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Stadio della Roma, comitati in Procura: "Iter illegittimo. Giudici accertino il dolo"

Codacons e Tavolo della Libera Urbanistica tornano sulle barricate. E due denunce arrivano in Procura

"Il progetto dello stadio è illegittimo". E allora la fronda dei contrari deposita altre due denunce in Procura. L'inchiesta su presunti reati - dalla corruzione all'associazione a delinquere - commessi dai principali attori seduti al tavolo che ha dato il via libera alla costruzione dello stadio giallorosso, avallerebbe mesi e mesi di denunce portate avanti da comitati e attivisti cinque stelle della "base". Ora pronti a tornare sulle barricate contro l'opera di Tor di Valle, forti di un'indagine che se anche non ha accertato (per adesso) irregolarità procedurali legate all'iter autorizzativo del progetto, fornisce loro un tassello in più a suffragio della tesi sostenuta. 

"I pareri espressi e i vari step seguiti dall'amministrazione non rispettano la normativa. Lo abbiamo sempre sostenuto. Oggi è chiaro che c'è stato un dolo". Ne è convinto il presidente del Codacons Carlo Rienzi, mentre elenca in conferenza stampa, allo spazio Tiziano al Flaminio, quelli che a suo dire sarebbero illeciti palesi. Dalla nomina di Luca Lanzalone, l'avvocato genovese (ai domiciliari) portato in Campidoglio dai vertici del Movimento proprio per seguire da vicino la pratica stadio, trasformato dal nulla in funzionario pubblico di fatto, "senza che sia stata seguita la normativa". E poi, strettamente nel merito del progetto: "Il verbale uscito dalla conferenza dei servizi a dicembre (2017, ndr) non è mai passato dall'aula capitolina come invece prevede la normativa. E non contiene il progetto definitivo, quello con anche le prescrizioni attuate. Viola la legge sugli stadi del 2013". Osservazione quest'ultima che il Codacons ha già espresso al Tar, lo scorso marzo. Ora, aspettando le toghe amministrative, si rivolge a quelle ordinarie, perché venga accertato il dolo eventuale di Comune, Regione Lazio e Anac, alla luce dell'inchiesta in corso. 

Identico l'iter seguito dal Tavolo della Libera Urbanistica, altro acerrimo nemico dello stadio firmato Eurnova, società edile di Luca Parnasi, l'indagato numero uno, ora in carcere. "Questa mattina abbiamo depositato una denuncia ai magistrati". L'accusa è rivolta alla sindaca Raggi: abuso d'ufficio. "Stiamo parlando di un progetto irregolare, che non ha un computo metrico. Non sappiamo, ad esempio, quanto valgono le opere pubbliche in rapporto alle cubature concesse. Gli stessi lavori per la messa in sicurezza dell'area dovevano essere a carico del proponente prima di tutto il resto". Lo stesso Tavolo di architetti e professionisti, tutti militanti M5s della prima ora (con più di un pentito), attende il pronunciamento della Corte dei Conti su ancora un'altra denuncia presentata mesi fa. 

Insomma, le falle restano quelle già evidenziate in passato lungo l'iter che ha portato, lo scorso dicembre, all'approvazione del progetto in Conferenza dei Servizi. E i desiderata dei contrari sono chiari: annullare tutto, ripartire da zero e cambiare destinazione. Perché non all'Eur (area di fronte al Luneur), alla Fiera di Roma o allo Stadio Flaminio, tre valide alternative a Tor di Valle, secondo analisi e osservazioni dei denuncianti che mostrano addirittura qualche mappa. Il passo però è più lungo della gamba. E in Campidoglio le frasi ripetute da giorni lasciano intendere le volontà della giunta: "Stiamo verificando l'iter amministativo. Se tutto risulterà regolare, andiamo avanti". Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi affiancata dal dg dell'As Roma Mauro Baldissoni e lo ha ripetuto oggi l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori. Chissà che una sponda d'ascolto non arrivi invece dai grillini in regione. 

A fine conferenza, tra i tavoli dello spazio Tiziano, si affaccia anche Dino Giarrusso, ex Iena poi candidato alla Camera con il M5s (non è stato eletto), oggi responsabile della comunicazione pentastellata in regione. Si presenta al gruppetto dei componenti rimasti del Tavolo dell'Urbanistica, dice di voler capire se abbiano avviato o meno una qualche interlocuzione con la Regione e ascolta gli sfoghi di chi approfitta per ricordare: "Un tempo il Movimento parlava di trasparenza e partecipazione. A noi del tavolo non ci ha più ascoltato nessuno, da quando Raggi governa". Annuisce lo spin doctor della Faraona, approfittando per ribadire l'assenza di coinvolgimento dell'ex candidata presidente nell'inchiesta dei magistrati. Anzi, ricordando che ha allontanato qualunque manovra del costruttore Luca Parnasi di avvicinarla e intessere rapporti. Poi invita i presenti a contattarlo per iniziative varie ed eventuali. Forse un modo, tra le righe, per ricucire con gli ortodossi, i militanti della base che da tempo lamentano di essere stati messi all'angolo. In barba alla tanto sbandierata partecipazione dal basso. 

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