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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dimissioni, the day after: Marino corre per chiudere atti aperti. Tra i dem è già totonomi

Il sindaco ha ancora pieni poteri. L'esecutività delle dimissioni scatta tra 20 giorni. Obiettivo è quello di chiudere gli atti aperti. Il Pd intanto schiera le truppe per la tornata elettorale

La quiete dopo la tempesta. In Campidoglio il giorno dopo le dimissioni Marino arriva alle 10, utilizzando un ingresso secondario. La celebrazione di un matrimonio, quindi una lettura ai giornali e tornano gli umori di ieri. Non va giù in particolare la rappresentazione data da alcune testate di un sindaco che minaccia. Così a stretto giro arriva la nota con annessa notizia di querela. 
 
“Leggo su alcuni quotidiani", fa sapere Marino, "frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato. Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che nella giornata di ieri non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni pubblicate a firma di Giovanna Vitale su La Repubblica, frasi uscite sul Corriere della Sera  in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e  sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile".

Quindi il lavoro che fluisce come sempre. Chiudere le 'pratiche' ancora aperte in Campidoglio, portare a termine gli atti amministrativi per non farli decadere, con una particolare attenzione alle gare per il Giubileo che hanno tempi strettissimi: questi gli obiettivi del sindaco. Da quanto si apprende le dimissioni non sono state formalizzate. Fa sapere il Campidoglio: Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, formalizzerà le sue dimissioni dall’incarico nella giornata di lunedì 12 ottobre consegnandole nelle mani della presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio. In questi 20 giorni però i suoi potesi sono pieni e pertanto il sindaco intende lavorare e portare avanti i dossier aperti.

Se in Campidoglio si lavora, fuori già impazza la campagna elettorale. Salvini appare già ovunque. Marchini si dice pronto e la base dei grillini è in pressing su Alessandro Di Battista. Nel Pd almeno in apparenza regna il silenzio. Tacciono i padri padroni del partito romano Veltroni, Gasbarra, Zingaretti, Bettini. Renzi parla solo attraverso i suoi, salvo finire su tutti i giornali. Orfini è impegnato a far passare sui giornali il concetto che lui non ha affossato Marino e che è stato inevitabile mollarlo visti i gravi errori. Nessuno, almeno ufficialmente, pensa ai nomi. 

Di fatto però le truppe stanno iniziando a schierarsi e i nomi impazzano. Giachetti, Gentiloni, Moretti (l'ad di Finmeccanica) quelli che oggi impazzano sui giornali. Più facile invece dipingere l'orizzonte. Tra 20 giorni sarà nominato il commissario. In pole c'è il prefetto Gabrielli  che diventerà di fatto plenipotenziario in vista del Giubileo. C'è poi da decidere la data del voto. La paura è che la data cada durante il processo di Mafia Capitale, con inevitabile danno d'immagine per Renzi e per l'eventuale candidato. Anche questo potrebbe incidere sulla scelta del nome. E' possibile infatti che proprio pensando a questa eventualità si decida di scegliere una personalità dal mondo dell'antimafia. 

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