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Verso il ballottaggio al comitato Gualtieri: i silenzi, gli applausi, il "fantasma" di Zingaretti e il bisticcio con i cronisti

A via di Portonaccio l'entusiasmo (moderato) del candidato sindaco e della sua squadra in vista di un ballottaggio atteso e mai veramente in dubbio

"Parlerò con tutti, anche con i leader di partito, ma non faremo apparentamenti. Chiederò i voti agli elettori di Raggi e Calenda". Sono quasi le 22 di lunedì 4 ottobre quando Roberto Gualtieri, candidato sindaco di Roma per il Centrosinistra, pronuncia queste parole nella sala stampa del suo comitato a via di Portonaccio. Alle 20 e 30 circa era sceso per la prima volta in sala stampa per commentare il risultato del primo turno, che lo "qualifica" per la sfida a Enrico Michetti per il governo della Capitale i prossimi 17 e 18 ottobre. "Margine più stretto con il candidato del Centrodestra? Ci aspettavamo di essere dietro - risponde l'ex Ministro a Roma Today - , l'ho detto più volte e questo è quello che pensavamo avremmo fatto". Il distacco di Gualtieri da Michetti in quel momento era di 4 punti (30,8 e 26,8), ma con l'avanzare dello scrutinio si è assottigliato fino ad assestarsi sul 3%, con il tribuno di Centrodestra poco sopra il 30 e Gualtieri poco sopra il 27.

Timidi applausi, poi silenzio

Dopo i primi exit poll, quelli di chiusura seggi alle 15, al comitato di Roberto Gualtieri a via di Portonaccio è partito un timido applauso, con il coordinatore Valerio Barletta, la capolista del Pd per il Comune Sabrina Alfonsi, la consigliera regionale Marta Leonori e l'ormai ex consigliere capitolino e non ricandidato Giulio Pelonzi che si lasciano andare per un attimo. Giusto un attimo però, pochi secondi ma sufficienti per far trapelare un certo ottimismo: l'ex Ministro morde le caviglie al candidato del Centrodestra Enrico Michetti, li separa mezzo punto (31 a 30,5). Virginia Raggi, sindaca uscente, nel suo valore più alto si ferma a 20,5 ed è testa a testa con Carlo Calenda.  Ma è ancora presto per esultare, per comunicare il raggiungimento dell'obiettivo, ovvero l'essere arrivati al ballottaggio  - come ampiamente previsto dai sondaggi - e giocarsi la conquista di Roma tra quindici giorni.

L'inatteso flash di Swg

E' presto perché dopo circa un'ora Enrico Mentana durante la sua immancabile maratona diffonde il primo flash dell'istituto Swg per La7, con una copertura del 4%: Raggi ha recuperato, ha scavalcato Calenda e raggiunto Gualtieri con una forbice che va dal 21,1 al 25,1. Un dato "strano", per nulla confermato dalla prima proiezione Opinio per Rai, come nemmeno da Quorum/YouTrend per SkyTg24, con Michetti e Gualtieri testa a testa tra il 27 e il 31%. In sala stampa però non c'è nessuno, sono tutti al piano di sopra in paziente attesa e religioso silenzio: arrivano, ma non tutti si fanno vedere, anche i consiglieri regionali Michela Di Biase e Marco Vincenzi, il senatore e segretario del Pd Lazio Bruno Astorre, Antonio Misiani della segreteria nazionale del Pd. Per poco in sala stampa si aggira anche Alessandro Onorato, deus ex machina della civica che ottiene un grande risultato (oltre il 5%), ma il viso è tirato, serio, nessun sorriso. Quando il risultato delle suppletive nel collegio a Primavalle è ormai al sicuro, ecco che si presenta anche il segretario romano del partito, Andrea Casu, ormai fresco deputato: ai "piani alti" parte un applauso, stavolta più convinto, che diventa molto più fragoroso e prolungato poco dopo. 

Le parole di Lorenzin, Tommaso Paradiso e l'abbraccio Gualtieri-Casu

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Poco prima delle 20.30, come dicevamo, la vittoria di Casu alle suppletive per la Camera viene annunciata e i rapporti di forza tra i quattro principali candidati al Campidoglio delineati: sarà sfida Michetti-Gualtieri, con Raggi e Calenda che fino all'ultimo si giocano il terzo (inutile) posto. Così prima arriva in sala stampa il neodeputato, sotto l'ala protettrice della presidente del comitato, l'ex Popolo della Libertà Beatrice Lorenzin ("Risultato storico, davvero straordinario, risultato che ci fa molto ben sperare per il ballottaggio, in un territorio di Roma vasto, grande e stratificato nella città" commenta lei), poi ecco che scende le scale il padrone di casa, sulle note de "I nostri anni" di Tommaso Paradiso. I visi sono sorridenti, stavolta applaudono tutti senza indugi ma composti, Gualtieri sale sul palco e si offre a telecamere e fotografi, abbraccia Casu e lo porta vicino a lui, si fa immortalare anche con lo staff e alcuni dei candidati presenti, come per esempio la capolista della civica Monica Lucarelli. "Con ancora maggiore impegno e determinazione lavoreremo non solo per convincere gli elettori a sostenerci - le sue parole - , ma anche per prepararci a una stagione di governo impegnativa ma stimolante, perche Roma ha potenzialità straordinarie e i cittadini lo hanno capito. La nostra campagna non sarà semplicemente chiedere il voto ai romani, ma chiamare a raccolta tutte le forze della città per aprire una stagione di rinascita e riscatto per Roma". 

L'incontro "segreto" con Zingaretti

Dirette di rito con le tv, poi Gualtieri fugge di nuovo nelle sue stanze dove sembra ci sia Nicola Zingaretti, che non si fa vedere dai giornalisti ai quali "lascia" il suo portavoce. Quasi un'ora insieme (che cosa si siano detti non si sa), poi l'ex Ministro scende ancora per una diretta in radio, quando ormai al comitato è tempo di aperitivi e anche Diego Bianchi di "Propaganda Live" si prende una pausa. Un lieve screzio con alcuni giornalisti viene ricucito grazie al buonsenso: subito dopo la radio, l'ex Ministro si è inizialmente rifiutato di fare un "margine" con agenzie e siti e ha ripreso le scale di fretta. Dopo nemmeno tre minuti eccolo scendere ancora, convinto da uno dei membri dello staff su sollecitazione di un paio di cronisti: "Alla giunta ci penso da ieri, non da oggi", le ultime parole regalate mentre va via, stavolta definitivamente. Sono ormai passate le 22, il comitato si svuota, domani è un altro giorno. Il primo di una seconda, più breve, campagna elettorale.

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