rotate-mobile
Politica

Scontro aperto sui rifiuti, Fortini: "Malagrotta potrebbe riaprire"

"Potrebbe ospitare 250 mila metri cubi di rifiuti" ha detto il presidente di Ama. Raggi lo attacca: "TMB a Roma pieni da ottobre, Fortini dov'era?". Reagisce anche la Regione: "Non riaprirà più"

Riaprire la discarica di Malagrotta per far fronte all'emergenza rifiuti romana. Il presidente di Ama Daniele Fortini, con un piede già fuori dalla municipalizzata romana, entra a gamba tesa nella silenziosa guerra sulla gestione dei rifiuti cittadina che si sta giocando ormai da qualche giorno tra Comune, Ama e la Regione. "Certo che sì" avrebbe infatto risposto Fortini, uscendo dall'incontro con il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti Alessandro Bratti, a quanti gli chiedevano se l'invaso dove per decenni è stata sotterrata l'immondizia romana potrebbe riaprire. "Malagrotta potrebbe ospitare 250 mila metri cubi di rifiuti" spiega Fortini "pari a circa 300mila tonnellate". Poi ha annunciato: "I nostri tecnici hanno redatto, insieme con quelli del dipartimento Ambiente, un documento di azioni che, nell'immediato, dovrebbe procurare quel sollievo desiderato da cittadini, amministratori, ma prima di tutto da Ama". 

Con il Comune di Roma, dopo il blitz di ieri dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro che a sorpresa ha costretto Fortini a rendere conto ai romani del suo operato con una diretta Facebook, lo scontro è aperto. La sindaca Virginia Raggi risponde su Twitter senza fare sconti: "Malagrotta non riapre, si bonifica e abbiamo pronta una delibera. A proposito di profezie, TMB a Roma pieni da ottobre, Fortini dov'era?". Poi ha aggiunto su Facebook: "Sorprendono, francamente, le parole del presidente Fortini, soprattutto quando afferma che qualcuno sta tentando di portare avanti una marginalizzazione di Ama per favorire il privato, quando la nostra linea persegue da sempre direzioni diametralmente opposte. Qui il punto è un altro".

Aggiunge la sindaca: "I Tmb a Roma erano pieni da ottobre e nessuno ha mosso un dito, qui il punto è che è arrivato il momento che i dirigenti si assumano le loro responsabilità. Perché un presidente ha l'obbligo di amministrare un'azienda e ha l'obbligo di farlo nel migliore dei modi. La situazione di pre-emergenza a Roma era chiara fin dalla campagna elettorale, ma qualcuno ha optato per la linea attendista. Vogliamo pensare che lo abbiano fatto per metterci il bastone in mezzo alle ruote? Non importa, lavoreremo per risolvere il problema. Ma, intanto, ognuno al suo posto". 

Decisa anche la risposta dell'assessore regionale Mauro Buschini: "Malagrotta è chiusa e per quanto riguarda la Regione Lazio non riaprirà più".

Fortini è deciso ad andarsene. "Il 4 agosto convocherò l'assemblea di Ama e al primo punto dell'ordine del giorno ci sarà la presa d'atto delle dimissioni del Cda, poi al secondo la nomina del nuovo organo amministrativo di Ama" ha spiegato. "Spero che l'amministrazione capitolina sia in grado di nominare i nuovi vertici. Abbiamo atteso in modo collaborativo che l'amministrazione prendesse una decisione e io resterò fino a quando la legge mi obbliga". Il presidente non ci sta a diventare parafulmine della difficile gestione dei rifiuti romana. E' stato lui stesso a chiedere un incontro al presidente della commissione 'Ecomafie' per "attualizzare l'inchiesta sul ciclo dei rifiuti". 

