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Discarica di Albano sotto sequestro: "Gualtieri e Zingaretti compari di disastri"

Polemiche dalle opposizioni in Comune e Regione. FdI: "Anziché sinergia costruttiva tra due amministrazioni politicamente affini, si sta dimostrando una somma di titubanze e incapacità"

"Un colpo di grazia alla disastrosa gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio". Non le mandano a dire gli esponenti di centrodestra all'opposizione, scagliati contro il sindaco Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dopo il sequestro della discarica di rifiuti di Albano. I sigilli sono scattati lo scorso venerdì a seguito di un'indagine della Guardia di Finanza. Si contesta al proprietario dell'impianto l'assenza di una fideiussione necessaria a garantire le operazioni post mortem (bonifica e capping) dell'invaso. Gli uffici regionali, è l'accusa, avrebbero rilasciato comunque le autorizzazioni. Gli inquirenti chiariranno i fatti ma nel frattempo per la Capitale si riaffaccia il rischio emergenza. Quindici giorni ancora di autonomia, potenziando gli altri siti fuori Roma, poi si dovrà trovare delle concrete alternative alla discarica dei Castelli. 

"I sigilli all'impianto, disposti dal Tribunale di Velletri, non ci sorprendono se consideriamo che i comitati civici recentemente avevano già mosso numerosi rilievi in Commissione Capitolina Ambiente" dichiara il consigliere capitolino di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo, presidente della commissione Trasparenza. "Dopo una campagna elettorale e un insediamento fatto di promesse sul superamento della cattiva gestione della giunta cinque stelle, l'operato del sindaco Gualtieri e del Governatore Zingaretti, anziché vedere una sinergia costruttiva tra due amministrazioni politicamente affini, si sta dimostrando una somma di titubanze e incapacità".

Anche gli esponenti di Fratelli d'Italia in Regione si scagliano contro i dem, schierandosi con i cittadini del territorio che da tempo si oppongono all'apertura della discarica. "La Procura ha messo una pietra tombale sull'ennesimo tentativo di prevaricazione con cui l'asse Gualtieri-Zingaretti, voleva scaricare sui cittadini della provincia, le conseguenze provocate dall'ormai decennale incapacità del Partito democratico di proporre soluzioni in materia di rifiuti" tuona il consigliere Giancarlo Righini. 

Stesse aspre critiche arrivano dalla Lega. "Se la responsabilità degli uffici regionali nella vicenda dell'autorizzazione senza i dovuti requisiti della discarica di Albano fosse confermata, così come ipotizzato dal gip del Tribunale di Velletri, si tratterebbe di un fatto grave, che per l'ennesima volta getterebbe un'ombra sulla gestione di un tema così importante quale quello dei rifiuti da parte di questa giunta regionale" dichiara in una nota il consigliere regionale salviniano Daniele Giannini. "Confidiamo nel solerte lavoro della magistratura per accertare qualsivoglia eventuale responsabilità, con la consapevolezza che ancora una volta nella popolazione del Lazio cresce il dubbio e il malcontento sull'operato delle amministrazioni targate Pd sul fronte rifiuti".

"Gualtieri chiuda il ciclo rifiuti"

Sull'urgenza di chiudere il ciclo rifiuti di Roma si concentra invece l'intervento della lista Calenda. "Siamo di fronte alla solita criticità: non avere impianti di proprietà pubblica sui quali esercitare un diretto controllo mette Roma in condizioni di costante vulnerabilità, come fosse appesa ad un filo. In questo caso il proprietario della discarica non ha dato la garanzia finanziaria, prevista per legge, per la sua successiva bonifica" scrive in nota il consigliere capitolino Francesco Carpano. "L'amministrazione Gualtieri e AMA devono subito dire alla città come intendono chiudere il ciclo dei rifiuti, che non può prescindere, numeri alla mano, da un termovalorizzatore e una discarica di appoggio a servizio della città. La città ha bisogno di risposte". 

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