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Tutti contro le discariche: da Albano a Magliano Romano la provincia non vuole i rifiuti di Roma

I territori si sollevano contro le discariche. E la causa di Magliano Romano arriva all'attenzione del Parlamento europeo

La discarica di Magliano Romano è ora all'attenzione del Parlamento europeo. La raccolta firme dell'Associazione ecologica monti Sabatini, comitato che da anni si batte per scongiurare l'arrivo di rifiuti urbani speciali (anche da Roma) nella cava, già attiva ma solo per gli inerti, verrà vagliata dalla Commissione petizioni dell'Eurocamera. 

"Abbiamo formalmente richiesto alla Commissione di pronunciarsi sulla questione inerente alla richiesta di riclassificazione della discarica - spiegano dall'associazione - per ribadire il principio della prevalenza della normativa europea e nazionale nel rispetto dei principi di precauzione ambientale, prevenzione del danno e sostenibilità, altresì valutando la sussistenza degli estremi per un'eventuale procedura d'infrazione".

A farsi carico delle istanze del territorio di Magliano, la eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde. "Confido che il Parlamento europeo saprà valorizzare le loro legittime richieste riguardo al rispetto del principio di tutela dell'ambiente e della salute" commenta Evi. Per la causa anche il consigliere regionale dei Verdi Marco Cacciatore. "Il contributo di Eleonora sarà come sempre fondamentale, per seguire da vicino l'andamento della Petizione depositata dall'Associazione". 

La battaglia contro la discarica

Si tratta di un invaso di 890mila metri cubi di proprietà della società Idea 4, partecipata anche da Acea, oggetto appunto di una Conferenza dei Servizi in piedi da sette anni, rimasta dormiente per diverso tempo e ora riaperta con un'accelerata che ha fatto tornare i cittadini del territorio sulle barricate, generando il sospetto che la cava serva a stretto giro per risolvere i problemi della Capitale. L'unico parere positivo arrivato per ora è quello dell'Area rifiuti regionale. Contraria la Asl. Decine di associazioni insieme al sindaco Mancini contrastano il progetto, opponendo motivazione tecniche e normative di importanza cruciale: la discarica si trova in un'area soggetta a fattori escludenti di tutela integrale. In altre parole, si trova troppo vicino, a circa 800 metri da siti sensibili, in particolare una scuola, secondo le distanze messe nero su bianco dal Piano rifiuti regionale del 2020. 

Cittadini in protesta anche ad Albano

Ma non c'è solo Magliano a lottare contro i rifiuti di Roma. Nel fine settimana i cittadini di Albano hanno protestato sotto palazzo Valentini, sede della Città Metropolitana, contro la proroga dell'ordinanza dell'ex sindaca Virginia Raggi da parte di Gualtieri. La discarica dei Castelli Romani, chiusa dal 2016 e riaperta la scorsa estate, continuerà a restare attiva per altri sei mesi. "L'impianto deve chiudere - ha detto il primo cittadino di Albano Massimiliano Borrelli - e chi è responsabile dell'iter amministrativo, ovvero la Regione Lazio deve avviare una caratterizzazione idrogeologica e la bonifica dell'intera area per dare garanzie ai cittadini che ci abitano in termini di tutela ambientale e di salute". Richieste ora sul tavolo del vicesindaco della Città Metropolitana, appena eletto, Pierluigi Sanna, che durante la protesta dello scorso sabato ha ricevuto una delegazione di comitati. 


 

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