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La "fantapolitica" a Cinque Stelle: pubblicate le velenose chat del "processo" a De Vito

"Sono stanca in due anni non è cambiato nulla", scrive Raggi contro Marcello De Vito. Lei e Frongia gli incendiari in quello che ha tutta l'aria di essere un processo che va in scena su whatsapp

Imbarazzo e nervosismo. Viene descritto così il clima in Campidoglio dopo la pubblicazione da parte di Affari Italiani delle chat integrali relative ai giorni caldi in cui circolava il dossier anti Marcello De Vito. Vi si trovano nomi oggi sulle poltrone di municipi e Campidoglio, schierati quasi tutti contro il candidato sindaco del 2013. Un articolo, quello di Affari Italiani, uscito dopo la smentita dell'avvocato della Raggi che aveva definito "fantapolitica" le ricostruzioni dei giornali. Marco Zonetti, autore dello scoop e spesso additato come nemico numero 1 del Movimento, ha scompaginato però le carte, smascherando quella che era una semplice difesa d'ufficio e di fatto gelando consiglieri e personaggi solitamente assai loquaci, sui social come nella vita reale. Da ieri invece niente: nessuna smentita, nessuna richiesta di rettifica, niente di niente. Solo un imbarazzato silenzio.

Un passo indietro per contestualizzare meglio e capire i contenuti delle conversazioni. A fine 2015 si scatena contro Marcello De Vito una vera attività di dossieraggio. L'obiettivo è di dipingerlo come "inaffidabile" e invotabile per le comunarie. Un attività andata a segno visto che candidata sindaca diventerà la Raggi. Ora su quanto accaduto tra fine dicembre e inizio gennaio è stata aperta un'indagine della Procura che ha già sentito la deputata Roberta Lombardi. Tra le ipotesi, secondo quanto riferito dai giornali, c'è quella che a confezionare il dossier possa essere stato Raffaele Marra.

Secondo quanto emerso sinora il 28 dicembre, nel corso di una riunione tra i consiglieri comunali pentastellati (eccetto De Vito) e i rappresentati municipali, vengono fuori una serie di accuse contro "Marcellone", come viene chiamato da tutti nel MoVimento. La più grave è quella di un accesso agli atti per motivi personali. A De Vito basta poco per smontarla, presentando una mail che dimostra come quell'attività sia stata svolta su richiesta di un avvocato che collabora con il gruppo regionale al fine di scoprire un'eventuale mazzetta. Nulla di illegale quindi. Nel frattempo però la gogna si scatena, tanti ci cascano, tanti fomentano e pochi provano ad essere moderati e garantisti. Le chat pubblicate ieri fanno riferimento proprio al periodo tra la prima riunione e la difesa di De Vito che riuscirà poi a dimostrare la propria limpidezza. 

Nelle chat compaiono nomi oggi noti alle cronache. C'è la sindaca, Virginia Raggi e il suo ex vice Daniele Frongia. A loro sembra spettare il ruolo di incendiari. La Raggi si mostra basita dal comportamento della Lombardi, rea di aver lasciato la chat. Daniele Frongia, commentando la difesa di De Vito, prova a mettere il carico: "La linea di difesa peggiora la situazione di Marcello: in sintesi l'accesso era voluto da Paolo Morricone che con quell'accesso voleva scoprire una non meglio precisata mazzetta. Domenica esporremo e discuteremo tutti i punti". A rincarare l'attuale sindaca: "Ragazzi scusate ma per verificare il pagamento di una mazzetta fai un accesso agli atti? E perché non vai dalla polizia. E non ne parli con noi...". 

lomabrdi de vito-2Quindi la Raggi sempre in chat spiega: "Noi sosterremo qualunque candidato sindaco che si muova nel m5s, rispettando il programma e le finalità. A nostro avviso lui purtroppo non rispetta queste regole basilari. (...) Sono stanca in due anni non è cambiato nulla". Con quest'ultima frase si fa riferimento evidentemente all'origine dell'astio contro De Vito. Nelle comunarie on line del 2012 che sancirono l'incoronazione a candidato sindaco dell'avvocato di Montesacro, in tanti denunciarono un decisivo intervento esterno, orchestrato dalla Lombardi sotto forma di cambio del regolamento, con il quale si allargò la platea dei votanti, sfavorendo quello che era il candidato dato da tutti per favorito, Daniele Frongia. Lì, in quel momento, nacque il desiderio di vendetta che veniva consumato proprio a fine dicembre del 2015, prima cioè delle nuove comunarie.

E ancora la sindaca: "Da quello che ci avete sempre detto le motivazioni riguardo alla inadeguatezza sono tante. Poi se ritenete di fare dei passi indietro questo lo sapete solo voi". 

Interviene a questo punto l'attuale assessora alle Politiche sociali del VII municipio, Veronica Mammì, già assistente parlamentare di Federica Daga: "Per quanto mi riguarda le prove portate dagli altri tre comunali e il vissuto di questi mesi mi sono sufficienti per dire che non è in grado di fare il sindaco e se fosse veramente onsesto dovrebbe fare un passo indietro. Il fatto che non lo faccia mi conferma che l'ambizione personale è più forte del bene colletivo". La Mammì se la prende anche con i "pompieri" che lei definisce garantisti, presenti nella chat, segnatamente Paolo Ferrara: "Il fatto che all'interno di questo gruppo ci sia sempre qualcuno che cerca sempre di fare il mediatore, il garantista della situazione, mi urta veramente. Nella vita bisogna avere il coraggio di prendere una posizione e ancora di più mantenerla".

Un processo via chat quindi che in realtà sembra una campagna elettorale. Già perché la "pena" per De Vito è l'essere dichiarato inaffidabile. Ed anche se il consigliere comunale riuscirà a dimostrare la propria limpidezza, finirà danneggiato.
 

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