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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Dl Semplificazioni e rigenerazione urbana, lettera a sostegno della tutela: "Polemiche basate su equivoci"

La lettera è stata scritta da una cittadina romana, presidente dell'associazione Carteinregola, Anna Maria Bianchi

Il dl Semplificazioni in via di discussione alla Camera dopo l'approvazione del Senato ha suscitato non poche polemiche sul tema degli interventi edilizi. In particolare, a suscitare la contrarietà delle associazioni di categoria, è un emendamento che pone dei limiti alla rigenerazione urbana nelle 'zone omogenee A' prevedendo che in queste aree gli interventi di demolizione e ricostruzione siano consentiti esclusivamente nell'ambito dei piani urbanistici di recupero e di riqualificazione particolareggiati, di competenza comunale. Dopo aver pubblicato la posizione delle categorie professionali coinvolte, dai costruttori agli architetti tutte contrarie, Romatoday pubblica la lettera indirizzata alla redazione da una cittadina romana, presidente dell'associazione Carteinregola, Anna Maria Bianchi, che si dice in difesa dell'emendamento.

Gentile Direttore,

Gentile Redazione,

chiediamo di avere la possibilità di rispondere  alle critiche, rilanciate da molte testate, ad alcuni emendamenti all’art.10 del decreto semplificazioni sulla “rigenerazione urbana”(*) avanzate da  ordini professionali e categorie imprenditoriali legate all’edilizia, ma anche –  inaspettatamente  – da associazioni ambientaliste come Legambiente, che rilanciano la narrazione della “città bloccata” e della “rigenerazione urbana che non si può più fare”. Narrazione che si basa su due equivoci.

Il primo è che si vuole far credere che  si vieti la demolizione e  ricostruzione di immobili degradati nei centri storici, mentre l’emendamento si limita a sottrarre gli interventi – nelle zone storiche! – alle ragioni del profitto per sottometterli alla guida pubblica, inserendoli “nell’ambito dei piani urbanistici di recupero e di riqualificazione particolareggiati, di competenza comunale”.

A oggi, a Roma,  gli interventi di “rigenerazione” non  riguardano  le zone semiperiferiche e periferiche dove sarebbero necessari, ma le zone  più appetibili dal punto di vista immobiliare, come  quei tessuti urbani storici centrali e semicentrali  che comprendono anche  l’espansione otto-novecentesca consolidata, di cui, ad esempio fanno parte i famosi “villini” inizio novecento.

Il secondo equivoco riguarda la  differenza tra “rigenerazione urbana”,  “locuzione che, traducendo l’inglese urban regeneration, designa i programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare alla scala urbana che puntano a garantire qualità e sicurezza dell’abitare sia dal punto di vista sociale sia ambientale, in particolare nelle periferie più degradate”,  e  “rinnovamento urbano”, “urban renewal”, progetti “spesso rivelatisi interventi prevalentemente di demolizione e ricostruzione, a carattere più o meno apertamente speculativo (da Enciclopedia Treccani). Perchè la  “rigenerazione urbana” non consiste nel  buttare giù un palazzo o un villino e ricostruirlo con un bel po’ di metri cubi in più, magari con materiali più ecologici, in centro come  in periferia. “Rigenerazione urbana” vuol dire mettere al centro la vita delle persone,  partire dalle zone con più problemi, affrontare le carenze  di un territorio, ricostruire le comunità, coinvolgere gli imprenditori privati insieme ai residenti:  progetti complessi, che non possono  che essere guidati  da un soggetto pubblico.  

Legittimo che le  categorie professionali e produttive invochino provvedimenti più favorevoli per i propri obiettivi, e sicuramente hanno ragione quando chiedono che siano migliorati  i tempi morti della burocrazia, ma “semplificare” non può voler dire bypassare le decisioni pubbliche lasciando mano libera ai  – legittimi – interessi privati.  Per chi ha a cuore l’interesse generale, la guida pubblica delle trasformazioni urbane non è un limite e una complicazione, ma  la base democratica a tutela dei cittadini e della conservazione del patrimonio collettivo per le future generazioni.

Soprattutto dopo questa drammatica esperienza della pandemia,  che dovrebbe indurci a ripensare ai nostri modelli di sviluppo, economico e urbano.

Associazione Carteinregola

Anna Maria Bianchi

Presidente

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