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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2013

Comunali, intervista a Sandro Medici: "La mia priorità è l'emergenza abitativa"

Il presidente uscente dell'ex decimo municipio, candidato sindaco per la lista Repubblica Romana, ha risposto alle domande di Roma Today

Dalla mobilità all'urbanistica fino ad arrivare al tema della criminalità organizzata. Sandro Medici, presidente dell'ex decimo municipio, candidato con la lista Repubblica Romana, risponde alle domande di Roma Today.

Quali sono le priorità per Roma?

Purtroppo sono tante perché Alemanno lascia questa città in ginocchio. Il problema più acuto è certamente quello abitativo e credo che il prossimo sindaco dovrà averlo come assoluta priorità. Per me ci sono due modi per affrontarlo. Il primo è mettere in campo dei finanziamenti mirati comunali, ma anche regionali e ministeriali, per acquistare parte del patrimonio immobiliare sfitto da assegnare alle famiglie in lista di attesa per una casa popolare. Il mondo immobiliare è in crisi e credo che ci siano le condizioni per portare avanti una trattativa dignitosa. Rimane sempre una possibilità più sbrigativa.

Quale?

Emettere le ordinanze di requisizione. Non è una strada spericolata ma una possibilità prevista dal nostro ordinamento giuridico. Credo che il prossimo sindaco di Roma debba fare ricorso anche a questo strumento.

Tra patto di stabilità, tagli e debito, si è fatto un'idea di come sono messe le casse comunali?

Lo dico banalmente. Le casse comunali sono vuote. Tra luglio e agosto finiranno le risorse per i servizi sociali e chiuderanno attività delicate come quelle per disabili e anziani.

Cosa proponete su questo tema?

Congelare il debito e rifiutarsi di pagare gli interessi passivi alle banche. Penso che in questo momento un amministratore si trova di fronte a un bivio: è più utile pagare gli interessi alle banche o fare, per esempio, manutenzione alle scuole che cadono a pezzi? Mantenere in piedi i bilanci delle banche o fare assistenza agli anziani? Un sindaco deve dare risposte ai suoi cittadini, non al sistema finanziario.
 
Quali proposte avete in tema di mobilità? Dove prendere i soldi? Crede che funziona il project financing che ha utilizzato il sindaco Alemanno in questi anni?

Con il project financing il sindaco si è cimentato in un disperato tentativo di conciliare le esigenze del trasporto pubblico con gli interessi privati. Non solo non ha funzionato ma, al peggio, sono stati favoriti solo gli interessi privati.

Cosa proponete?

Pensiamo che i trasporti pubblici debbano diventare competitivi con il trasporto privato in modo da disincentivare quest'ultimo. Bisogna smettere con le metropolitane, che costano molto e puntare alla realizzazione di mezzi di superficie, tram, filobus. Quello che bisogna fare è tracciare la rete di strade da riservare completamente al trasporto pubblico. In questo modo si può disincentivare la gente a lasciare a casa l'auto.

Il problema della mobilità a Roma è in parte dovuto all'espansione che la città ha avuto negli ultimi anni. Un'espansione che ha fatto in modo che il settore edilizio diventasse uno dei più strategici per la città con tanti posti di lavoro. Da un lato la crisi, e gli operatori del settore che chiedono delle leve per il rilancio, dall'altra la necessità di mettere fine al consumo di suolo. Come conciliare le due cose?

Prima di tutto c'è da dire che l'ipotesi di interrompere l'espansione edilizia è ormai diventata un'idea comune. Tranne l'attuale sindaco oggi mi sembra che siamo tutti d'accordo, mentre solo pochi anni fa eravamo in pochi a sostenerlo. Bisogna puntare sulla rigenerazione urbana, sull'adeguamento ecologico delle strutture, sulla manutenzione. Questo potrebbe dare slancio al settore, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, anche se non è un settore legato alla rendita.

Un altro settore che sta soffrendo particolarmente in questo momento di crisi è quello commerciale. Tra l'abusivismo e i grandi centri come tutelarlo?

