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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Povertà, esclusione e scarsa istruzione: "4100 minori rom hanno una vita segnata alla nascita"

Presentato nella sala della Protomoteca il dossier elaborato dallAssociazione 21 Luglio 'Uscire per sognare - L'infanzia rom in emergenza abitativa nella città di Roma'

Povertà, esclusione sociale, emergenza abitativa, scarso accesso ai servizi, bassa frequenza per la scuola dell'obbligo, pari a zero se di parla di quella dell'infanzia. Sono queste le condizioni in cui vivono i circa 4100 minori rom della Capitale, 1350 di età compresa tra gli 0 e i 6 anni e 2750 tra i 7 e i 18. Numeri denunciati in un dossier elaborato dall'Associazione 21 Luglio dal titolo 'Uscire per sognare – L'infanzia rom in emergenza abitativa nella città di Roma'. Lo studio è stato presentato ieri nella sala della Protomoteca in Campidoglio durante il convegno 'Figli delle baraccopoli. Restituire il sogno perduto' in occasione della Giornata dedicata alla tutela e alla salvaguardia del benessere del bambino. Presente anche l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma Laura Baldassare che ha promesso “azioni in netta discontinuità con il passato” (LEGGI LE DICHIARAZIONI DELL'ASSESSORE)

'VITE SEGNATE' - 4100 minori a Roma, 20 mila in Italia “sono nati con una vita già segnata con il futuro irrimediabilmente compromesso dove sognare non è previsto” il commento di Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 Luglio. Per loro la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza non vale. “Un minore che nasce nelle tante baraccopoli della Capitale, che siano formali (progettate dalle istituzioni, ndr) o nate spontaneamente sa già che non potrà diventare avvocato o ingegnere. Le politiche elaborate fino ad oggi dalle istituzioni sono state inefficaci e speriamo che la nuova amministrazione possa dare risposte importanti. A questo proposito voglio sottolineare un aspetto: la questione abitativa è centrale. Senza la premessa di un'uscita dalle baraccopoli qualsiasi risposta diventa fallimentare”. 

IL SOGNO DI ANDARE A SCUOLA - I dati sulle condizioni di vita fotografate dal dossier permettono di comprendere meglio queste 'vite segnate' per sempre. “Un minore che nasce oggi in un insediamento avrà possibilità prossime allo 0 di accedere ad un percorso universitario mentre la possibilità di frequentare le scuole superiori non supereranno l'1%. In un caso su 5 non inizierà mai il percorso scolastico”. In base a dati raccolti tra il 2009 e il 2015 “tra i minori rom iscritti a scuola, uno su cinque non si è mai presentato in classe”, “nove minori su dieci non hanno frequentato con regolarità”, “un minore su due è in ritardo scolastico”. 

IL SOGNO DELLA BUONA SALUTE - L'aspettativa di vita di un minore rom che nasce nelle baraccopoli “è inferiore di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione”. Hanno “maggiori possibilità di nascere sotto-peso, di ammalarsi di malattie, respiratorie di incorrere più spesso in casi di avvelenamento, ustioni e incidenti domestici”. Più probabile anche la possibilità di contrarre le cosiddette 'malattie della povertà' come “la tubercolosi, scabbia, pediculosi, nonché infezioni virali e veneree”. Diffuse anche le cosiddette 'patologie da ghetto' come ansia e depressione, oltre a un considerevole consumo di alcol e stupefacenti. 

IL SOGNO DI UNA CASA - La precarietà abitativa è assoluta. Generale stato di abbandono senza interventi di manutenzione, condizioni igienico-sanitarie sempre più gravi, affollamento, spazi inadeguati. Questi gli aggettivi utilizzati per descrivere le baraccopoli istituzionali. Ancora peggio per campi 'tollerati' e microinsediamenti, “spesso collocati in luoghi nascosti e pericolosi”, spesso oggetto di numerosi sgomberi forzati. “Sgomberi spesso condotti con modalità illegali senza le garanzie procedurali che sarebbero previste come un congruo preavviso e il divieto di lasciare senza un tetto le persone interessate” ha aggiunto Stasolla. “Con un considerevole aumento nel 2015, anno in cui Papa Francesco ha annunciato il Giubileo della Misericordia: 80 sgomberi forzati rispetto ai 34 del 2014 e ai 54 dei 2013”. 

GLI STUDI - “Condizioni avverse nel corso dell'infanzia persisteranno per tutta la vita” il commento di Daniela Piazzalunga, ricercatrice di economia Fbk-Irvapp di Trento, che al convegno ha illustrato un possibile “approccio economico” agli investimenti sull'infanzia in termini di politiche pubbliche. “Un investimento importante perché nei primi anni dell'infanzia lo sviluppo cognitivo è più malleabile, i rendimenti più elevati, e si formano solide basi per il futuro. Soprattutto per i bambini più svantaggiati che ricevono meno input nell'ambito familiare. Investire nell'infanzia riduce le disuguaglianze e produce anche un ritorno economico per la collettività”. Aggiunge Mihaela Ionescu, direttrice del programma Issa (Olanda), presente al convegno: “Diverse ricerche europee portano alla conclusione che offrire servizi di base di qualità ai bambini dovrebbe essere considerato parte integrante dell'infrastruttura dello sviluppo sociale ed economico di un paese”. Per sintetizzare: “La prima infanzia è una finestra di opportunità”. Una finestra che per i 4100 bambini rom che vivono a Roma è ancora chiusa. 

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