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Elezioni Comunali 2013

Verso le Comunali: i partiti e i quesiti aperti da Politiche e Regionali

L'onda grillina bussa al Campidoglio. Per arginarla al centrosinistra serve un 'candidato alla Zingaretti', al centrodestra un miracolo

Che le elezioni politiche e regionali potessero incidere sulla corsa al Campidoglio era cosa che ci si poteva aspettare. A risultati acquisiti però quello che arriva nelle segreterie dei partiti della Capitale è un vero e proprio terremoto. Tanto le Politiche quanto le Regionali hanno infatti ridisegnato la mappa politica di Roma, hanno cambiato le priorità, gettando in allarme un po' tutto il mondo politico. A cominciare dal sindaco Alemanno, senza sottovalutare però chi da tempo aspira a prendere il suo posto. Tanti, tantissimi i quesiti aperti da queste due tornate elettorali. Quesiti che troveranno  una risposta nelle prossime settimane. Proviamo ad evidenziarli per mettere ordine nell'agenda politica capitolina, partendo però da una  rapidissima analisi delle due elezioni.

COSA HANNO DETTO LE POLITICHE - Il Movimento Cinque Stelle puo' far paura anche a Roma. Ha preso voti in tutti i quartieri di periferia, in particolare in quelli dove ci sono 'vertenze' create dal sindaco Alemanno e ignorate dall'opposizione di sinistra. Pensiamo ad esempio a Tor Bella Monaca, dove alle politiche i grillini hanno sfondato quota 35%. Pensiamo ad Ostia, territorio del Waterfront, dove il Movimento Cinque Stelle arriva al 33% o all'Eur,  territorio della Roma Latina. In tutti e tre questi casi il partito di Grillo è il primo partito.

Il Pdl invece è letteralmente crollato, sfaldato, distrutto dal Caso Fiorito e probabilmente dal giudizio negativo della cittadinanza sulla gestione  Alemanno. Pochi voti nelle periferie, crolli verticali nei municipi, come il IV ad esempio, amministrati dal 2008. E' un giudizio pesante, che non ha trovato  appello neanche nel voto regionale.

Regionali che invece hanno ridato forza al Partito democratico. Le politiche infatti avevano consegnato un PD in vantaggio sul centrodestra ma in grossa, grossissima difficoltà ad arginare l'onda grillina. La situazione è cambiata con le regionali. La presenza di un candidato forte come Zingaretti ha dato  fiato al centrosinistra.

COSA HANNO DETTO LE REGIONALI - Zingaretti ha preso più voti dei suoi partiti. Anche grazie a lui la coalizione di centrosinistra ha vinto in tutti i municipi, persino nella storica enclave del centrodestra, il XX municipio. Il centrodestra ha, più o meno, confermato i voti delle politiche non usufruendo dell'apporto delle personalità locali capaci di dare spinta alla coalizione. Al contrario si è registrato la caduta, rispetto alle politiche, del Movimento  Cinque Stelle. In molti municipi, tipo l'VIII, con le preferenze ed un 'nemico' forte (leggi Zingaretti), il Movimento Cinque Stelle ha perso il 10%. Cosa dice questo dato? Che il Movimento paga l'assenza di leader locali forti, incassando in positivo solo il traino nazionale di Grillo. Senza di lui, con un  avversario forte e soprattutto con le preferenze da esprimere sulla scheda, non c'è partita.

LE ALTRE FORZE IN CAMPO - Abbiamo ristretto l'analisi a tre partiti, ma non ci siamo dimenticati degli altri, almeno non noi. Probabilmente invece l'hanno  fatto gli elettori. Praticamente scomparsa l'UDC; fallimentare l'esperimento di Rivoluzione Civile, inesistente il pericolo dei neofascisti (Casapound, Forza  Nuova o Fiamma Tricolore). Interessante invece la perfomance di Fratelli d'Italia che, con 40 giorni di vita, riesce a raggiungere percentuali che la pongono  come seconda forza del centrodestra, anche sopra Storace. Riescono inoltre a piazzare consiglieri in Regione e deputati alla Camera.

Sin qui i dati. Cosa succede ora?

