieramento più largo e inclusivo possibile” ha affermato commentando i risultati delle primarie del centrosinistra. 

Non tutta Sel però condivide questa impostazione. Non sono pochi a pensare, ormai da tempo, che la candidatura di Fassina presenti dei limiti e andrebbe allargata. Sul punto ieri si è espresso anche Massimiliano Smeriglio, membro della segreteria nazionale di Sel e vicepresidente della regione Lazio: “La sinistra tornerà ad essere credibile e vincente se saprà accogliere il contributo di tutti, soprattutto di personalità autorevoli e di primo livello come l'ex ministro Massimo Bray” il monito. “Una sinistra forte non teme l'allargamento della sua proposta politica e non si chiude dentro piccole logiche proprietarie. A Roma serve una fase nuova, aperta, dove tutti possano sentirsi utili e nessuno indispensabile”. 

Per il futuro elettorale della sinistra romana sono ore decisive. Si lavora a un modo per arrivare a una sintesi di posizioni che, fino ad oggi, appaiono inconciliabili. Un modo per legittimare il passo indietro di Fassina e, soprattutto, per dare un'ampia e solida base a quella di Bray. La soluzione potrebbe essere quella proposta da Gianluca Peciola, ex capogruppo di Sel in Campidoglio. Non primarie ma “una costituente della sinistra” che legittimerebbe l'operazione con un processo partecipativo. “Il nostro compito è allargare il campo, da Stefano Fassina passando per l'esperienza di Contaci di Pippo Civati e al popolo di Ignazio Marino, fino a Massimo Bray, guardando anche a quanti elettori del Pd sono rimasti alla finestra in quanto disillusi”. Questo il campo che permetterebbe di unire sono un'unica candidatura Massimo Bray. Un percorso alternativo a quello del Pd e di Giachetti con il quale, eventualmente, sarebbe possibile raggiungere un accordo al secondo turno. 

A questo punto resta da capire cosa intende fare l'ex sindaco Ignazio Marino. Al lavoro per completare il suo libro 'rivelazione', che uscirà presto, frenato da alcune inchieste giudiziarie che potrebbero indebolire la sua candidatura, l'ex primo cittadino potrebbe decidere restare a guardare. Se la candidatura di Bray divenisse concreta, invece, potrebbe optare per una lista di sostegno all'ex ministro. Sul chirurgo dem, l'incognita è però ancora alta. Quel che è certo è che un suo eventuale coinvolgimento non sarebbe secondario. Soprattutto per Giachetti. 

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