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Bonifica Malagrotta, ecco i soldi: l' "opera colossale" può partire

Il Governo ha autorizzato la spesa di 250 milioni per la messa in sicurezza dell'ex discarica più grande d'Europa

I fondi per mettere in sicurezza l’ex discarica più grande d’Europa sono ora disponibili. Il consiglio dei ministri, con il decreto legge dello scorso 24 febbraio, ha messo nero su bianco quali saranno le tranche per finanziare quella che lo stesso sindaco Gualtieri aveva definito un’ “opera colossale”

Le tranche di finanziamento

Per consentire “gli interventi di adeguamento alla normativa vigente” dell’ex discarica, si legge nel decreto firmato dal Cdm, è stata autorizzata la spesa di 5 milioni nell’anno 2023, di 55 milioni nel 2024, di 100 milioni nel 2025 di 65 milioni nel 2026 e di altri 25 milioni per il 2027. In tutto, a disposizione del commissario governativo, il generale Giuseppe Vadalà, ci sono 250 milioni di euro. Si tratta di finanziamenti europei che serviranno a far partire una maxi operazione articolata attraverso due distinti progetti, già pronti.

Si entra nella fase operativa

“Samo pronti a rendere esecutivi i progetti già precedentemente redatti, per assicurare la piena messa in sicurezza della discarica. È un lavoro colossale, vista la quantità enorme di rifiuti, ed assolutamente necessario per la restituzione ai cittadini e al territorio di un’area completamente risanata” ha dichiarato il generale Vadalà, annunciando le tranche di finanziamento ora disponibili per l’atteso capping e le altre opere correlate. Due sono le gare di appalto previste per altrettanti distinti interventi.

Il capping provvisorio

La prima opera da realizzare è quella che prevede la creazione di un capping provvisorio. Servirà ad evitare che il percolato, oggi stimato in 10 milioni di metri cubi, possa entrare in contatto con l’acqua piovana. Per evitare che questo accada, saranno sistemati 2800 pozzi, nella parte sommitale della discarica, che serviranno ad estrarre il percolato ed il biogas. Quest’ultimo sarà captato con l’intenzione di sfruttarlo come risorsa energetica. 

Il secondo progetto

L’altro progetto di messa in sicurezza dell’ex discarica, prevede di rifare ed ampliare di 500 metri il diaframma plastico esistente, portandolo in tal modo a raggiungere 6,3 chilometri. Servirà a contenere tutta la discarica e quindi sarà un’opera imponente, altra più di 35 metri, com’era stato già spiegato dal commissario Vadalà durante l’apposito consiglio straordinario tenutasi lo scorso novembre nel municipio XI. Una volta completato questo polder perimetrale, la discarica verrà chiusa con un capping definitivo, che è previsto sia composto da vari strati di tessuti, materiali argillosi e terre.

Un lavoro non rimandabile

“Sarà un processo cadenzato da un preciso cronoprogramma per giungere in maniera ottimale alla messa in sicurezza dei territori” ha commentato il generale Vadalà “perché non si può più aspettare e dobbiamo solo lavorare di grossa lena per la definitiva chiusura di questo problema della nostra bella Capitale”. Un problema che si trascina dal 2013 da quando cioè la discarica, è stata chiusa. A distanza di dieci anni cominciano ad essere disponibili le risorse per mettere in sicurezza quella collina artificiale, un tempo una cava, in cui sono stati depositati in trent'anni quasi 80 milioni di metri cubi di scarti.

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