rotate-mobile
Elezioni Roma 2016

Ballottaggio, primo confronto tv tra Raggi e Giachetti ed è scontro tra due modelli di città

Il primo faccia a faccia in tv tra i due candidati in vista del secondo turno di domenica fa scintille. Botta e risposta e scambi di accuse. Lei: "Non voglio vedere Roma nelle mani di chi l'ha distrutta". Lui: "Raggi dice sempre di no"

Dopo tante polemiche sul ‘mancato confronto’ elettorale, tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti è il giorno del faccia a faccia in tv. Un’intervista infuocata quella tra i due candidati a sindaco andata in onda nel corso della trasmissione diretta da Lucia Annunziata su Rai Tre, ‘In mezz’ora’. Il primo botta e risposta nasce proprio dai confronti elettorali. E’ la giornalista a stuzzicare: “Così lei sfata il mito che sfugge” dice all’esponente del Movimento cinque stelle. “Dopo venti volte” il commento di Giachetti. “Ho partecipato a molti incontri in città” si difende la Raggi senza scomporsi, “Giachetti non c’era”. 

A motori già caldi, l’esordio è una domanda personale. “Cosa pensa Giachetti della Raggi e viceversa”. Giachetti si dice preoccupato per gli “eccessivi tentennamenti della Raggi, sempre più orientata al no che al sì” risponde il vicepresidente della Camera che ha fatto dei timori dell’avversaria su Olimpiadi e Stadio della Roma uno dei suoi cavalli di battaglia elettorali. Più aggressiva Virginia Raggi: “Credo che il massimo livello di onestà di Giachetti si sia verificato quando in radio disse che non aveva le qualità per fare il sindaco. Poi una chiamata gli ha fatto cambiare idea” ha detto riferendosi al premier Renzi. Anche lei non molla uno dei mantra del Movimento: “Ho paura di rivedere Roma nelle mani di chi l’ha distrutta”. 

Il cuore dello scontro non poteva non essere la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. La partita di Giachetti quella di sintetizzare estremizzando le posizioni: “O è si o è no”; quella della Raggi, invece, di ammorbidirle: “E’ un no per il momento”. 
La candidata pentastellata lo spiega: “Il dibattito di sta polarizzando per sfuggire ai veri problemi della città”. Ribadisce il suo “prima l’ordinario” ma non chiude definitivamente le porte: “La prima decisione è prevista tra ottobre e novembre del 2016, spero per quel tempo di avere un piano serio”. Per Raggi è un problema anche di modello e alle obiezioni dell’avversario ribatte: “Non si può pensare che servano solo grandi eventi per risollevare vent’anni di centrosinistra”. 

Giachetti punta sulla pragmaticità dell’amministratore ed esige chiarezza: “Se diventa sindaco cosa fa? Si o no? I dubbi li possono avere i cittadini non un sindaco, altrimenti la città rimane ferma”. Poi replica sull’ordinario: “Non è che pensare alle Olimpiadi vuol dire non occuparsi di Roma tutti i giorni. Le due cose non sono in contraddizione”. 

Ci si scontra anche sugli impianti. “Il 70 per cento sono solo da ristrutturare e il villaggio olimpico che verrà costruito a Tor Vergata servirà poi a studenti e familiari delle persone ricoverate nel vicino ospedale”. Lei ribatte: “Serve manutenzione ordinaria per lo sport di tutti i giorni”. E ancora: “In una città piena di case vuote si parla ancora di costruire. È la vecchia politica che si ripropone” afferma dando vita a un piccolo battibecco. 

Poi capitolo partecipate. Acea. Raggi ribadisce la sua linea: “Rispetto del risultato referendario del 2011 e reinvestimento dei profitti nel settore idrico per un maggiore efficientamento”. E ancora:  “Basta distacchi, l’acqua è un diritto universale”. Giachetti promette: “Convocherò Acea per chiedere un piano di illuminazione pubblica più forte. Questa città è troppo buia, manca sicurezza”. 

Su Atac inizia il candidato del centrosinistra che conferma la sua fiducia nell’operato del nuovo ad Rettighieri: “Sono l’unico che l’ha difeso quando ha portato i libri in Procura”. Poi smentisce un’accusa della Raggi: “Non ho mai detto che va privatizzata”. Non manca un attacco alla “leader degli scioperi selvaggi”. Non viene nominata ma il riferimento è a Micaela Quintavalle: “Vi ricordate quelli che paralizzavano tutto? Abbiamo appreso che appoggiano Raggi” afferma l’esponente Pd parlando della necessità di un “patto con i lavoratori”. Lei: “Atac va risanata ma deve restare in mano pubblica”. Poi, sulla riorganizzazione delle partecipate assicura: “Niente licenziamenti”. 

La patata bollente di mafia capitale emerge con la questione dei campi rom. “Fino ad oggi non sono stati chiusi perché attorno ai campi girano molti soldi e non conveniva” l’attacco della Raggi. Entrambi sono d’accordo, però, sulla necessità di seguire le direttive europee sul superamento dei campi, dividendo le famiglie che hanno bisogno di assistenza da quelle che invece “possono trovarsi una casa da sole”. 

Al centro della posizione di entrambi sulla questione ‘centri sociali’ è la “legalità”. Niente pugno duro ma nemmeno legittimazione. “Per impedire le occupazioni la città si deve aprire” afferma Giachetti. “Le occupazioni sono nate perché l’amministrazione ha abbandonato quei luoghi” la posizione di Raggi che ricorda il suo intervento al Cinema Palazzo Occupato. “Giachetti non c’era” l’appunto.  

Prima delibera? Raggi: “Un audit sul debito che va ricontrattato. I romani devono capire perché pagano 200 milioni di euro all’anno”. Giachetti: “Ho già pronta una delibera per rendere il servizio di trasporto pubblico gratis per gli ultra 70enni e dal costo dimezzato per under 20”. E ancora: “150 nuovi bus e un pronto intervento buche”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ballottaggio, primo confronto tv tra Raggi e Giachetti ed è scontro tra due modelli di città

RomaToday è in caricamento