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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2013

L'Udc dice no al sindaco Alemanno: “Si metta l'anima in pace”

Intervista al capogruppo Udc in Campidoglio, Alessandro Onorato: "Noi alternativi. Alemanno, quanti errori! Zingaretti? Un ottimo politico, ma no alle minestre riscaldate del passato"

Era il 18 dicembre quando Pier Ferdinando Casini annunciava: “Vogliamo guidare la città. Nel 2013 avremo un nostro candidato”. Una dichiarazione che ha rotto le uova nel paniere in chi dava per scontato uno scontro a due tra Alemanno e Zingaretti. Parole che però non hanno scoraggiato anche ieri il Sindaco di Roma dallo strizzare l'occhio all'Udc, invocando un'alleanza coerente con la maggioranza già presente in Regione. Abbiamo agganciato Alessandro Onorato, capogruppo in Campidoglio dell'Udc, per fare con lui il punto della situazione in un panorama politico cittadino e regionale in costante evoluzione.

Consigliere Onorato, qual è il vostro giudizio sull’ultimo cambio della guardia in Campidoglio?
Sarebbe bello capire perché Alemanno non ci abbia pensato prima, visto che la soluzione era tanto semplice. Ci voleva tanto a capire che chi aveva un doppio incarico doveva lasciare il posto a qualcun altro? E invece abbiamo dovuto aspettare una sentenza del Tar, subire un annullamento e l’ennesimo ricorso. Tutta questa bagarre si sarebbe potuta risolvere un anno fa, evitando ai cittadini romani mesi di paralisi amministrativa e una pessima figura per tutta l’amministrazione
Ancora una volta Alemanno ha provato a strizzare l’occhio all’Udc, sottolineando che “l’allargamento della maggioranza a La Destra e all’Udc  è e rimane un nostro obiettivo strategico che deve essere perseguito anche a livello nazionale”. Che cosa risponde?
Gli ammiccamenti sono sempre stati rispediti al mittente sia dai vertici nazionali del partito che dal sottoscritto. Anche stavolta è lo stesso. Il Sindaco Alemanno può tranquillamente mettersi l’anima in pace. Siamo all’opposizione e rimaniamo all’opposizione. Già in diverse occasioni abbiamo dimostrato che anche dai banchi della minoranza si può lavorare concretamente nell’interesse della città e dei romani. L’abbiamo fatto con l’introduzione del quoziente familiare e con le proposte di delibera per la creazione dell’anagrafe pubblica del patrimonio o per l’abolizione delle auto blu. Continueremo a farlo anche in futuro, rimanendo ben saldi al nostro posto.
Però in fondo non può negare che Alemanno vi chiedeva nell'autunno 2010 e vi ha chiesto ieri solo una visione coerente. Pochi mesi prima (marzo 2010) avevate vinto le elezioni insieme in Regione...
Alt. Innanzitutto nel 2008 l’Udc ha presentato un proprio candidato sindaco contro Alemanno, e una volta perse le elezioni coerenza vuole che si rimanga all'opposizione. Alla Regione invece, premesso che il Pd non è stato in grado di mettere in campo un proprio candidato presidente, come avremmo potuto sostenere una personalità come la Bonino che, non è un segreto, rappresenta esattamente l'opposto dei nostri valori di riferimento? Abbiamo preferito un progetto politico concreto per la nostra Regione.
Le fibrillazioni all'interno del Pdl capitolino potrebbero, secondo lei, provocare uscite verso voi dell'Udc o del Terzo Polo?
È evidente, e sta accadendo già da tempo. I moderati all’interno del Pdl ambiscono a una formazione politica alternativa, e cominciano a riconoscersi nel nostro progetto.
Torniamo al Campidoglio e parliamo delle prossime amministrative: fibrillazioni all'interno del Pdl mettono in pericolo la ricandidatura stessa di Alemanno. Circola, negli ambienti politici, il nome di Giorgia Meloni. Può essere un nome di vostro gradimento?
Il problema non è se il nome sia o meno di nostro gradimento, perché il nostro progetto è un altro. L’Udc, con il Terzo Polo presenterà un proprio candidato e un proprio programma. Abbiamo la sana ambizione di rappresentare una valida alternativa sia al fallimento del centrodestra che alle minestre riscaldate delle giunte passate.
Minestre riscaldate, si riferisce a Zingaretti?
Pensavo alle ultime giunte comunali, dove i veti e le follie dell'estrema sinistra hanno massacrato la città. Basta vedere la drammatica situazione delle case popolari: occupazioni abusive e illegalità varie hanno consegnato a prepotenti e talvolta criminali case utili alla povera gente.
Ma Zingaretti le piace?
