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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni Roma 2016

La commissione non riammette Sinistra Italia, Fassina: "Andiamo al Tar"

Il candidato sindaco sub judice a Otto e mezzo: "Quando si sta in prima linea, ci si prende la responsabilità' anche quando le cose non vanno bene"

Nonostante l'ottimismo predicato in conferenza stampa, Stefano Fassina e le liste di Sinistra Italia restano fuori dalla competizione elettorale. E' lo stesso candidato sindaco, al momento sub judice, ad annunciare la bocciatura: "Come ci aspettavamo, è stata rigettata l'istanza riammissione in autotutela. Noi andiamo avanti". 

Per lo stesso Fassina ieri è stata una giornata intensa, trascorsa tra carte da integrare, polemiche, incontro pubblico con i candidati e un'apparizione in tv a Otto e mezzo da Lilli Gruber. Il refrain, ripetuto alla Città dell'Altra Economia davanti agli esclusi e in tv, è stato lo stesso: "Quando si sta in prima linea, ci si prende la responsabilità anche quando le cose non vanno bene, per questo mi sono assunto io la responsabilità politica. Ma siamo fiduciosi per la correttezza sostanziale. Non me lo aspettavo però". Prova a compattare le truppe l'ex ministro dell'Economia. Lo fa consapevole del processo nei suoi confronti che qualcuno sembra già intenzionato ad aprire. In gioco c'è non solo la candidatura, ma anche il futuro di un progetto politico nato claudicante. Ecco perché l'obiettivo è quello di non perdere pezzi, di gettare ponti verso quell'ala governativa rappresentata dalle truppe di Smeriglio, quelle che si sono già ribattezzate le tigri di Mompracem. 

Ecco perché Fassina, pur ostentando e predicando ottimismo, punta al piano B, a mettere in palio una posta, i suoi voti, ottenendo in cambio una ricompensa pesante per i suoi. Sono così interpretabili le dichiarazioni rilasciate a Otto e mezzo: "Se il Tar dovesse darci torto, discuteremmo con la parte dei militanti più attiva per dare un orientamento di voto. La nostra era una proposta alternativa e di grande discontinuità rispetto agli ultimi 20 anni di amministrazione di Roma e - nonostante le tante dimostrazioni di amicizia che ho ricevuto nelle ultime ore da molti amici del Pd - ci sono grandi differenze politiche dal Pd. Così come vedo una certa ambiguità nel Movimento 5 Stelle".

E a chi, come la Meloni, lo accusa di accordi sottobanco, Fassina risponde: "Sono gravemente offensive le insinuazioni di Giorgia Meloni nei confronti del sottoscritto. Ipotizzare da parte mia errori volontari nella preparazione delle liste per un sopraggiunto accordo sottobanco con il Pd è segno di un agire politico a me estraneo. La mia storia dovrebbe esserle nota. Da una parte c'è chi mi accusa di puntare solo a far perdere Renzi, dall'altra chi invece insinua che è stato tutto un bluff per farlo vincere. La realtà è un'altra: sono in campo per provare a dare a Roma un governo al servizio della città, non degli interessi più forti. Sarebbe poi assurdo che in una fase di riconosciuta espansione del consenso sul nostro progetto politico mi tirassi indietro. Mi dispiace che la battaglia politica cada così in basso. È triste lo spettacolo di candidati che, invece di spiegare ai cittadini i loro programmi, si dedicano alla dietrologia politica. Non vi illudete, siamo in campo".
 

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