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Rifiuti, arriva la lista delle aree idonee per i nuovi impianti: ma è lite tra regione e ministero

La Città metropolitana ha fornito al Ministero e alla Regione la lista dei siti idonei. Ma è braccio di ferro sulle competenze

La localizzazione delle aree idonee per la realizzazione degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti della Capitale agita il lavoro della cabina di regia voluta dal ministro all’Ambiente Sergio Costa per far fronte alla difficile situazione romana. Proprio ieri, nel corso della riunione al ministero, la Città Metropolitana ha consegnato le mappe richieste dalla Regione Lazio, alle prese con l’elaborazione del nuovo piano rifiuti, nelle quali vengono tracciati i siti vincolati, quindi ‘non idonei’ ad ospitare impianti e discariche, e quelli sui quali invece non grava alcun ostacolo. 

Sulle planimetrie sono state tracciate una serie di ‘macchie bianche’, ovvero quelle aree libere da qualsiasi vincolo. Ne sono state localizzate tra il territorio di Cerveteri e Ladispoli, tra i comuni di Rignano Flaminio, Morlupo e Magliano Romano, e nella zona di Civitavecchia. Non restano fuori i municipi della Capitale dove sono state delimitate delle aree con ‘attenzione progettuale’, nelle quali non gravano vincoli integrali o escludenti e quindi, rispettando determinati parametri, sarebbe possibile progettare la realizzazione degli impianti. In questa geografia rientrano alcune aree dell’XI municipio, del IV municipio, più precisamente lungo la Tiburtina poco prima di Guidonia, e ancora in una zona tra il IX e il X, e ancora nell’XI, non molto distante dal territorio di Fiumicino, XIII e XIV. 

Il rimpallo di competenze che ha accompagnato l’individuazione di siti e impianti fino ad oggi, questa volta ha coinvolto anche il ministero a trazione pentastellata di Sergio Costa. “La Città metropolitana di Roma non ha indicato alcun sito per la realizzazione di discariche” specifica l’ente guidato da Virginia Raggi in una nota. “La mappa riporta le aree indicate dai Comuni della area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti la cui definizione spetta esclusivamente alla Regione Lazio nell'ambito del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti”. 

Che la responsabilità sia regionale viene ribadito anche dal ministero dell’Ambiente: “La Città Metropolitana si è limitata a confermare la planimetria già inviata nel marzo 2018, indicando le aree vincolate e quindi non idonee” spiega in una nota. La mappa “riporta le aree indicate dai Comuni dell’area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti. Spetta esclusivamente alla Regione Lazio, nell’ambito del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, la scelta dei siti idonei per gli impianti e la loro tipologia”. 

La Regione replica citando l'articolo 197 della legge 152 del 2006 in merito alle 'Norme in materiale ambientale' secondo la quale spetta alle province l'individuazione “delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti”. Ai sensi della stessa legge la Regione, continua la nota, spetta la definizione dei criteri per l'individuazione delle aree e degli impianti. La Regione “ha il compito di redigere il Piano rifiuti, promuovendo politiche attive per ridurre la produzione dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata e stimare il fabbisogno impiantistico dei singoli ambiti provinciali. La localizzazione degli impianti è invece una competenza degli enti locali, frutto del lavoro e delle scelte delle varie amministrazioni”.

Un passaggio ‘tecnico’, quindi, quello dell’individuazione delle mappe, che sblocca una progettazione che invece rimanda alle politiche in tema di gestione dei rifiuti. La consegna delle mappe ha fatto fare un passo avanti all’iter per l’approvazione del piano regionale dei rifiuti che dovrebbe arrivare entro la fine di gennaio. L’ultimo passaggio necessario per sbloccare il piano, chiesto formalmente ieri dalla Regione Lazio al tavolo con il ministero, è il piano industriale di Ama che dovrebbe quantificare il fabbisogno di Roma per i prossimi anni e come il Campidoglio intende soddisfarlo. Il Comune, fanno sapere dalla Regione, si è impegnato a rendere noto entro una settimana. 

Il passaggio è tutt’altro che scontato. Dopo l’incendio dell’impianto di trattamento meccanico biologico al Salario, l’Ama tratta in impianti di sua proprietà solo circa 700 delle 3100 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti ogni giorno. Le restanti 2400 finiscono in altri impianti del Lazio o in altre regioni italiane come l’Abruzzo. Il Campidoglio ha affermato più volte di voler procedere con la sola progettazione di impianti di compostaggio e finalizzati al riciclo e al riuso dei materiali, mentre si è sempre detto contrario alla realizzazione di discariche di servizio. Oggi però una parte dei rifiuti di Roma, dopo essere stata trattata negli impianti di Aprilia, finisce nell’invaso di Colleferro, che ha quasi terminato le sue volumetrie. Altra, dopo essere passata dal Tmb di Viterbo, finisce a Civitavecchia. 

Sono già sul piede di guerra i sindaci dei comuni oggi citati sui giornali. "Siamo pronti a scendere in piazza insieme a tutti i cittadini contro una decisione scellerata che porrebbe a rischio la salute pubblica, pregiudicherebbe per decenni l’ecosistema del litorale, con effetti devastanti anche sull’economia turistica" le parole del sindaco Alessandro Grando. "Chiediamo di partecipare all’incontro che dovrebbe vedere la presentazione ufficiale alla Regione Lazio della mappa dei siti individuati dalla Città Metropolitana".

Attacca anche Esterino Montino, sindaco di Fiumicino: “Levatevi dalla testa l’idea di portare una discarica territoriale nel nostro Comune” dichiara. “Ribadiamo ancora una volta che la zona di Pizzo del Prete non è area bianca, come erroneamente indicato dalla Città Metropolitana, e quindi in teoria idonea alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti. Già in passato avevamo richiesto la revisione di questa cartografia sbagliata, che ignora pareri, vincoli territoriali, archeologici, ambientali e idrogeologici, che di fatto escludono quest’area dalle cosiddette zone bianche”.

Attacca anche il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci: “Tutte le aree individuate all’interno del Comune di Cerveteri hanno vincoli archeologici individuati dai decreti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, nonché il parere negativo della Soprintendenza. È vergognoso che la Città Metropolitana di Roma non abbia tenuto conto di tali vincoli, da noi segnalati insieme al comune di Fiumicino già nel 2017 con apposita relazione tecnica e poi ribaditi nel Tavolo tecnico di giugno 2018 che aveva deciso di rivedere in modo più dettagliato le mappe delle aree bianche presenti nel nostro Comune. Agiremo in tutte le sedi e non ci fermeremo finché non verranno recepite tutte le nostre istanze”.

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