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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Roma 2016

Comunali, spunta 'Massimo facce innamorà': l'appello per Bray candidato sindaco

Parte "dalla libera iniziativa" di un gruppo di cittadini. Dopo essere sbarcato sui social, ecco l'appello: "Ti chiediamo di candidarti a Sindaco e di tornare a farci innamorare della nostra città"

È comparso come pagina Facebook e Twitter con la scritta 'Massimo Facce innamorà'. L'immagine, quella sorridente dell'ex ministro dei Beni Culturali Massimo Bray che guarda soddisfatto un muro dai colori sgargianti. E ha suscitato subito curiosità. Poi è arrivato un appello rivolto a “tutti i cittadini liberi di questa città”: convincere Massimo Bray a candidarsi a sindaco di Roma. Una “libera iniziativa di un gruppo di cittadini con tante storie differenti” spiegano. Cittadini che nel tempo hanno avuto modo “di apprezzare la sua professionalità, la sua umanità e la sua preparazione”. Senza “tessere di partito in tasca” spiegano ma comunque delusi da quanto le primarie del centrosinistra sono state capaci di mettere in campo.  "L'appello sta raccogliendo molti consensi". 

Così ecco la 'Lettera aperta a Massimo Bray'. “Abbiamo deciso di scriverti perché guardando Roma, così com’è oggi, non si può restare con le mani in mano e si deve fare qualcosa per cambiarla. In questi ultimi vent’anni il degrado ha preso il posto della bellezza” esordisce la lettera. “Noi vogliamo (avere la certezza di) costruire il presente a partire da quella bellezza che ancora non è perduta. Pensiamo che la nostra città debba essere rigenerata”. Ecco le priorità: “I trasporti, la sicurezza, la cultura, i nostri diritti, la vita di tutti i giorni, al centro come nelle periferie”. 

E ancora: “Non possiamo perdere ogni giorno due ore della nostra vita per recarci al lavoro (questo vale per chi ce l’ha, un lavoro), non possiamo vedere le strade ridotte come se ci fosse stata la guerra, non possiamo vivere tra cumuli di immondizia, non possiamo permettere che piova nelle scuole dei nostri figli, non possiamo venire a sapere di anziani che muoiono in solitudine senza che nessuno se ne accorga”. Non manca la lotta contro 'mafia capitale'.

“Questa volta vogliamo votare un Sindaco di cui non ci vergogneremo mai, orgogliosi di aver indicato una persona onesta che ha lavorato bene come Ministro e che ha dimostrato di non agire per interesse” continua la lettera. “Una persona di cui portiamo ancora nel cuore l’umanità. Servono coraggio, organizzazione e soluzioni, senza false promesse. Per questo, Massimo, ti chiediamo di candidarti a Sindaco di Roma e di tornare a farci innamorare della nostra città”.

Sull'appello l'ex ministro non ha ancora sciolto le riserve. L'ipotesi però non è così remota. Del resto non è la prima volta che viene tirato in ballo come possibile candidato sindaco per le prossime elezioni. Era accaduto con le primarie nel gennaio scorso quando il suo nome era tra i possibili sfidanti di Roberto Giachetti. Associato a una fronda anti-Renzi, ben visto dal suo padre politico Massimo D'Alema, la candidatura nell'alveo delle primarie del centrosinistra è definitivamente tramontata e una discesa in campo da battitore libero potrebbe sparigliare ulteriormente le carte del già articolato panorama politico capitolino verso le prossime amministrative. “Non ho mai fatto e mai farò scelte politiche per dividere” aveva commentato su Facebook senza smentire una sua possibile candidatura. Poi però una decisione non è stata presa. Ora l'appello, che potrebbe essere un modo per lui di entrare 'dal basso' nella campagna elettorale romana. 

Bray, 57 anni, è nato a Lecce, ha studiato a Firenze e da tempo vive a Roma. Nel 1991 entra all’Istituto della Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di Storia moderna dell’Enciclopedia La Piccola Treccani. Nel 1994 ne diviene il direttore editoriale. Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto deputato nelle fila del Partito democratico e il 28 aprile 2013 è stato nominato ministro per i Beni, le attività culturali e il turismo del governo presieduto da Enrico Letta. Nel marzo 2015 si è dimesso da parlamentare e ha fatto ritorno all’Istituto della Enciclopedia italiana. Tra gli altri incarichi è stato anche direttore della rivista Italiaeuropei, fondazione di Massima D'Alema. 

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