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Discarica, per Calenda "l'area più appropriata" è Magliano Romano. Scatta la polemica

Contro il leader di Azione il sindaco del Comune alle porte di Roma: "A che titolo interviene? Nelle sue dichiarazioni superficialità e disinformazione"

"La discarica a Magliano Romano? Ci sembra l'area più appropriata". Lo ha detto Carlo Calenda durante la conferenza stampa di presentazione della giunta ombra che farà opposizione a Gualtieri, scatenando più di una polemica. Il paesino di 1500 abitanti alle porte di Roma nord, secondo il leader di Azione, potrebbe ospitare una cava per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati provenienti dai Comuni limitrofi, anche dalla Capitale. "A che titolo e a nome di chi Carlo Calenda interviene in questa vicenda non è chiaro" tuona il sindaco del Comune Francesco Mancini. "Di chiarissimo c'è invece, la superficialità e la disinformazione sulla base delle quali definisce Magliano l'area più appropriata per realizzare una discarica. Altro che giunta ombra!". 

Storia della discarica

Si tratta di un invaso di 890mila metri cubi di proprietà della società Idea 4, partecipata anche da Acea, oggetto appunto di una Conferenza dei Servizi in piedi da sette anni, rimasta dormiente per diverso tempo e ora riaperta con un'accelerata che ha fatto tornare i cittadini del territorio sulle barricate. L'unico parere positivo arrivato è quello dell'Area rifiuti regionale. Contraria la Asl. Decine di associazioni insieme al sindaco Mancini contrastano il progetto, opponendo motivazione tecniche e normative di importanza cruciale: la discarica si trova in un'area soggetta a fattori escludenti di tutela integrale. In altre parole, si trova troppo vicino, a circa 800 metri da siti sensibili, in particolare una scuola, secondo le distanze messe nero su bianco dal Piano rifiuti regionale del 2020. 

Tuonano i consiglieri leghisti

Così basta una frase del leader di Azione per sollevare la polemica. Contro Calenda anche esponenti della Lega, che in zona Magliano Romano hanno un discreto bacino elettorale. "La sinistra capitolina, anche gli esuli del Pd ex candidati a sindaco, dovrebbero tacere sul tema rifiuti" commenta il deputato Claudio Durigon. "Non può essere certo Magliano a pagare il conto dell'incapacità di Zingaretti e compagni". "Strampalata e contro ogni logica l'idea di indicare il piccolo comune di Magliano Romano. La triste realtà è che Calenda è ormai solo l'ombra di se stesso, un ricordo già lontano e sbiadito di quel finto politico da territorio a breve termine che si presentò in campagna elettorale per il Campidoglio" ha dichiarato in una nota il consigliere regionale Daniele Giannini. Gli fanno eco Antonio Giammusso e Luca Quintavalle, rispettivamente consigliere della Cittá metropolitana e segretario politico della Lega Roma nord: "Proposte sconclusionate, quelle di Calenda, che umiliano un territorio e le persone che vi risiedono. Invieremo allo smemorato di viale Parioli una ricca documentazione perché possa farsi un'idea sulla necessità della tutela ambientale, sul rispetto del principio di legalità e quale impatto negativo avrebbe su un'area incontaminata come quella del Parco di Veio". 

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