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Politica Africano / Piazza di Sant'Emerenziana

Douglas chiude 12 negozi a Roma, dal centro a Ostia ecco quali. E’ corsa contro il tempo per salvare i lavoratori

I primi ad abbassare le serrande saranno quelli del quartiere Trieste e di Casetta Mattei, a Parco Leonardo store già chiuso: oltre 40 gli addetti, la maggior parte donne, a rischio

Douglas chiude 12 negozi a Roma e dintorni. I primi ad abbassare le serrande saranno quelli di Casetta Mattei e piazza Santa Emerenziana con la data di chiusura fissata per il 15 maggio; poi toccherà agli store di Corso Vittorio Emanuele, Tivoli, via dei Serpenti, piazza Pio XI, via dei Castani, Torrevecchia e Ostia. A settembre sarà il turno della profumeria nel centro commerciale Feronia, a Fiano Romano. A gennaio 2022 spariranno i Douglas di piazza Vittorio Emanuele e via Tuscolana. Limoni (sempre del gruppo Douglas ndr. ) di Parco Leonardo a Fiumicino ha già chiuso. 

Douglas chiude negozia a Roma, 128 in tutta Italia

E’ una lista da brividi quella dei punti vendita di Douglas in chiusura, 128 in tutta Italia con 457 lavoratori coinvolti nella riorganizzazione dell’azienda tedesca leader della profumeria e della cosmetica. A Roma e dintorni 44 gli addetti alla vendita, quasi tutte donne, che sono piombati nella più totale incertezza sul futuro. 

Douglas Italia nelle scorse settimane ha dichiarato di voler mettere in campo soluzioni che vadano incontro alle richieste sindacali di mantenimento occupazionale, facendo sapere che ha già sottoscritto accordi di riservatezza con sei diversi operatori del settore che hanno manifestato interesse a subentrare in alcuni spazi dove oggi opera il brand tedesco. Ma l’apprensione dei lavoratori e delle lavoratrici di Douglas a Roma, come in tutta Italia, è alta. Lo stato di agitazione dura da settimane. 

Douglas, sindacati contro le chiusure

La catena tedesca ha già disdetto la maggior parte dei contratti di locazione dei negozi. Una scelta contestata dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, e Uiltucs “in assenza di un Piano Commerciale ufficiale” ed anche alla luce della proroga dei licenziamenti stabilita dal Dl Sostegni al 31 ottobre 2021.

Nell’ultimo incontro (in videoconferenza) con i vertici dell’azienda le tre organizzazioni sindacali hanno ribadito la ferma contrarietà alle chiusure ed hanno sollecitato la convocazione del tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico già richiesta nelle scorse settimane. Il confronto con la direzione aziendale è stato aggiornato al 9 aprile, data entro la quale Douglas dovrebbe presentare il Piano Commerciale palesando i criteri di individuazione utilizzati e quali sono le misure che intende mettere in campo volte alla salvaguardia occupazionale, “atteso che - sottolineano i sindacati - grazie all’e-commerce il calo di fatturato è stato decisamente contenuto”.

“Abbiamo chiesto di sviluppare e illustrare un piano industriale di ampio respiro e serio che dia valore al capitale umano, che è il vero valore aggiunto a maggior ragione per un'azienda che offre prodotti e servizi per la cura della persona, postulato sulla salvaguardia occupazionale” - ha ribadito la segretaria nazionale della Fisascat Cisl, Aurora Blanca.

Le profumerie Douglas a Roma verso la chiusura, lavoratori in stato di agitazione: "50 a rischio"

Corsa contro il tempo per salvare le lavoratrici di Douglas

“Inaccettabile”, secondo la sindacalista, la scelta di Douglas di chiudere i negozi. “Si tratta di un'azienda che impiega prevalentemente donne e che, qualora non si dovessero trovare delle soluzioni, questo segnerebbe ancor di più il gap di genere esistente nel nostro Paese”. Per salvare i lavoratori e le lavoratrici di Douglas il tempo stringe: tra poco più di un mese i primi negozi abbasseranno le serrande. Quello di Parco Leonardo è chiuso già da quasi due mesi. Urgente e indifferibile la convocazione dal dicastero a fronte della situazione che si sta paventando di ora in ora. “E’ una battaglia contro il tempo – ha evidenziato Blanca - ma dobbiamo convogliare tutte le forze affinchè le risorse umane tornino a rappresentare il fulcro nevralgico della discussione senza assistere in modo passivo alla debacle totale”. Per la sindacalista “urge anche il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali territoriali e una attenzione da parte della clientela che esortiamo in modo solidaristico a continuare ad acquistare i prodotti di bellezza direttamente nei punti vendita. Ogni loro contributo – ha concluso - potrà favorire la salvaguardia dei posti di lavoro”. 
 

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