Il commercio di vicinato è stato sicuramente messo in crisi dal proliferare di autorizzazioni ai grandi centri commerciali concesse a pioggia da amministrazioni di diverso colore politico. Bisogna ricordare infatti che la competenza è regionale. L'abusivismo, che pure è un problema da considerare, ha causato problemi in maniera minore. Noi pensiamo che il commercio di prossimità sia importante anche per la tenuta sociale dei territori, un punto di incontro che anima i quartieri.

GUARDA L'INTERVISTA VIDEO A SANDRO MEDICI SUI PROBLEMI DEI MUNICIPI

Cultura e turismo. Quali i problemi, che fare per incentivarli?

Tra le tante difficoltà che vive questa città ce ne è una in particolare che ha del paradossale: Roma detiene un patrimonio culturale, artistico e storico unico al mondo ma nessuno è mai riuscito a valorizzare veramente questa 'potenza mondiale' e a renderla occasione di sviluppo e lavoro. Tutto questo è inspiegabile se non per sciatteria. Alemanno addirittura sostiene che il patrimonio culturale vada affidato ai privati.

Cosa proponete?

Dobbiamo immaginarci un programma di valorizzazione in mano pubblica anche con il coordinamento del ministero dei Beni Culturali. Dobbiamo rinnovare l'immagine di Roma, toglierle la polvere dei secoli che si ritrova addosso e darle un'immagine più brillante e magnetica. Roma potrebbe diventare la città più visitata al mondo.

E sul fronte culturale?

Da questo punto di vista Alemanno lascia le macerie. Secondo me il patrimonio dismesso che è stato messo in vendita dovrebbe essere tenuto in mano pubblica ed essere trasformato in luoghi culturali, servizi, spazi aperti per attività legate al lavoro e alle imprese. Luoghi in cui i cittadini si possono incontrare e sviluppare le loro inclinazioni. In questo modo si può rianimare la città.

Criminalità organizzata. Anche se non è un argomento di diretta competenza comunale, si è fatto un'idea di quanto sia presente a Roma?

Ce lo stanno raccontando le inchieste giudiziarie. Soprende l'insistenza del sindaco su temi come la legalità e la sicurezza se poi non si è accorto di queste pericolosa infiltrazione. È vero che non è di diretta competenza dell'amministrazione ma quest'ultima può prendere delle iniziative utili come progetti di sensibilizzazione. Per esempio nelle periferie dove in questi ultimi anni sono proliferate le 'bische'.

Si è già fatto un'idea della squadra di governo?

Sicuramente la prima nomina che farò se dovessi diventare sindaco è la 'cosindaca', una figura femminile che affianchi il sindaco nell'amministrazione e che dia un'ottica di genere a tutte le scelte politiche. Altra decisione che prenderei sarebbe quella di affidare l'assessorato all'urbanistica a Paolo Berdini, che ha animato la scena critica in questi anni e potrebbe dare un contributo forte allo sviluppo urbanistico di Roma.

La sua candidatura è a sinistra e, come più volte avete affermato in passato, “fuori dal recinto del centrosinistra”. Che rapporto mantenere con la coalizione che sostiene Marino?

Al di là della nostra posizione critica verso il centrosinistra, possiamo dire che queste realtà politiche non vogliono avere contatti di nessun tipo con noi. Raccolgo il segnale politico.

Appoggerete Marino in caso di ballottaggio?

Se non dovessimo arrivare al ballottaggio, siamo una coalizione e ne discuteremo. Di certo non vogliamo fare accordi, non vogliamo nomine o incarichi. Quello che ci interessa è che questa città abbia un'impronta politica libera e pensante. Di certo ci auguriamo un cambiamento rispetto a chi ha governato fino ad adesso.

Quanto avete speso per la campagna elettorale?

15 mila euro. Tutti soldi raccolti con sottoscrizioni, cene e spettacoli. Non ci finanzia nessuno.

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