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Malagrotta 2, la Regione accelera: per la discarica nessuna valutazione d'impatto ambientale

I comitati della Valle Galeria: "Ennesimo vile attacco al nostro territorio". Cacciatore, consigliere grillino sospeso dal M5s: "Provo ribrezzo"

Niente Valutazione d'impatto ambientale (Via) per la discarica di servizio di Roma pronta a sorgere nella Valle Galeria, già ribattezzata la Malagrotta 2. Il progetto presentato in regione dalla New Green Roma srl di Valter Lozza (lo stesso proprietario di altre due cave per smaltimento di rifiuti nel Lazio) non verrà sottoposto alla procedura tecnico-amministrativa atta a verificare l'impatto ambientale dell'opera sul territorio. Si andrà direttamente alla Conferenza dei Servizi per l'autorizzazione finale. A stabilirlo la direzione Politiche ambientali di via Cristoforo Colombo con una determina dirigenziale del 25 giugno. 

Il progetto può non essere assoggettato a Via (come stabilito dal Testo Unico Ambientale, D.lgs.152/2006) perché rientra tra le discariche "di rifiuti urbani non pericolosi", con capacità complessiva inferiore ai 100mila metri cubi. Per l'esattezza 75mila suddivisi in due lotti, su un'area dove è già stata autorizzata nel 2019 una discarica di inerti e fanghi per un volume totale di 1 milione e 420mila metri cubi. 

I tecnici regionali hanno stabilito che date le dimensioni del progetto e la presenza di un altro sito di smaltimento autorizzato, l'impatto ambientale non sarà significativo. Nonostante i pareri negativi arrivati dagli uffici di Roma Capitale (per quanto il sito sia stato scelto dallo stesso Campidoglio), da Enav (partecipata che gestisce il traffico aereo civile, si è espressa per la vicinananza all'aeroporto di Fiumicino) e dal ministero della Difesa che nei pressi dell'area in questione ha un centro interforze.

Una scelta che ha subito scatenato la rabbia dei comitati di cittadini della Valle Galeria: "Questo è l'ennesimo vile attacco nei nostri confronti. Un vero accanimento". Senza contare, ricordano, che sull'altra autorizzazione data dalla regione alla discarica di inerti è da poco arrivato il freno del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso presentato dal comitato Raggio Verde, rimandando al Tar la decisione in merito a un'eventuale sospensione del cantiere. 

"Esprimo il mio profondo rammarico misto a un po' di ribrezzo per questa ennesima decisione a danno di un territorio violentato a livello ambientale" commenta il consigliere regionale Marco Cacciatore, grillino sospeso per un mese dal M5s proprio per un esposto presentato in merito alla vicenda Monte Carnevale (la Procura ha poi disposto accertamento sull'iter autorizzativo). Lo stesso Cacciatore apre poi l'interrogativo: perché presentare un progetto da 75mila metri cubi di capienza quando Roma non produce meno di 1000 tonnellate al giorno di scarti da inviare in discarica e potenzialmente potrebbe contenere un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti? "Davvero strano che la richiesta sia relativa a una quantità così minima - commenta il consigliere - staremo a vedere, resteremo a combattere accanto ai territori".

Cosa succede adesso? Partirà a luglio la Conferenza dei Servizi con il deposito dei pareri degli organi competenti in materia, per arrivare poi alla scelta conclusiva sul rilascio dell'autorizzazione. Durata, sulla carta, 90 giorni. Mentre è pronto alla discussione in commissione Ambiente, con quattro sedute già calendarizzate, il nuovo piano rifiuti regionale. Primo appuntamento martedì 30 giugno. Obiettivo: approvarlo in Consiglio regionale prima della pausa estiva. 

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