rotate-mobile
Politica

Regionali, l'appello all'unità del più giovane assessore di Roma: "Avanti col campo largo"

Edoardo Annucci, 26 anni, dal 2021 è assessore nella giunta del V municipio con la lista civica Roma Futura. Attraverso RomaToday si fa portavoce di una richiesta di continuità. E fa il nome di Marta Bonafoni

“Una grande responsabilità”, ma anche una “grande opportunità”. Edoardo Annucci, 26 anni, è l’assessore più giovane di tutti e quindici i Municipi di Roma, attivo su un territorio vasto ed eterogeneo - da tutti i punti di vista - come quello del V Municipio. E forse non è un caso che il presidente Mauro Caliste abbia deciso, nell’ottobre del 2021, di affidargli tra le altre cose le deleghe alle Politiche giovanili, Innovazione tecnologica e Transizione Ecologica, quest’ultima che fa il paio con il Verde Pubblico.

Primo degli eletti della lista civica Roma Futura, è stato vicepresidente di Legambiente Città, e dal 2019 lavora al gruppo consiliare lista civica Zingaretti del consiglio regionale del Lazio. È anche tra i promotori di Pop, il progetto della consigliera regionale Marta Bonafoni. Ed è proprio per Bonafoni l’endorsement di Annucci in vista delle imminenti elezioni regionali, un supporto accompagnato da una richiesta di unità e continuità che il giovane assessore municipale ha voluto ribadire a RomaToday, ricalcando la linea già espressa dalla direzione regionale del Pd. Tradotto: la rottura tra Enrico Letta e Giuseppe Conte a livello nazionale non infici il lavoro svolto sino a oggi a livello regionale.

Le elezioni regionali si avvicinano. Lo scenario nazionale, con la rottura tra Letta e Conte, potrebbe ripercuotersi a livello locale sulla coalizione Pd-M5S alla Pisana.

Potrebbe accadere, ma è necessario far prevalere il bene comune, tenendo a mente i risultati ottenuti in questi anni e con la consapevolezza che tanto altro c’è da fare per dare risposte ai cittadini della nostra regione; il Lazio è stato un modello a livello nazionale, anche grazie al coinvolgimento - fin dall’inizio del mandato del presidente Zingaretti nel 2013 - della società civile e poi al successivo allargamento, nel 2019, della maggioranza consiliare al Movimento 5 stelle.

Il Lazio potrebbe diventare quindi una sorta di “hub” per dimostrare che un campo largo è ancora una strada percorribile in un contesto politico delicato come quello attuale?

Il quadro nazionale vede il centrosinistra, il M5s e il Terzo polo divisi, conseguentemente questo schema potrebbe compromettere l’intesa a livello regionale. Al tempo stesso la credibilità del percorso regionale di questi anni è l’occasione per ricomporre il campo progressista, civico ed ecologista, così come in molti si aspettano e come emerge dai territori in queste settimane.

Per tenere unita la coalizione c’è bisogno di un nome forte, in grado di mettere d’accordo le diverse anime ma anche di convincere gli elettori e raccogliere consensi. In queste ultime settimane ne sono stati avanzati parecchi, sempre restando nel campo delle ipotesi. Lei è giovane, ma di esperienza ne ha accumulata parecchia. Un nome ce l'ha?

Con le politiche del 25 settembre gli elettori del centrosinistra hanno lanciato un messaggio chiaro. Per le regionali del 2023 sono diversi i nomi attualmente in campo, tutti validi e forti dell’esperienza di governo di questi anni. Tuttavia ho l’impressione che questi nomi corrispondano principalmente a dinamiche interne alle forze politiche, che non trovano riscontro nella quotidianità e soprattutto nei territori, dove c’è un fermento che è necessario saper cogliere per vincere. Marta Bonafoni, da 9 anni consigliera regionale, può essere il nome in grado di unire.

Bonafoni è capogruppo della Lista civica Zingaretti alla Pisana, nei giorni scorsi ha rilanciato un appello alla continuità in vista delle regionali.

Il suo lavoro è stato riconosciuto nei giorni scorsi da molte realtà locali e amministratori che in questi anni hanno trovato in lei un punto di riferimento per le questioni ambientali, i diritti e il lavoro. Anche Fabrizio Barca, in un’intervista a Radio Popolare sulla necessità di allargare il campo favorendo la partecipazione dal basso, ha riconosciuto il percorso di questi anni e la sua capacità aggregatrice.

I metodi per arrivare alla scelta del nome sono sostanzialmente due: le primarie o una scelta da parte dei vertici. C’è chi dice che non siano il metodo giusto, e che alla luce del risultato ottenuto alle ultime elezioni il Pd vada ripensato integralmente, compresi i suoi elementi fondanti. Come giovane rappresentante della coalizione di centrosinistra, qual è per lei la strada da percorrere?

Le primarie potrebbero essere un'opzione, se i tempi lo permetteranno. In ogni caso dovrà prevalere un metodo capace di allargare, favorendo una discussione sul Lazio del futuro e la partecipazione di tutti coloro che in questi anni non sempre hanno trovato nel centrosinistra un punto di riferimento. La differenza la farà il lavoro e la credibilità delle persone in campo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regionali, l'appello all'unità del più giovane assessore di Roma: "Avanti col campo largo"

RomaToday è in caricamento