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Giovedì, 21 Settembre 2023
Politica

Douglas, a Roma chiudono le prime profumerie: 74 lavoratori con il destino “sospeso”

A Roma e nel Lazio sono 19 i punti vendita che chiuderanno da qui a gennaio 2022, 128 in tutta Italia. Sindacati e vertici aziendali lavorano all’accordo per salvare i dipendenti

Le prime profumerie di Douglas a Roma, tra le 128 in tutta Italia destinate alla chiusura, hanno abbassato le serrande. Dopo settimane di promozioni e fuori tutto si sono spente le luci dei punti vendita di piazza Santa Emerenziana e Casetta Mattei. Limoni (sempre del gruppo Douglas ndr. ) di Parco Leonardo a Fiumicino aveva già chiuso ad inizio febbraio. Da qui al gennaio 2022 a Roma e nel Lazio saranno in totale 19 le profumerie Douglas che spariranno: 74 i lavoratori e le lavoratrici coinvolti nella riorganizzazione dell’azienda tedesca leader della profumeria e della cosmetica. 457 in tutta Italia. 

Douglas chiude le profumerie: a Roma e nel Lazio crisi per 74 lavoratori

E’ corsa contro il tempo per salvarli. Nel confronto tra sindacati e direzione aziendale le parti hanno concordato la proroga dell’ammortizzatore sociale per il periodo dal 25 aprile al 31 luglio 2021 ed hanno sottoscritto un verbale di accordo collettivo sulla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Massimo 250 lavoratori, dal 15 maggio al 31 luglio, potranno manifestare l’interesse a risolvere volontariamente il rapporto di lavoro a fronte di un incentivo all’esodo quantificato sulla base dell’anzianità di servizio, pari a 15mila euro lordi fino a 13 anni di anzianità e pari a 22mila euro oltre i 13 anni di servizio prestati.

Quadra anche sui criteri che fungeranno da guida nel riallocare i lavoratori tra i diversi punti vendita, qualora si aprissero posizioni. L’eventuale riallocazione in altri punti vendita non coinvolti dalla riorganizzazione, fa sapere il sindacato, terrà conto di una graduatoria individuata sulla base di un punteggio combinato tra carichi di famiglia, eventuali tutele normative previste e dalla anzianità di servizio. Qualora il punto vendita di nuova destinazione si trovi ad una distanza superiore a 80 km la società corrisponderà l’importo lordo una tantum di 1.500 euro oltre ad un ulteriore contributo di 1.000 euro. La società si è resa infine disponibile ad accogliere eventuali richieste di riduzioni di orario laddove compatibili con le esigenze organizzative territoriali. 

I lavoratori di Douglas tra esodo volontari e speranza di ricollocazione

Occhi puntati poi sulle attività che subentreranno nei locali lasciati liberi da Douglas “nella speranza - ha detto Giulia Falcucci, della Fisascat-Cisl Roma Capitale e Rieti -  che il personale venga riassorbito dai terzi subentranti”. 

Un percorso lungo e tortuoso quello dei lavoratori di Douglas verso la definizione del proprio futuro lavorativo. Il 20 maggio è prevista un’assemblea territoriale, mentre il 31 l’incontro sia a livello regionale che nazionale. “Già li potremo avere una prima panoramica dello scenario che si presenterà, capiremo quanti avranno optato per la fuoriuscita volontaria dall’azienda. Questo - ha proseguito Falcucci - è un momento molto difficile per le lavoratrici e i lavoratori di Douglas. Ma è chiaro che il criterio della volontarietà deve essere imprescindibile, nessuno senza un piano ‘b’ concreto dovrà sentirsi costretto a lasciare”. 

L'accordo tra sindacati e vertici di Douglas

Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca “si tratta solo di una prima e parziale risposta alla riorganizzazione che dovrà intrecciarsi con ulteriori risposte, in primis le cessioni dei locali, delle licenze e delle risorse umane”. A livello nazionale 67 le persone che potrebbero essere prossime al pensionamento. “Riteniamo pertanto – ha sottolineato Blanca - che gli accordi stipulati possano rappresentare la prima pietra sulla quale costruire solide fondamenta per salvaguardare l’intera forza lavoro che, ricordiamo esser prevalentemente di genere femminile, di cui il 50% part time. Pur essendo fiduciosi nell’esito delle trattive in corso – ha aggiunto la sindacalista - abbiamo chiesto alla società di incentivare il percorso di risoluzione del rapporto di lavoro su base non oppositiva e di negoziare i criteri per una riallocazione non traumatica. Sappiamo bene quanto è difficile conciliare i tempi di vita e quanto influiscono gli spostamenti in questi casi, non solo in termini di tempo ma anche dal punto di vista economico. In attesa di conoscere le offerte vincolanti e l’intero perimetro oggetto di cessione – ha evidenziato - monitoreremo l’andamento delle fuoriuscite e, a livello locale, cercheremo di riallocare i dipendenti a fronte delle eventuali posizioni che dovessero rendersi vacanti, ponendo particolare attenzione ai carichi familiari, ai benefici riconosciuti dalla Legge e all’anzianità di servizio. Aver sottoscritto questi due accordi significa aver a cuore le sorti dei lavoratori e delle loro famiglie, all’interno delle quali sono molti i minori. Ancora una volta – ha concluso Blanca - abbiamo preso le distanze dalla riorganizzazione unilaterale messa in opera da Douglas Italia in un momento in cui tutti siamo chiamati a dimostrare maggiormente senso di responsabilità e vicinanza al prossimo”. 
 

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