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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Come verrà coperta la discarica di Malagrotta? Attesi chiarimenti in commissione Trasparenza

A convocare la seduta il presidente Andrea De Priamo. Da capire se verrà utilizzata la fos per le operazioni di "capping" che precedono la vera e propria bonifica

È una corsa contro il tempo. Entro il 31 dicembre i lavori per la bonifica della discarica di Malagrotta devono essere almeno partiti, altrimenti i fondi europei andranno persi. Circa 250 milioni di euro per finanziare le operazioni provenienti dal Fondo coesione e sviluppo. I nodi da sciogliere però sono diversi, dal trattamento del percolato (procedimento che attiene alla vera e propria bonifica) alla procedura di "capping", che è la prima operazione da eseguire. Seduti al tavolo che dovrà trovare al più presto una quadra ci sono i tecnici di Governo, Comune e Regione, il tutto sotto il controllo del generale Giuseppe Vadalà nominato commissario unico dal Consiglio dei ministri. 

Entro giugno road map e progetto dovranno essere pronti per l'indizione della gara pubblica, necessaria ad affidare i lavori. Gli enti competenti si sono già riuniti più volte ma poco o niente trapela sulle ipotesi di intervento allo studio. A tal proposito il presidente della commissione Trasparenza Andrea De Priamo convocherà a stretto giro una seduta per audire gli attori principali, con ogni probabilità venerdì 18 marzo, una settimana dopo il Consiglio straordinario sui rifiuti che si terrà in Campidoglio. Il punto principale da chiarire è la possibilità di utilizzare la fos (frazione organica stabilizzata), in pratica i rifiuti lavorati in uscita dai tmb (impianti di trattamento meccanico-biologico), per coprire la discarica. Così ha previsto un vecchio progetto del 2008 presentato in Regione dalla E.Giovi (la società di Manlio Cerroni al momento sotto amministrazione giudiziaria). Non è chiaro se questo verrà recuperato o meno. L'ipotesi circola tra gli addetti ai lavori.

Perché si parla di una riapertura di Malagrotta e cosa c'è di vero

Il progetto di Cerroni

Il timore però è che l'operazione equivalga nei fatti a una riapertura della discarica. Nel progetto in questione si andrebbe a ricoprire la discarica con circa 100mila tonnellate l'anno di fos, con il vantaggio di risparmiare le risorse necessarie per pagare gli sbocchi fuori Roma che quella stessa fos già richiede per essere smaltita. I tmb di Malagrotta, sempre di proprietà di Cerroni, ne producono circa 130mila l'anno. Un'operazione del genere equivarrebbe a riaprire di fatto la discarica? La fos viene già smaltita normalmente in discarica, e anche in questo caso verrebbe trasportata a Malagrotta e utilizzata per la realizzazione del "cappotto" protettivo, con tempi comunque lunghi, dal momento che - come precisato nella relazione tecnica consegnata dallo stesso Cerroni in passato all'amministrazione, che RomaToday ha visionato - serve 1 milione di metri cubi di materiale. Anni quindi per completare la copertura. 

Questo il principale punto da chiarire. "Vorremmo avere chiarimenti in merito - commenta il presidente di commissione di FdI Andrea De Priamo - riempire la discarica di frazione organica stabilizzata non significherebbe bonificarla ma di fatto continuare ad utilizzarla beffando ancora una volta i cittadini. Vogliamo invece un vero recupero ambientale di una potenziale bomba ecologica". 

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