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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni suppletive

Elezioni suppletive, dopo il no di Conte ci prova Renzi e lancia la candidatura della ministra Bonetti 

Renzi propone a Letta il nome della ministra di Italia Viva. Il 16 gennaio le votazioni per eleggere il deputato che sostituirà Roberto Gualtieri

Matteo Renzi prova a calare l'asso. Candidare alle elezioni suppletive Elena Bonetti, ministra delle Pari Opportunità e Famiglia, renziana, è la proposta lanciata al Pd dopo il no di Giuseppe Conte. Il 16 gennaio, nel collegio Roma Centro, si elegge il deputato che sostituirà Roberto Gualtieri diventato sindaco della Capitale. La partita delle candidature è ancora aperta e Renzi sostiene che Bonetti abbia il profilo più adatto per correre alla Camera. 

Un modo per suggellare il famoso "campo largo" che Letta stesso sostiene essere la via per battere la destra. Difficile però che il segretario accetti di cedere il seggio a Italia Viva, anche perché va ricordato che proprio le dimissioni di Bonetti, insieme a quelle dell'altra ex ministra renziana Teresa Bellanova decretò la fine dell'esecutivo giallo-rosso. Senz'altro un elemento storico che ostacola la candidatura di Bonetti, indigesta soprattutto al M5s, che però non può contare sul suo leader per la corsa elettorale.

Giuseppe Conte ha declinato la proposta di Enrico Letta, che invece contava sull'ex premier per rafforzare l'asse con i pentastellati. "Lo ringrazio per la disponibilità e la lealtà nella proposta - ha spiegato - ma dopo un nuovo supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il M5s e non mi è possibile dedicarmi ad altro".  

Insomma, il no di Conte è certo ma è comunque improbabile che l'operazione Renzi vada in porto. Restano in campo i nomi del Pd già circolati nelle scorse settimane, Dall'ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra all'ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan. Ricordiamo che si tratta di un collegio blindato per il centrosinistra. L'ex premier Gentiloni lo ha conquistato nel 2018 con il 42% delle preferenze, idem Gualtieri nell'ottobre del 2020 con il 62% dei voti. La vittoria è data per scontata ma manca ancora il nome. 

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