CHI CANDIDERA' IL CENTROSINISTRA - E' questo la prima domanda. Serve un candidato forte, uno alla Zingaretti, in grado di prendere più voti dei partiti. Le personalità finora in campo per le primarie (Prestipino, Sassoli, Bianchi, Gentiloni) non sembrano in grado di interpretare questa esigenza. Prima delle elezioni si parlava di Goffredo Bettini, ma la sconfitta di alcuni candidati veltroniani alla Regione (leggi Touadì) fa scemare le sue quotazioni. Cresce il pressing su Ignazio Marino, ma da qui ai prossimi 10 giorni potrebbero arrivare nomi in grado di cambiare il quadro.

ALEMANNO, MELONI E LE PRIMARIE - Chi trema è Alemanno. In tre mesi dovrebbe fare il miracolo per raggiungere anche il semplice ballottaggio. Incassata la fiducia di Berlusconi nello spot pre elettorale, con il sondaggio venuto fuori dalle urne difficilmente potrà ancora continuare ad autodefinirsi candidato forte e vincente. Se il centrodestra vuol vincere ha bisogno di una personalità nuova e visto che difficilmente Alemanno abbandonerà una corsa in cui lui stesso ha deciso di non avere un paracadute (leggi elezione alla camera), bisognerà passare dalle primarie. E qui Fratelli d'Italia potrà passare all'incasso del suo piccolo successo elettorale.

Giorgia Meloni è pronta ed anche se ancora non ha ufficializzato la sua discesa in campo, tutti gli indizzi portano a lei come sfidante del sindaco Alemanno. In questo caso sarebbe sfida vera. Due personalità mediaticamente forti e capaci di calamitare preferenze oltre i partiti. Nelle prossime settimane potremmo assistere alla creazione di un asse Storace - Alemanno per provare ad arginare le velleità della Meloni. Se il sindaco vincerà il braccio di ferro e riuscirà in un modo o nell'altro ad evitare le primarie, il suo destino appare però comunque segnato. Per recuperare 7-8 punti in tre mesi, per meritarsi il semplice ballottaggio, servirebbe infatti un autentico miracolo.

MOVIMENTO CINQUE STELLE - Capitolo grillini. Dai dati la loro presenza al ballottaggio sembra scontata. Tuttavia, in una realtà come Roma, appare evidente che scontino la debolezza dei singoli candidati. Il voto di preferenza li penalizza e non poco. Nei grandi partiti ci sono infatti ancora dei 'ras' capaci di calamitare centinaia di migliaia di voti e di portare 'legna' ad un'intera coalizione. Realtà come quelle del municipio VIII o del municipio XIII, che tra i grillini rappresentano delle eccellenze, sono da replicare al più presto. Il candidato sindaco poi deve essere scelto quanto prima. Barillari ha pagato, nei confronti di Storace e Zingaretti, anche una scarsa dimestichezza con i mezzi di comunicazione classici che ha imparato a domare solo nel rush finale. Con dispiacere dei grillini il nuovo sindaco passerà anche di lì.

COSA FARA' L'UDC ? - Era la domanda che tutti si ponevano da più di un anno prima delle elezioni. Oggi appare una domanda anacronistica. L'UDC non esiste praticamente più. Il suo peso elettorale appare in picchiata e quindi di conseguenza anche il suo appeal per stringere eventuali alleanze. Tuttavia, essendo il partito di Casini anche un accentratore di poteri economici affatto sottovalutabili, non è da escludere che possa tornare in tempi brevi a dire la sua, magari appoggiandosi ad un candidato sindaco come Alfio Marchini da settimane impegnate in giro per la città in una campagna d'ascolto delle periferie.

CHE NE SARA' DELLA RIVOLUZIONE CIVILE? - La domanda è d'obbligo. C'è un candidato, Sandro Medici, che supportato o no, correrà comunque per il Campidoglio. Qualcuno sperava in un buon successo per provare a passare all'incasso della coalizione di centrosinistra.  Così non è stato e quindi ora si aprono due strade. Sciogliere le fila della Rivoluzione o dare ad essa nuova linfa. La risposta dovranno darla le tante anime / realtà che in Rivoluzione Civile hanno visto una speranza per il proprio futuro politico.

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