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A Roma ancora un disabile bloccato in metro. E scoppia il caso politico

Sulla vicenda interviene anche la ministra per la Disabilita, Erika Stefani: "Grave lesione dei diritti fondamentali". Filtra l'indignazione della sindaca che intima ad Atac di intervenire

La metro di Roma non è un posto per disabili. In molte stazioni, scale mobili e ascensori funzionano a singhiozzo oppure sono fuori uso del tutto per manutenzione.

D'altronde è sufficiente scorrere la pagina del sito dell'Atac per rendersi conto che i trasporti pubblici non sono a disposizione di chi ha difficoltà motoria. In tutto gli impianti fermi per scadenza trentennale, per lavori o in attesa di collaudo, sono 48. Altri sono fermi per manutenzione o temporaneamente incassabili per i percorsi Covid di contingentamento.

Un ammissione di disservizio che la stessa Atac non nasconde, come del resto ha spiegato anche il direttore generale di Atac Franco Giampaoletti nella commissione Mobilità del 12 aprile: "Sono 186 impianti gli impianti fermi. Di questi 48 fermi per contingentamento flussi Covid (efficienti e regolarmente sottoposti a manutenzione ordinaria); 48 per fine vita tecnica - in sostituzione; 30 fermi in attesa di collaudi con enti; 60 per cause manutentive".

Disabile bloccato a Rebibbia

Ieri, ultimo episodio in ordine di tempo, un disabile è rimasto bloccato a Rebibbia, convinto di poter uscire, ha dovuto chiedere aiuto perché gli impianti erano appunto off limits. Sono dovuti intervenire operatori dell'Atac ma addirittura i vigili del Fuoco per dare assistenza all'utente bloccato.

L'azienda di trasporti, nel pomeriggio, ha raccontato la propria verità, spiegando perché quel "cliente" fosse rimasto bloccato a Rebibbia a causa del fermo degli ascensori, "fuori servizio per fine vita tecnica": "I lavori di sostituzione sono stati completati, ma sono necessari ancora i collaudi con gli enti per poter riaprire gli impianti. La notizia del fuori servizio è ospitata da tempo su tutti i media aziendali, e viene ripetuta ogni giorno per limitare il più possibile i disagi ai viaggiatori".

I disabili pirata assaltano Roma

I casi precedenti

Un "ve lo avevamo detto" che sa però di beffa se si scorrono i recenti precedenti. L'ultimo episodio, pochi giorni fa, alla stazione Battistini della Metro A, in quel caso l'ascensore era in funzione, ma spento per mancanza di addetti Atac con solo la presenza della sola vigilanza che, però, non è autorizzata ad azionare gli impianti.

A febbraio Dario Dongo rimase intrappalato a Termini a causa di un guasto. A settembre 2019 Luca Bruzzese era rimasto bloccato sulla metro C, la più nuova. E pochi giorni prima era successo lo stesso a Matteo Chittato, studente di Roma Tre che non aveva potuto nemmeno dare l'esame di spagnolo. 

"Grave lesione dei diritti fondamentali"

Disservizi che hanno anche invaso il campo politico. Sul tema è intervenuta infatti la ministra (in quota Lega) per la Disabilita, Erika Stefani: "Quel che sembra una piccola inosservanza, come in questo caso il mancato collaudo dell’ascensore, comporta per queste persone una grave lesione dei diritti fondamentali. Rivolgo un appello a tutte le aziende affinchè ci sia la giusta attenzione sul funzionamento degli impianti, perché i disservizi generati da inefficienza e burocrazia rischiano di impattare in maniera intollerabile sul diritto alla mobilità e all'accessibilità che un'azienda dei trasporti deve garantire".

La sindaca Virginia Raggi, dopo l'episodio di ieri, ha intimato Atac a riaprire tutti gli impianti (scale mobili e ascensori) rimasti chiusi fino a oggi per contingentare i flussi come previsto dalle norme anti-Covid. Per la sindaca sarebbe assolutamente impensabile continuare a mantenere fermi gli impianti di traslazione e sarebbe quindi necessario riattivarli tempestivamente per garantire agli utenti un servizio adeguato alla situazione attuale.

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