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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Disabili, c'è l'assegno di cura ma il Comune esclude i gravi dei centri diurni: "Pronti al ricorso"

Il bonus arriva dal Governo ma è il Campidoglio che stila le graduatorie e stabilisce i criteri di esclusione. La denuncia delle Consulte per la disabilità

Un assegno di cura per le disabilità gravissime che esclude una fetta importante di disabilità gravissime. Con le famiglie tagliate fuori pronte a ricorrere ai giudici. E' dello scorso gennaio la delibera della giunta Raggi che ha dettato la linea per l'erogazione del bonus, sperimentale per un anno, arrivato dal Governo centrale e diretto agli affetti da varie forme di disabilità gravissima. Tra i 700 e gli 800 euro al mese a nucleo familiare. I municipi hanno individuato gli aventi diritto in collaborazione con le Asl. E le graduatorie sono arrivate dal dipartimento al Sociale. Chi vi è rientrato e con quali criteri?

La platea dei destinatari, sulla carta, è ampia. Dalle gravità a carattere sanitario - casi di Sla, demenza, lesioni spinali, coma vegetativo - a quelle legate alla disabilità in senso stretto, dalle compromissioni motorie da patologia neurologica a quelle sensoriali complesse, a forme di autosimo e ritardo mentale grave. Chiunque si trovi in condizione di dipendenza vitale h24. Ma, oltre alle normali valutazioni di tipo sanitario, secondo i criteri applicati da Comune e municipi rimane fuori anche chi già gode di un servizio di assistenza pubblico. Anzi, non di un qualunque servizio ma segnatamente dei centri diurni ex articolo 26, regionali, gestiti dalle Asl ma con una certo grado di autonomia nella scelta dei casi da accogliere, offrono un servizio semiresidenziale al mattino fino alle 14, al massimo le 16, solo nei giorni feriali e con progetti "a termine". Quanto basta per restare fuori dalle graduatorie per il bonus. 

Per ottenerlo si dovrebbe necessariamente lasciare il posto nel centro, ottenuto dopo grande fatica e attese di anni in lista. Ma per un caso definito gravissimo come Luca ad esempio, 26 anni, un'ischemia cerebrale che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, affetto da epilessia, quelle risorse in più farebbero la differenza. Non cammina e non parla, riesce solo a gridare. "E' ospitato 6 ore al giorno per quattro giorni la settimana in un centro ex articolo 26, ma non basta" raccontano i genitori, che preferiscono mantenere l'anonimato. L'assegno dell'amministrazione aiuterebbe a colmare il vuoto nella restante parte della giornata. 

"E' un criterio discriminante e inaccettabile, che non si è mai visto prima, arriva per la prima volta fuori dalle linee guida regionali e dalla delibera di giunta" denunciano otto consulte per i disabili di altrettanti municipi della città (IV, VI, VII, VIII, IX, XI, XII, XV), mettendo nero su bianco le criticità e inviandole in una nota all'assessore al Sociale Laura Baldassarre, al direttore del dipartimento Raffaella Modafferi, ai delegati della sindaca presso le Asl. 

"Se il principio è l’esclusione dal beneficio di chi già usufruisce di un servizio al di fuori dell’ambito familiare allora dovrebbero essere ricompresi anche altri diurni come quelli dei municipi" spiegano dalla consulta del municipio XI, Arvalia-Marconi. Certo, "un giusto equilibrio fra risorse a disposizione e possibile platea è necessario", ma lo è altrettanto "individuare criteri escludenti che siano trasversali e possano coinvolgere tutta la platea dei destinatari". E' previsto per oggi un tavolo di monitoraggio delle graduatorie stilate con la partecipazione degli attori in campo. Ma i rappresentanti delle consulte municipali non sono stati invitati. "Se non ci ascolteranno siamo pronti a fare ricorso in tribunale". 

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