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Rifiuti, dai proclami al fallimento: a Roma differenziata al 46%, saltano i piani di Raggi

Dall’annuncio della differenziata al “70% entro il 2021” al bagno di realtà della neo assessora Ziantoni: “65% nel 2025”, ma in cinque anni l’incremento è stato solo del 3%

A Roma la stella dell’ambiente si è offuscata. Nella città senza impianti e in perenne emergenza rifiuti non decolla nemmeno la raccolta differenziata, ad oggi al 46%. Sulla questione tanti proclami, poca concretezza.

Rifiuti, nella Roma a Cinque Stelle differenziata flop

Si perchè durante la consiliatura a Cinque Stelle la differenziata a Roma è cresciuta solo di tre punti percentuali, dal 43% ereditato nel 2016 al 46,36% registrato nel febbraio appena trascorso. Il sindaco Marino fece il +23% in due anni e mezzo. Confronto impietoso. 

Lontano quel “70% nel 2021” promesso a più riprese dalla sindaca Raggi e dai suoi due primi assessori ad Ambiente e Rifiuti. "Sulla differenziata vogliamo subito da Ama l'attivazione delle utenze non domestiche, che ci creano un danno, e lì si arriva subito al 70% e oltre: noi vogliamo stanare le utenze non censite arrivare al 100% di differenziata, ma bisogna che Ama si svegli e faccia 'trottare’ le gare e i servizi" - diceva nel 2016 l’allora assessora Paola Muraro. Ancora oggi la raccolta delle utenze non domestiche è ben lontana dall’eccellenza. Come il resto d'altronde. “Differenziata al 70% entro il 2021” il mantra ripetuto pure dall’erede all’Ambiente, Pinuccia Montanari, in occasione della presentazione del "Piano per la riduzione e la gestione dei materiali post consumo". Tutto ancora fermo al palo.

Cosa ha fatto e cosa pensa di fare Roma per chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio territorio

Dal 70% entro il 2021, al 65% nel 2025: il Campidoglio abbassa l'asticella

Così il Campidoglio è stato costretto ad un bagno di realtà. Ad abbassare l’asticella sulla differenziata ci ha pensato la nuova assessora ai Rifiuti, Katia Ziantoni: “65% entro il 2025”, l’obiettivo dichiarato. Intanto i numeri parlano chiaro, nella Roma a Cinque Stelle la differenziata è stata un flop: nel primo semestre del 2020 addirittura scesa dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Poi la leggera ripresa. 

“I dati continuano a certificare il fallimento totale della giunta Raggi nella gestione dei rifiuti a Roma” - tuona Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. “La percentuale di differenziata addirittura scende rispetto all’anno precedente e, se la guardiamo negli ultimi quattro anni il risultato è un’incredibile crescita zero, in totale contrasto rispetto a quanto necessario, ma anche ad annunci e rendering che si sono susseguiti negli anni senza mai vedere nessun risultato. D’altro canto su tutto il fronte dei rifiuti nella Capitale stiamo vedendo il peggio: non c’è capacità impiantistica per gestire a Roma neanche un chilo di immondizia figurarsi oltre un milione e mezzo di tonnellate annue prodotte, con conferimento fuori ambito e sulla pelle di altri territori; si torna indietro di quindici anni con cassonetti-discarica che riprendono il posto del porta a porta in interi quartieri; nessuna nuova isola ecologica; nessun impianto per l’economia circolare a partire dai biodigestori anaerobici per l’organico, frazione che addirittura viene raccolta meno degli anni precedenti”. Legambiente chiede un’inversione di rotta per costruire un’idea di futuro della Capitale. “Porta a porta per tutti; la differenziata oltre il 70%, la tariffazione puntuale che oggi, con questi dati, non è minimamente ipotizzabile; 50 nuove isole ecologiche e biodigestori anaerobici, per la gestione di almeno 400mila tonnellate annue di rifiuto organico. Tutti questi impianti vanno fatti in ogni quadrante, con il recupero di spazi abbandonati e fatiscenti come per esempio può essere l’ex oleificio della Magliana o il residence Bravetta, operazioni in grado di trasformare positivamente i quartieri, attraverso la modernità e la tecnologia dell’economia circolare”.

Ama difende l'operato: "Differenziata al 46%, già +1% rispetto al 2020"

Dal canto suo Ama difende il lavoro fatto e saluta come un traguardo quella soglia del 46% di differenziata “superata per la prima volta” nel febbraio scorso. Pazienza se ci sono voluti quasi cinque anni. Mesi per far registrare il +1,08 . “Nei primi due mesi di quest’anno, inoltre, sono state raccolte e avviate a riciclo circa 120.600 tonnellate di materiali correttamente differenziati, con oltre 1.400 tonnellate in più rispetto al medesimo periodo del 2020. L’azienda - dicono da via Calderon de La Barca - sta profondendo il massimo sforzo per intercettare sempre maggiori quantitativi di materiali da avviare a riciclo, pur in una situazione contingente, per l’emergenza sanitaria da Covid-19, contraddistinta già dal primo semestre 2020 dalla forte flessione di turisti e pendolari in città, oltre alle limitazioni/chiusure prolungate delle utenze non domestiche. Un settore questo (in particolare ristoranti, attività di ristoro, bar, tavole calde, mense, ecc.), che incide in modo significativo sulle percentuali di raccolta differenziata, che per le utenze business romane si attesta stabilmente al 60%. In questa situazione, comunque, le famiglie romane hanno dimostrato grande sensibilità, incrementando i materiali correttamente separati conferiti attraverso le varie modalità di raccolta (cassonetti stradali e porta a porta). Che in un simile, complicato contesto, e all’interno - ammette Ama - di un ciclo dei rifiuti ripetutamente caratterizzato da incognite e incertezze la raccolta differenziata non diminuisca, ma anzi dia segnali di crescita è indizio del grande sforzo prodotto”. A Roma dai proclami di “differenziata al 70% entro il 2021”, quindi + 27% in cinque anni, a volare molto più basso e consolarsi con un misero +1.08% anno su anno, è un attimo. 

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