Per Fortini "la verità è che Ama non ha colpe".  Poi ha spiegato: "Ho già vissuto due vere emergenze, a Firenze tra l'86 e l'88 e a Napoli dal 2007 al 2011. Mi pare ci sia una sorta di ritualità che prevede di dare colpa all'azienda pubblica, per poi togliere di mezzo un soggetto obbligato alla trasparenza, che deve fare le gare e agire nella piena tracciabilità dei suoi comportamenti, per poi ricorrere a soluzioni che poco hanno a che fare con trasparenza e legalità". Secondo Fortini si sta cercando di "marginalizzare l'Ama" e la si accusa "di incapacità, come dire: marginalizziamo Ama e facciamo lavorare qualcun altro. Ho letto persino che un privato ha già messo a disposizione delle teste di cuoio per pulire Roma". Nel vortice dei rifiuti romani, Fortini trascina anche Beppe Grillo: "Ricordate quando disse che avrebbero fatto trovare a Roma un'emergenza rifiuti, per poi dare la colpa al neo-sindaco Raggi? Direi che fu profetico". 

Fortini è tornato anche sull'utilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia, uno dei punti di scontro maggiore con l'assessore Muraro prima, e con la Regione poi, nel corso della diretta sui social di ieri: "E' curioso: si dice ad Ama di chiudere il Tmb di Rocca Cencia perché inquina e sporca, poi si propone di portare poi i rifiuti al tritovagliatore di Rocca Cencia, che sta proprio ad 11 metri dall''impianto Ama" ha ribattuto. "L'idea che si debba usare il tritovagliatore di Colari, cioè di Cerroni, che quella sia la soluzione del problema, cioè che quella macchina possa consentire la ripresa della regolarità di tutti quei servizi che oggi vengono offerti in maniera sofferente alla città è una scorciatoia che può essere agita soltanto per effetto di un'ordinanza o del governatore o del sindaco di Roma". Oppure, prosegue il presidente Ama, la Regione deve "rilasciare l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) ad un impianto che non ce l'ha e stabilire la tariffa alla quale Ama può consegnare legittimamente e legalmente i rifiuti a quell'impianto". Replicare che queste "sono scartoffie, perché l'impianto va usato comunque", conclude Fortini, "mi fa sentire l'eco di chi diceva a qualcuno delle cooperative ''fallo e poi vediamo''. Non va bene, la legalità ci dev'essere sempre e l'onestà ogni giorno". 

Sulla vicenda è intervenuta anche l'assessore ai Rifiuti Paola Muraro: "Invece di rivolgersi alla stampa, il presidente Ama Fortini farebbe bene a darsi da fare affinché la città rientri nella normalità. I tmb erano fermi da ottobre, c'erano tutte le avvisaglie da mesi che Roma sarebbe caduta in una situazione emergenziale, e noi lo dicevamo, ma è stato fatto ben poco. Lo dimostra il documento operativo che Ama ha redatto sotto mia richiesta, un documento che un documento non è, ma una bozza, nemmeno scritta su carta intestata dell'azienda e senza la firma del presidente Fortini ma di un direttore. Cosa c'è di puntuale in questo atteggiamento? Parliamo di una delle aziende capitoline più importanti e cruciali per Roma e questo è l'approccio a una situazione così complessa com'è quella dei rifiuti oggi in città?" si chiede l'assessore su Facebook.

"L'invito è a lavorare tutti per un unico scopo e ad accettare il fatto che finalmente c'è un'amministrazione che per la prima volta nella storia della Capitale apre un dialogo schietto e leale con Ama per far comprendere ai romani cosa sta succedendo. Io questo lo trovo un valore aggiunto, perché i cittadini devono sapere. E, come ha già sottolineato la sindaca, Malagrotta non si riapre, si bonifica. Intanto io sto andando a Rocca Cencia per prendere parte all'assemblea cittadina sull'ecodistretto, perchè noi ci mettiamo la faccia, mentre c'è chi non ci mette nemmeno la firma" la conclusione. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scontro aperto sui rifiuti, Fortini: "Malagrotta potrebbe riaprire"

RomaToday è in caricamento