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Malagrotta 2, la memoria corta di Raggi: mozioni ed esposti ignorati e dissidenti convinti della "bontà della scelta"

Tutte le occasioni perse dalla sindaca per ritornare sulla scelta di realizzare una nuova discarica nell'ex cava della Valle Galeria

Ci sono voluti gli arresti domiciliari della dirigente regionale Flaminia Tosini e dell'imprenditore dei rifuti Valter Lozza per fare cambiare idea alla sindaca Virginia Raggi sulla destinazione dell’ex cava di Monte Carnevale. Ieri pomeriggio la prima cittadina ha infatti annunciato che ne revocherà l'autorizzazione.

La storia di Malagrotta 2, dalla discarica di inerti a quella per tutti i rifiuti di Roma

Una scelta difesa e consapevole

La scelta del sito, però, era avvenuta proprio per volontà di Virginia Raggi che lo aveva, contro ogni pronostico, preferito ad una serie di altre aree che le erano state fornite, da Tragliatella a Falcognana. Ma soprattutto è stata una scelta che, la prima cittadina, aveva deciso di portare avanti nonostante tutto e tutti. Perchè, dalla firma della delibera capitolina che il 31 dicembre 2019, individuava la Valle Galeria per la nuova discarica di Roma, ad oggi, tanti sono stati i segnali, gli appelli, le iniziative messe in campo per chiedere alla sindaca un ripensamento.

Preso atto degli arresti di Tosini e Lozza, Raggi ha provato a riscrivere la storia di Monte Carnevale. Ha dichiarato di essere stata “massacrata” per cinque anni e di aver subito “ogni tipo di accusa solo perché mi opponevo al modello di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ma alla fine avevo ragione”. I fatti, però, dimostrano che sulla discarica nella Valle Galeria aveva torto. E che quando dichiara che “il 31 dicembre del 2019 Roma Capitale è stata, di fatto, costretta ad indicare Monte Carnevale come sito idoneo” non dice il vero. Per la Sindaca era “ una imposizione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti del Lazio”. Il piano però in realtà chiedeva di chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito territoriale e per farlo c'era bisogno di indicare una discarica, da scegliere tra i siti reputati idonei dalla città metropolitana (a guida Raggi). La scelta del sito è stata alla fine di Raggi che nel corso dei mesi successivi non l'ha mai rinnegata.

Il parere contrario (ignorato) della dirigente comunale

CI sono una serie di accadimenti che dimostrano quanto Virginia Raggi fosse risoluta nel portare avanti la scelta di Monte Carnevale. Il primo è datato 2 gennaio 2020. E’ quello il giorno in cui sulla stampa emerge il parere contrario di Laura D’Aprile. La dirigente capitolina, in una conferenza dei servizi svoltasi prima di Natale sulla richiesta di trasformare l’ex cava in una discarica di inerti, aveva espresso parere negativo perchè “vi è già un procedimento di recupero ambientale del sito”. La discarica di inerti viene invece approvata ed il Campidoglio dimentica rapidamente quel parere. Non tutti i grillini, a dire il vero, perchè sulla questione si registrano i malumori della presidente del XII municipio Silvia Crescimanno e di suo marito Daniele Diaco, il presidente della commissione Ambiente di Roma Capitale. Anche l’ex capogruppo Paolo Ferrara è contrario alla scelta e vota infatti le mozioni presentate dall’opposizione che invocano un ripensamento.

Ignorate le mozioni approvate in Assemblea capitolina

Ignorati i malumori dei suoi stessi consiglieri ed il parere negativo della sua dirigente, la Sindaca decide di non ascoltare neppure le richieste che arrivano dall’Aula. L’assemblea capitolina, il 21 gennaio, presenta infatti ben due mozioni contro Monte Carnevale. Una è portata in discussione da Fratelli d’Italia e chiede espressamente “di riconsiderare, in relazione alle criticità ambientali,” la decisione presa con l’approvazione della delibera di GIunta del 31 dicembre. L’altra è presentata dal centrosinistra, compreso Fassina, e chiede di “ritirare la delibera di giunta e contestualmente di indicare un nuovo sito”. Entrambe poi sottolineano la necessità di avviare “tempestivamente” gli interventi di riqualificazione della Valle Galeria. Le due mozioni passano a maggioranza, anche con i voti di alcuni consiglieri grillini (mentre altri si asterranno). Ma non smuoveranno la Sindaca dalla decisione presa.

Le proteste dei cittadini

Tra le votazioni e la divulgazione del parere negativo della sua dirigente, la scelta di Monte Carnevale viene contestata dai cittadini della Valle Galeria. L’11 gennaio scendono in piazza per dire no all’ipotesi di una Malagrotta Bis, in un territorio già martoriato dalla presenza di impianti per il trattamento dei rifiuti. Con i cittadini si vedono anche Diaco ed minisindaci Crescimanno e Lozzi, all’epoca ancora pentastellata. Dal territorio partiranno poi una serie di ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato, costantemente ignorati dal Campidoglio. 

Monte Carnevale: dalla discarica di inerti alla Malagrotta bis

L'esposto in Procura

Una nuova occasione di ripensamento viene fornita dall’esposto presentato dal presidente della commissione regionale ai rifiuti Marco Cacciatore, in quel momento ancora tra le fila del Movimento cinque stelle. Nell’esposto presentato in procura, il consigliere chiedeva, sulla scelta di fare una discarica a Monte Carnevale,  di “disporre gli opportuni accertamenti” valutando “gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti”. Cacciatore sottolineava inoltre la “scelta evidentemente contraddittoria da parte della Giunta Comunale di Roma Capitale, la cui direzione si dichiarava contraria alla discarica di inerti, di scegliere lo stesso sito di Monte Carnevale come discarica di Fos”. Un'invesione di marcia avvenuta nel volgere di appena dieci giorni.  

Nessun confronto, dissidente sospeso

Viene da chiedersi se, su queste perplessità avanzate dal consigliere regionale all’epoca del M5s, la Sindaca abbia avuto modo di fornire dei chiarimenti. La risposta l’ha fornita a RomaToday il diretto interessato. “Non ho mai avuto il modo di confrontarmi con la Sindaca tranne che in un paio di incontri che servivano ad assecondare decisioni già prese”. E nel merito dell’esposto “la Sindaca era informata perchè, mio malgrado, un giornalista riuscì a procurarsi la comunicazione che inoltrai alla Procura allegandola all’esposto”. La notizia divenne rapidamente di pubblico dominio ma, successivamente, non ci fu alcun confronto con il consigliere che aveva avanzato queste perplessità. “Se la sindaca mi avesse chiamato per trovare un punto di caduta, a vantaggio delle Valle Galeria - ha spiegato Cacciatore - io ne sarei stato felice e disponibilissimo. Purtroppo così non è stato”. 

I ripensamenti in corso d'opera

Il consigliere regionale in disaccordo con la scelta della sindaca è stato poi sospeso per 30 giorni dai probiviri del M5s. Mentre i fedelissimi che erano contrari a quella scelta, hanno avuto modo di ricredersi. Tra questi l’ex capogruppo Ferrara che in un’intervista rilasciata a RomaToday, nel maggio del 2020, ha spiegato che “sul discorso rifiuti avevo opinioni precise, con il tempo poi parlando con i colleghi e anche con la sindaca ho avuto la possibilità di comprendere a pieno la bontà delle proposte”.  Che la decisione di utilizzare l’ex cava di Monte Carnevale fosse una buona idea, però, è oggi la stessa Sindaca a smentirlo. Ma ci sono voluti due arresti. Meglio tardi che mai.
 
 

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