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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica

Sprechi e debiti: a Roma neanche le farmacie comunali riescono a fare utili

Il caso della municipalizzata Farmacap è raccontato in un dossier pubblicato dai Radicali sul sito Open Campidoglio. Il consigliere Magi: "Fare chiarezza sui servizi pubblici"

Perdite milionarie, affitti esosi, posizioni poco strategiche. È impietoso il quadro delle farmacie comunali che emerge dal dossier pubblicato dai Radicali sul sito Open Campidoglio nella sezione 'Campidoglio senza filtri' sull'azienda farmasociosanitaria capitolina Farmacap, istituita nel gennaio del 1997, che gestisce 43 farmacie comunali dislocate sul territorio. Nell'ultimo bilancio approvato alla fine del 2013 il Campidoglio ha stanziato 15 milioni di euro per risollevare le sorti dell'azienda. Per rilanciarla ne servirebbero ancora 20 milioni.

Il Consiglio comunale con un ordine del giorno ha chiesto l'istituzione di una Commissione di indagine sulla società, nel 2012 passata anche dalla gestione commissariale, composta da consiglieri capitolini. Per rendere effettiva questa richiesta si attende la delibera comunale. “Questo dossier è il primo di una lunga serie (l'altro pubblicato proprio in questi giorni è quello relativo ad Ama, ndr) per fare luce sulle aziende municipalizzate capitoline” spiega il consigliere radicale eletto nella lista civica Marino. “Dall'analisi delle municipalizzate è possibile fare il punto sullo stato di salute dei servizi pubblici della Capitale oltre che accendere i riflettori sulla sofferenza finanziaria di Roma Capitale”.

In assenza della Commissione vigilanza, prevista dal contratto si servizio, e soprattutto dei bilanci approvati per gli anni 2011 e 2012, per fare chiarezza sulla situazione di Farmacap è intervenuta una due diligence (un'analisi del valore e delle condizioni di un'azienda) della società di revisione Ernst & Young che ha scoperto che non tutti i dati inscritti nel bilancio 2011 corrispondevano alla realtà, imponendo quindi una rettifica del documento contabile. Quest'ultima ha rilevato che “per quanto riguarda la perdita del 2011 stimata inizialmente a 1 milione e 400 mila euro si è giunti a 10 milioni” si legge nel dossier curato da Genea Cannelles e Alessandro Capriccioli. “La perdita del 2012 invece ammonta a quasi 5 milioni (4,7)”. Dai documenti della società inglese relativi a Farmacap, pubblicati per la prima volta proprio sul sito inaugurato dai Radicali romani, è emerso uno scollamento anche relativamente ai dati delle rimanenze di magazzino: “Nel 2011 erano di 9 milioni, ridotte a 5 milioni dopo l’analisi della Due Diligence di E&Y. Nel 2012 sono poi passate a 3.178 milioni”.

Solleva dubbi anche la localizzazioni di tali esercizi commerciali. Le farmacie comunali infatti erano nate come un servizio per la cittadinanza quindi erano da localizzare nei quartieri con popolazione più disagiata e nelle aree dove il servizio privato è carente. Basta guardare la mappa comparata delle farmacie pubbliche e di quelle private pubblicata sul sito per capire che la realtà è diversa. Scrivono i Radicali: “Delle attuali 43 farmacie comunali, solo un minoranza si trova in quartieri marginali o periferici, e molte sono collocate in zone nelle quali sono presenti numerosissime farmacie private nel giro di poche centinaia di metri”.

Localizzazioni poco strategiche per affitti da capogiro. “Un altro dato preoccupante che emerge dall’analisi dei bilanci riguarda gli affitti degli immobili. Per le farmacie effettivamente allocate in zone non di pregio i costi per gli affitti sono tra i più esosi”. Il caso più eclatante è quello del locale che si trova in via della Divisione Torino in zona Laurentina per cui si arriva a pagare circa 172 mila euro, cifra addirittura superiore a quella corrisposta per l'affitto di un locale in Corso Vittorio Emanuele. Altri esempi: Torraccio di Torrenova, circa 108mila euro annui, Selva Candida, circa 106mila euro. Il totale ammonta a circa 2 milioni di euro all'anno senza contare che nel dicembre del 2011 “il costo storico per le ristrutturazioni aveva raggiunto la cifra complessiva quasi 8 milioni di euro, anche in questo caso con punte particolarmente elevate nei locali più periferici e, curiosamente, nei locali periferici con affitto più elevato”.

Non va meglio nemmeno il tentativo di fornire il servizio, in via sperimentale, di asili nido in regime di accreditamento e di convenzionamento. “Questa sperimentazione è terminata con l’anno educativo 2007-2008. Dei cinque asili di proprietà di Farmacap l’unico in uso è quello Ugo Bossi che accoglie attualmente utenti del quartiere Infernetto a seguito di convenzionamento con l’ex XIII Municipio, oggi IX Municipio. Nel Piano Industriale e nel bilancio è riportato solo il corrispettivo ottenuto per la gestione dello stesso che ammonta a euro 380 mila annui”. Il risultato non lascia spazio a interpretazioni: il risultato netto di esercizio è di meno 670 mila euro.

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