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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Elezioni regionali, Zingaretti bacchetta chi insiste con D’Amato: “Fate solo danni”

Il governatore ribadisce l'intenzione di cercare un candidato unico per la coalizione ed invita "a tacere i professionisti della sconfitta"

Non ha nulla contro l’assessore D’Amato. Ma è contrario all’imposizione di una candidatura. Nicola Zingaretti ha provato a fare chiarezza sulla scelta del nome su cui puntare per le prossime elezioni regionali. E lo ha fatto andando all’attacco anche d’una parte del gruppo dirigente del suo stesso partito.

A pochi giorni dalla formalizzazione delle dimissioni, il centrosinistra si trova a dovere sciogliere il nodo sul candidato su cui puntare per il post Zingaretti. E’ una scelta complicata dal fatto che, per vincere, occorre cercare un nome che vada bene ad una coalizione che sia ampia. Quindi, evidentemente, cercando di includere nella partita anche il “terzo polo” ed il Movimento 5 stelle. Per questo il nome non può essere frutto di un’autocandidatura né può essere tirato per la giacchetta dagli eventuali alleati e, tantomeno, dai rappresentanti delle varie correnti. E’ questo il senso delle parole con cui, affidandosi ai propri canali social, l’attuale governatore del Lazio, ha provato a fare chiarezza.

La candidatura dell'assessore Alessio D'Amato

“Rispetto ad alcune gratuite illazioni espresse ieri da alcuni dirigenti del Pd del Lazio, voglio ribadire che ovviamente io non ho mai espresso critiche o attacchi ad Alessio D'amato. Sono dieci anni che l'ho scelto come uno dei miei più stretti collaboratori e poi assessore anche contro le opinioni di tanti poveri ipocriti che oggi lo utilizzano” ha premesso Zingaretti.

Nei giorni scorsi, i ripetuti endorsment di Carlo Calenda, che punta proprio sull’assessore regionale alla sanità, avevano alimentato un botta e risposta a distanza con Zingaretti. “Ho espresso il nostro apprezzamento come candidato per la Regione verso il tuo assessore più importante, Nicola Zingaretti. Non comprendo il problema. Dovresti esserne contento" aveva commentato il leader di Azione, in risposta ad un post in cui il governatore aveva dichiarato che “Calenda ieri (venerdì ndr) si è scandalizzato denunciando che Conte decide i candidati del Pd e non era vero.  Oggi i candidati del Pd li vuole decidere lui. È un vero peccato.  Lotteremo per vincere comunque ma, se si dovesse perdere, la responsabilità sarà anche di questa cultura politica folle che punta sempre a dividere e a favorire la destra”.

La reazione stizzita dei dirigenti PD

Le parole di Zingaretti hanno però creato la reazione stizzita anche d’una parte interna al partito, la corrente di ‘base riformista’. "D'Amato è in corsa per la presidenza della Regione Lazio ormai da giugno scorso ma il governatore del Lazio fa finta di non saperlo insinuando che sia un nome inventato da Calenda – hanno infatti commentato Mario Mei, coordinatore romano di Base Riformista, e Mariano Angelucci, consigliere Pd dell'assemblea capitolina. “Tutto ciò – ha aggiunto D’Amato – non è solo umiliante per D'Amato ma anche per lo stesso Zingaretti che dimentica l'importantissimo ruolo affidato a D'Amato ed il fatto che si tratti dell'uomo migliore e più noto della sua Giunta. A questo punto – hanno continuato i due dirigenti di Base Riformista – ci chiediamo che senso abbia avuto sciogliere DS e Margherita per costruire un Partito ridottosi oggi alla subalternità nei confronti di Conte e del M5S”.

La bacchettata di Zingaretti ai "professionisti della sconfitta"

La risposta di Zingaretti non si è fatta attendere. Nel ribadire che con D’Amato “sono anni che lavoriamo gomito a gomito sulla sanità” il governatore ha ribadito che “Il mio unico obiettivo da sempre è costruire una coalizione la più ampia possibile e vincere. Questo si ottiene con il confronto plurale e solidale non con i diktat o le imposizioni per scegliere in piena libertà e autonomia la candidatura che insieme si riterrà più competitiva. L'unità è il sentimento prevalente di tutto l'elettorato del centrosinistra ma l'unità va costruita, non imposta.” 

L’appello all’unità, e quindi alla scelta condivisa e non imposta dagli alleati del futuro candidato della coalizione, si accompagna ad un “suggerimento” che suona come una sonora bacchettata. “Vorrei dunque consigliare ad alcuni professionisti della sconfitta di tacere perché – ha sottolineato Zingaretti – fanno solo danni, producono divisioni e poi sconfitte e poi copiose analisi sul perché abbiamo perso”.
 

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