È un ottimo politico,  radicato nel territorio che ha alle spalle un partito importante. Bravissimo nella comunicazione, un po' meno della concretezza. Cito solo due esempi: se Alemanno ha sbagliato nell'emergenza neve, Zingaretti non è stato da meno: pensiamo a quello che è successo sulle strade provinciali all'interno della nostra città. E poi vogliamo parlare della drammatica situazione dell'abusivismo pubblicitario sulle strade di competenza della Provincia? Potrei continuare, ma in sintesi non credo che al momento abbia dato risposte concrete. Se dovesse amministrare Roma farebbe lo stesso? Per le prossime amministrative noi stiamo lavorando a un programma in grado di trovare soluzioni ai problemi storici della Capitale che nessuno è ancora riuscito a risolvere.
Per esempio?
Pochi punti ma chiari. Un piano per la mobilità alternativa. Un nuovo piano regolatore sociale per una reale tutela dei bisogni delle famiglie. Un progetto organico di sviluppo urbanistico... E poi più innovazione e meno burocrazia: i cittadini impiegano giorni per avere un certificato e le aziende affrontano vere e proprie odissee per i permessi. Anche in quest’ottica vogliamo l’istituzione dell’Anagrafe pubblica del patrimonio immobiliare…Insomma, abbiamo un'idea di città pronta a cambiare davvero, sfruttando tutte quelle energie giovani che abbiamo visto essere presenti in Roma e che anche la nostra azione politica è riuscita a suscitare.
Lei ha citato il fallimento di Alemanno nella gestione della cosiddetta ‘emergenza neve’. Pensa si sarebbe potuta affrontare diversamente?
“È inutile girarci intorno: la neve del primo fine settimana di febbraio ha colto tutti del tutto impreparati, e le reazioni sono state lente, inadeguate e scoordinate. Tutte le istituzioni che sarebbero dovute scendere in campo, dal Comune alla Protezione civile, dalla Provincia all’Anas, hanno fallito. Il fine settimana successivo invece la situazione si è capovolta: il Sindaco Alemanno e il Presidente della Provincia Zingaretti hanno dispiegato forze e mezzi sufficienti per affrontare l’Armageddon… La realtà è che Roma è sempre sull’orlo del baratro cercando di evitare il caos. Che piova o che nevichi, che cadano le foglie o che ci sia l’inaugurazione di un centro commerciale, uno sciopero o una manifestazione, il risultato non cambia: Roma va in tilt e milioni di persone finiscono per sentirsi ostaggio nella loro stessa città. Sono molte le cose da cambiare se vogliamo che la nostra città si avvicini agli standard europei.
Immagino che il giudizio complessivo sull’amministrazione Alemanno non sia positivo. Ci dica i motivi per bocciarlo.
Gliene dico quattro: manca totalmente  un piano di mobilità alternativa; la gestione delle municipalizzate è nei fatti fallimentare; manca poi totalmente un progetto strategico della città; infine il Sindaco deve rendere conto del troppo tempo perso dietro alle finte promesse di Berlusconi, finendo nei fatti per essere schiavo della Lega Nord. Risultato: abbiamo perso oltre 600 milioni di trasferimenti statali e Roma è diventata la città più tassata d’Italia, con l’Irpef  allo 0,9. Tutto ciò senza che Alemanno fosse in grado di alzare la voce.
E sulla sicurezza? Non è da bocciare?
La colpa di Alemanno non è negli omicidi o nell'escalation di omicidi. La colpa sta nelle promesse di fatto non realizzabili. Già promettere 20.000 espulsioni, quando le espulsioni sono competenza del ministero dell'interno, è evidentemente spararla grossa. In questo senso sbaglia anche il Pd ad attaccarlo, perché in qualche modo scende sul suo terreno di promesse irrealizzabili.
Qualcosa di positivo?
Do atto al sindaco di essersi battuto per una cosa mediaticamente poco attraente, ma fondamentale per la città. Il rientro dal debito era una cosa fondamentale ed il sindaco ha giustamente fatto un'ottima operazione sul bilancio.
Per chiudere, lei Onorato ha affrontato la traversata nel deserto dell'Udc capitolino, da unico rappresentante in Campidoglio fino ad un gruppo di cinque consiglieri. Ora, nel 2013, è il tempo di passare all'incasso, magari con qualche candidatura pesante?
Io penso a lavorare come ho fatto negli ultimi quattro anni. Un lavoro duro che ha dato i suoi frutti. Per il resto ho la massima fiducia nel nostro leader Pier Ferdinando Casini e nei vertici nazionali. Io resto a disposizione del partito.
 

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