rotate-mobile
Elezioni Comunali 2013

Comunali, Sandro Medici: “Sarò il candidato della lista arancione”

"Cambiare si può" sceglie il presidente del X municipio come candidato a sindaco. L'annuncio a RomaToday è dello stesso Sandro Medici che spiega: "Avremo un candidato anche alle regionali"

“Tra la mia candidatura a sindaco e il percorso di ‘Cambiare si può’ c’è piena convergenza”. Sandro Medici, presidente del decimo municipio e in corsa per la poltrona a sindaco di Roma, sarà il candidato “arancione”. Roma Today l’ha intervistato in vista dell’assemblea di “Cambiare si può” di domani mattina, che si terrà al Cinema Palazzo alle ore 10.

Presidente Medici, come nasce l’assemblea romana di domani, sabato 14 dicembre?
La decisione di organizzare assemblee in tutto il territorio, nasce dall’incontro al Teatro Vittoria del primo dicembre. In totale per ora in programma ce ne sono circa duecento. L’obiettivo è quello di capire se ci sono le condizioni e la partecipazione per poter costruire una lista per correre alle politiche. A Roma, come principali firmatari, ci siamo io, Oliviero Beha e Sabina Guzzanti.

“Cambiare si può” è nato con un respiro nazionale. A livello locale, la sua candidatura a sindaco di Roma può essere inserita all’interno dello stesso percorso?
Certamente. È vero che “Cambiare si può” è nato sul piano nazionale ma possiamo dire che il coagulo di forze che si verrà a creare domani sarà anche quello che si comporrà intorno alla mia candidatura a sindaco. Anche nel Lazio, dove oltre alle elezioni nazionali si vota per il presidente della regione, ci sarà una lista analoga. Definiamola “arancione”, per comodità.

Possiamo dire che Sandro Medici sarà il candidato della “lista arancione” alle comunali?
Certo, ormai di fatto è così. Per fortuna Roma è stata sganciata dalle politiche, quindi avremo più tempo. Del resto intorno alla mia candidatura, ancora prima della nascita di “Cambiare si può”, c’era un insieme di forze che poi si è inserito in quel processo di carattere nazionale accelerandolo a sua volta. Tra il percorso iniziato in precedenza per “Medici sindaco di Roma” e quel che sta accadendo a livello nazionale c’è compatibilità totale. Anche se formalmente domani a Roma si cercherà di capire se è possibile fare delle liste per le politiche e chi starà dentro al progetto.

Per le regionali invece c’è già qualche nome come possibile candidato?
Un nome preciso ancora non c’è. Ci si sta ragionando.

“Cambiare si può” è nata con obiettivi e contenuti nazionali. Quale convergenza con la sfera comunale romana?
Per dirla schematicamente, i temi sono due: il primo contenutistico e il secondo più politico. Per prima cosa, l’opposizione all’agenda di Monti. Quella del patto fiscale e del pareggio di bilancio in costituzione. Bisogna dire basta alle grandi opere in favore di un lavoro di recupero di questa città e di questo Paese. E ancora. Il referendum per ripristinare l’art. 18, contro l’art. 8.

E sul piano politico?
Questa lista ha senso solo se si colloca fuori dal centro sinistra. Ci dobbiamo rivolgere a chi si è stancato di votare il male minore, chi non sopporta più questa gara di nomenclature che non dà ascolto ai movimenti e alla società civile. Anche per rianimare la speranza a chi l’ha perduta e non va più a votare, oppure vota Grillo, ai ragazzi giovani, a chi rigetta la politica. Gli esclusi sono il nostro bacino elettorale. Il tentativo è quello di dare un’alternativa, di bloccare questo allontanamento della gente dalla politica. Un’operazione opposta all’antipolitica, quella dei partiti. I partiti dovranno rimanere fuori dalla “lista arancione” oppure, a patto che accettino quelle condizioni, è possibile un’alleanza con loro? Se i partiti ritengono che questo sia un ambito in cui possono stare e in cui possono anche cambiare sono ben accolti. L’unica condizione è che accettino la logica delle “pari opportunità”. Devono stare tutti dentro alla lista insieme a rappresentanti dei movimenti e della società civile. L’idea è quella di fare una lista, non una colazione.

Ci sono partiti che si sono già dimostrati interessati?
È interessata Rifondazione, una parte del Pdci, sembrano propensi anche i Verdi e parte dell’Idv, quella rimasta vicino a Di Pietro. Le condizioni però sono quelle descritte sopra. Non si possono presentare con formule identitarie che rischiano marginalizzazione e minoritarismo, ma devono far parte di un processo più largo che preveda forme di rappresentanza sociale e politica.

Il confronto è con quanto accaduto a Napoli con De Magistris?
Napoli è stato l’apripista ma lì c’era una coalizione tra la lista di De Magistris e i partiti. Noi cerchiamo di fare un passo avanti. Tutti nella lista, nel reciproco rispetto.

Cosa si aspetta dall’assemblea di domani?
Domani è anche un modo per vedere chi vuole stare in questo percorso. L’elemento confortante è che avevamo previsto quaranta interventi ma in lista hanno chiesto di parlare il doppio delle persone.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Comunali, Sandro Medici: “Sarò il candidato della lista arancione”

RomaToday è in caricamento