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Elezioni, dal Pd a Fdi passando per il M5S: il toto nomi dei romani che puntano al Parlamento

Tra due settimane i partiti dovranno presentare le liste, i telefoni sono caldi. C'è chi è sicuro (Zingaretti, Astorre, Mancini), chi si candida (Ferrara nei 5S) e chi potrebbe essere "precettato" (Nanni di Azione)

Il 22 agosto si avvicina. I partiti che vorranno correre alle elezioni politiche del 25 settembre in quella data dovranno consegnare le liste, va da sè che nonostante Ferragosto sia vicinissimo, di ferie nelle varie sedi se ne stanno facendo poche.

In ogni caso, anche sotto l'ombrellone i telefoni sono sempre attivi e roventi. Il taglio dei parlamentari e la legge elettorale che divide gli eletti tra collegi uninominali e plurinominali (nel primo caso ad approdare a Montecitorio sarebbe colui o colei che prende un voto in più di tutti gli altri) rende ancora più difficile la composizione delle squadre. A mettercisi c'è anche lo strappo di Carlo Calenda che tira fuori Azione dalla coalizione con il Pd e adesso guarda a Renzi, anche per superare lo scoglio non irrilevante della presentazione delle firme. 

Pd: Zingaretti, Astorre e Mancini nomi sicuri

A livello romano, per quanto riguarda il Pd i giochi sono ancora lontani dall'essere fatti (ma è condizione comune a tutte le forze politiche), anche se alcuni nomi possiamo considerarli già confermati: il governatore uscente del Lazio, Nicola Zingaretti, il senatore e segretario del Pd Lazio Bruno Astorre e il già parlamentare Claudio Mancini sono sicuri per il plurinominale, per il resto abbiamo l'assessore a urbanistica e rifiuti in regione Massimiliano Valeriani, il deputato Roberto Morassut, il presidente del consiglio regionale Marco Vincenzi, il segretario del Pd Roma e parlamentare subentrato nel collegio di Primavalle Andrea Casu, il suo predecessore in segreteria Matteo Orfini. Questi gli uomini. Tra le donne le conferme ripetute arrivano sulla senatrice Monica Cirinnà, le deputata Patrizia Prestipino, le consigliere regionali Marta Leonori e Michela Di Biase. Beatrice Lorenzin, per la quale qualcuno da Roma sud ipotizzava una corsa con la stessa Prestipino per il collegio Ostia-Eur-Pomezia, ha fin da subito messo in chiaro di voler essere candidata al nord. C'è anche Marianna Madia, al plurinominale. Più di una voce, tornando agli uomini, va considerata quella che tira in ballo Enrico Gasbarra per il senato. L'ex presidente della provincia di Roma, ex vicesindaco, europarlamentare e deputato era stato accostato anche alle primarie per la corsa in regione. Tra gli alleati c'è ancora poca chiarezza, intanto si può dire che Paolo Ciani di Demos, già consigliere regionale dal 2013 e comunale da novembre 2021, è un papabilissimo. 

FdI dà le carte, la Lega osserva (e spera)

A destra, Fratelli d'Italia sa di avere il boccino in mano per quanto riguarda Roma. All'interno della coalizione con Lega e Forza Italia all'ombra del Colosseo è il partito di Giorgia Meloni a dare le carte, come confermano dalle parti di Palazzo Senatorio. Anche perché il partito di Salvini da queste parti ha perso parecchi pezzi importanti. A provare il salto dall'assemblea capitolina a Montecitorio potrebbe essere Andrea De Priamo, presidente della commissione trasparenza. Indubbiamente l'uscente Fabio Rampelli sarà della partita, come presumibile lo siano anche il veterano Federico Mollicone, un trapassato remoto da consigliere municipale a Roma sud e al centro, poi consigliere capitolino e infine, dal 2018, deputato. Nello stesso anno, dalla circoscrizione Lazio 1 è stata eletta Maria Teresa Bellucci, anche lei seondo quanto è possibile raccogliere sarà in gioco. Dalla Regione arrivano conferme su Chiara Colosimo e Giancarlo Righini. Nuovo acquisto di Meloni è Luciano Ciocchetti, una vita tra i moderati cattolici e riscopertosi conservatore più a destra: secondo più di un referente di FdI dovrebbe rientrare nella rosa dei candidabili.  In ogni caso, la strategia riferita dal partito romano è chiara: "Candidare i big nei collegi più difficili". Per esempio l'area di Fiumicino, come il III e il IV municipio. "Il Centro storico è perso", fanno capire. Mentre Roma sud e Pomezia, ma anche l'area di Roma Nord-Ovest, sono da considerare terreni ambito dai fratellini. Nel primo caso potrebbe esserci una sortita della Lega, per esempio con Davide Bordoni, ma come dicevamo a decidere sarà FdI. 

La Lega punterà soprattutto su Simonetta Matone, magistrato che ha accettato nel 2021 di candidarsi come "prosindaco" al fianco di Enrico Michetti, personaggio dal carattere forte che viene dato sicuramente in campo. Come anche Claudio Durigon di Latina, coordinatore della Lega nel Lazio, deputato dal 2018 e anche sottosegretario al Mef fino a un anno fa. Un altro nome è quello di un'altra deputata uscente, Sara De Angelis, vecchia conoscenza del II municipio, essendone stata presidente da eletta nel Pdl. 

M5S: si candida Ferrara

Per quanto riguarda i Cinquestelle, il primo a farsi avanti pubblicamente è Paolo Ferrara, consigliere comunale con ormai sei anni di esperienza. "Parteciperò alle parlamentarie" ha fatto sapere proprio oggi, lunedì 8 agosto. "Ci ho riflettuto e mi sono messo in gioco - commenta a RomaToday -. Ho lavorato tanto e l'esperienza in Campidoglio mi ha fortificato, credo di essere pronto. Al di fuori del M5S vedo confusione, si fanno promesse che non possono essere mantenute, anche in virtù di alleanze che definirei più che altro accozzaglie". Virginia Raggi, sindaca sconfitta a ottobre scorso dopo cinque anni di amministrazione, è stata tolta dalla gara dal leader politico grillino Giuseppe Conte: "Rientra nel vincolo del doppio mandato" ha detto l'ex premier.  

Tornando a Ferrara, gli abbiamo chiesto un parere sul battibecco social (e a distanza) tra Roberta Lombardi e la stessa Raggi rispetto al campo largo regionale: "Arriviamo al 25 settembre e vediamo cosa accadrà - la risposta del consigliere - così poi si potrà fare una riflessione fino al voto delle regionali. Bisogna pensare a una vera transizione ecologica prima di tutto, qualcuno se l'è dimenticata". 

Il fronte dei calendiani

Gli ex alleati del Pd per ora si organizzano per raccogliere le firme. Nelle chat già si inizia a chiedere se ci sono avvocati a disposizione - anche se basterebbe un consigliere comunale - ma nel frattempo il leader di Azione guarda a Renzi. In tal modo la raccolta firme non sarebbe necessaria. L'alleanza dei due ex Pd cambierebbe qualcosa a livello di candidature su Roma e nel Lazio. Sta di fatto che a tutti gli eletti, soprattutto comunali, è stato chiesto di tenersi pronti. Dario Nanni è uno di loro, nome spendibile per esperienza. "Anche se preferirei essere coerente e proseguire il mandato in assemblea capitolina" dice a RomaToday. Ma se la squadra chiede aiuto "non mi tiro indietro". Non si tirerà indietro nemmeno la consigliera ragionale Valentina Grippo, altra ex Pd passata ad Azione. 

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