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Elezioni Roma 2016

Comunità romena, #aromaserve: "Uno spazio di collegamento con l'amministrazione"

Procedure facilitate per le iscrizioni delle liste elettorali. Feste comuni per creare occasioni di incontro. Cosa chiede la comunità romana al prossimo sindaco? Romatoday ha intervistato Miruna Cajvaneanu, giornalista e attivista

A Roma vivono oltre 70 mila romeni. Cittadini comunitari che vivono sul territorio capitolino, in molti casi anche da oltre dieci anni, ma che stentano ad essere considerati o a sentirsi parte della Capitale. Romatoday ne ha parlato con Miruna Cajvaneanu, giornalista e attivista romena, in Italia dal 1999.

A Roma vivono oltre 70 mila romeni. Migliaia di possibili elettori. C'è un reale coinvolgimento?

I cittadini romeni che vivono a Roma potrebbero essere degli elettori. Ma nella realtà non lo sono. Per votare infatti bisogna essere iscritti nelle liste elettorali aggiunte. E questo, per legge, va fatto entro il 40esimo giorno dalla data fissata per le elezioni. Se da un lato è vero che è possibile iscriversi sempre, dall'altro quest'anno per chi è stato informato all'ultimo momento c'è stato davvero poco tempo. Anche i candidati, che di solito sono i più interessati a diffondere le informazioni in merito alle iscrizioni, si sono mossi tardi.

È un problema di comunicazione?

Non solo. Dall'alto le istituzoni hanno poco interesse a diffondere questo tipo di informazioni. Per esempio, prima delle elezioni che si sono tenute nel 2013 vennero messe in campo più iniziative come l'annuncio sull'home page del sito del Comune di Roma, l'apertura di un modulo on-line, la messa a disposizione di un numero fax, l'affissione di manifesti pubblici in tre lingue. Inoltre ci si poteva iscrivere anche nelle circoscrizioni. Al contrario quest'anno è stato possibile farlo solo nell'ufficio elettorale centrale, è stato soppresso il numero di fax, non ho notato affissioni per la città.

Come si potrebbe superare questa situazione?

Sono state presentate tre proposte di legge per l'iscrizione automatica dei cittadini comunitari nelle liste elettorali ma non sono mai nemmeno arrivate vicine alla votazione. In base a questa proposta chiunque è iscritto all'anagrafe riceve la tessera elettorale. Questo però non lo possono fare i singoli comuni. Il problema, per riprendere la precedente domanda, viene anche dal basso. 

Che intende dire?

Tra i cittadini romeni non circolano solo poche informazioni, c'è anche poca voglia di partecipare. Molti vivono a Roma ma con l'intenzione di tornare appena possibile in Romania. Vivono qui anche da 10 o 15 anni ma non sentono proprie le elezioni cittadine.

Quali richiesta avanza ai candidati a sindaco?

Manca un collegamento permanente tra la comunità romena e l'amministrazione locale. Nelle grandi città europee ci sono delle consulte per le comunità presenti sul territorio. Serve uno spazio dove potersi incontrare o fare richieste all'amministrazione. Con Alemanno un ufficio simile era stato creato, con Marino invece l'esperienza non si è ripetuta. E ancora. Per esempio a Torino una sezione del portale del comune è in lingua romena. A Roma vive una comunità molto numerosa di romeni e non c'è una voce che li rappresenti. Questo si collega anche al discorso elettorale: se nessuno ascolta questa comunità, non ci sarà mai nemmeno un candidato sindaco che chiederà i loro voti. Guardiamo al neo sindaco di Londra: è chiaro che chi non sa capire il futuro a lungo termine smetterà di essere vincente.

Alcune proposte concrete per assecondare le esigenze della comunità romena.

Pensare a uno spazio in ogni circoscrizione da far utilizzare alle badanti che hanno il giorno libero il giovedì e la domenica. Queste donne non hanno una casa e spesso sono costrette a passare i giorni di riposo nei parchi. Inoltre si potrebbero organizzare eventi in lingua romena, per esempio nelle biblioteche di Roma o in concomitanza con le feste. E ancora. Pensare a dei festival aperti a tutti in occasione delle feste tradizionali romene. Sarebbero occasioni interazione che oggi mancano. Fondamentali per combattere razzismo e intolleranza. Anche attraverso le elezioni è possibile muoversi in questo senso.

Cosa intende?

Gli aspiranti a sindaco dovrebbero inserire nelle liste che li sostengono candidati romeni. In questo modo conoscerebbero meglio la realtà della comunità ed eviterebbero di manipolare a scopo elettorale fatti di cronaca nera. Dobbiamo evitare che accada di nuovo quanto è successo con il caso Reggiani. È un cambiamento necessario. A riguardo non va mai dimenticata una cosa: i problemi sentiti dai romani come il decoro, l'ordine pubblico, i trasporti, la scuola sono sentiti anche dalla comunità romena. La mancanza di sicurezza viene troppo spesso collegata alla presenza di cittadini stranieri, visti come una minaccia. Ma vivere in una città più sicura è una cosa che vorremmo tutti. 

Riassumendo, il prossimo sindaco creerà uno spazio di contatto diretto tra la comunità romena e l'amministrazione. Per le prossime elezioni, verranno semplificate le procedure burocratiche per accedere alle liste elettorali? Aumenteranno i casi di romeni candidati? Servono inoltre occasioni di incontro tra feste tradizionali e eventi in lingua nelle biblioteche. In sintesi, si impegnerà il prossimo sindaco a far sentire più cittadini i romeni che vivono in città?

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