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Giovedì, 18 Aprile 2024
Elezioni Comunali 2013

Comunali, il piano B del centrodestra: candidare Terzi al posto di Alemanno

Con il sindaco 'appeso a un filobus', tra gli ex An si fa strada un'ipotesi suggestiva: proporre come candidato il dimissionario ministro degli esteri. Se la situazione dell'inchiesta filobus precipita, è lui in pole

Politica e calciomercato. Sono queste le uniche due ‘discipline’ in campo giornalistico in cui i ‘si dice’, i ‘si pensa’, i ‘si sussurra’ valgono spesso quasi – se non quanto – le notizie. E stavolta il ‘si dice’ che viene da Roma è di quelli da far saltare sulla sedia.

Giulio Terzi potrebbe essere il prossimo candidato sindaco di Roma per il centrodestra al posto di Gianni Alemanno. Proprio così. Il ministro degli Esteri ‘tecnico’ che si è appena dimesso dalla Farnesina per forti contrasti con il governo Monti sul caso dei Marò si è detto disponibile a collocarsi politicamente in quello spazio che c’è a destra del centro di cui, fino a pochi giorni fa, era parte ‘tecnicamente’ integrante.

Terzi tornerebbe così ‘a casa’, in quella destra in cui è cresciuto nella prima metà degli anni ’70 non appena giunto a Roma dalla sua Bergamo (via Milano per gli studi). Terzi sarebbe quindi la carta da giocare per il Pdl e per quel pezzo di ex An che dal Pdl è uscito (Rampelli e Meloni ‘romanamente’ parlando) per ricompattare l’emisfero di destra della Capitale.

Il piano è semplice. Alemanno è in queste ora con un piede di qua e uno di là. La sua ricandidatura come sindaco è appesa a un filo. O meglio, a un filobus… L’inchiesta che ha già travolto la ‘sua’ Eur, quella di Mancini e co., potrebbe indurlo a lasciare la corsa.

In questo caso il centrodestra capitolino, o meglio, la destra capitolina (visto che nella città eterna pesano più gli ex An che gli ex Forza Italia) virerebbe in maniera convinta sull’ex titolare della Farnesina. Diversi e molteplici i motivi. Ne scegliamo uno di ampio respiro per spiegare il ‘piano’.

Terzi nelle ultime settimane, schierandosi in maniera chiara e convinta dalla parte di chi mai e poi mai avrebbe voluto rimandare i marò in India, ha riconquistato simpatie in quello che è storicamente il suo emisfero politico naturale.

Non è un caso che al momento della sua nomina come ministro degli Esteri la stampa politica si è detta sorpresa della sua scelta di mettersi ‘al centro’. In fondo il suo mentore diplomatico è un uomo di destra, Umberto Vattani (padre di quel Mario Vattani finito nel caos per il concerto ‘nazirock’ e da Terzi ripreso come farebbe uno zio premuroso con suo nipote), mentre il suo riferimento politico è sempre stato Gianfranco Fini, tanto che fu proprio Terzi la mente di quel viaggio di Fini in Israele per ‘riappacificare’ Alleanza nazionale con il mondo ebraico. Salvo poi allontanarsi dall’ex presidente della Camera al momento del suo strappo con quel Berlusconi che lo aveva nominato ambasciatore proprio in Israele.

Finita così l’esperienza ‘tecnica’, malvisto l’asse Monti-Casini-Fini, Terzi ha deciso cosa fare da grande. E lo ha deciso sulla vicenda dai Marò: posizionarsi a capo di coloro che vorrebbero il pugno duro con l’India, con quelli che “i nostri militari non si toccano” perché “sono l’orgoglio del nostro paese”.

E così, con un Alemanno in forte difficoltà e un voto ‘militare’ che a Roma conta e conta tanto – basti considerare a quanti, tra Esercito, Marina, Arma, etc, oggi voterebbero a occhi chiusi per il “difensore dei nostri militari” - Terzi è stato visto immediatamente come il nome giusto per il “Piano B” che in tanti, Fratelli d’Italia in testa, vorrebbero in realtà come “Piano A”.

Terzi al posto di Alemanno, quindi. Fantapolitica in tempi elettorali come si parla di Fantamercato in tempi di calcio d’estate? Forse. Ma, almeno stavolta, ad alimentare le chiacchiere non sono stati i giornalisti ma direttamente il presidente del Consiglio Mario Monti che, riferendo alla Camera sul caso marò e sulle dimissioni del ‘suo’ ministro degli Esteri, ha attaccato: “L’obiettivo delle dimissioni di Terzi è volto a conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti”. E “nei prossimi tempi” l’evento politico più importante all’orizzonte è proprio la corsa al Campidoglio.

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