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Demolizione Tor Bella Monaca, Alemanno: "5 anni per la ricostruzione"

La ricostruzione del quartiere sarà progressiva e ad essere realizzate per prime saranno le nuove case popolari. Il sindaco chiederà il consenso ai cittadini. L'urbanista Cellini: "Annunci senza prospettiva"

Il quartiere romano Tor Bella Monaca verrà ricostruito in 5-6 anni al massimo. A dare l'annuncio è il sindaco di Roma Gianni Alemanno durante un intervento nel corso del programma televisivo "Cominiciamo bene estate". Nonostante le polemiche nate nei giorni scorsi il primo cittadino non cambia dunque idea. Nel quartiere periferico della Capitale, spiega Alemanno nel corso della trasmissione ci sono "case sovietiche" dove "piove dentro e c'é un degrado reale".

Secondo Alemanno "demolire e ricostruire le periferie non è un' eresia, lo si fa in tutte le parti del mondo e Tor Bella Monaca può essere il laboratorio di questa esperienza". La demolizione e la successiva ricostruzione sarà progressiva. Prima verranno costruite le case popolari nei quartieri limitrofi, che verranno assegnate anche agli abitanti di Tor Bella Monaca, e poi si procederà alla ricostruzione.

Il progetto, ha continuato il sindaco di Roma "è sostenibile da un punto di vista economico ma è chiaro che deve essere inserito in un piano casa. Non possiamo pensare di programmare il futuro di Roma con delle cisti urbane negative". Quanto agli abitanti del quartiere Alemanno ha precisato: "Non abbiamo mai pensato di calare questa decisione sulla testa dei cittadini. Andremo a Tor Bella Monaca, presenteremo questo progetto e cercheremo di avere il loro consenso".

Roberto Cellini, segretario Generale Fillea Roma e Lazio, così commenta quanto affermato dal sindaco: "Di nuovo un annuncio ad effetto da parte del sindaco di Roma che dice di voler demolire il quartiere di Tor Bella Monaca. Un annuncio senza progettualità o prospettiva (o forse potrebbe esserlo per qualche immobiliarista o costruttore?), che se pure pensato per rilanciare il settore delle costruzioni romano va nella direzione opposta, se non altro, ammesso che fosse realizzabile, per il solo fatto dei tempi di attuazione".

"Ci vorrebbe, da parte del sindaco - aggiunge Cellini- più moderazione e senso di responsabilità e dalla sua giunta comportamenti più trasparenti nell'assegnazione degli appalti nella conduzione dei cantieri e più realistici sullo sviluppo ordinato della città. Io penso che dovrebbero ripartire da una seria politica urbanistica e utilizzare gli strumenti che ci sono, a cominciare dal Prg, senza condizionamenti e pressioni corporative o lobbistiche che spingono per soluzioni derogatorie".

"Da parte nostra - conclude - nessun ostracismo a eventuali interventi anche radicali di riqualificazione urbana che produrrebbero anche occupazione attirando nel settore i nostri giovani, ma il suggerimento da parte di chi conosce il settore delle costruzioni e le periferie romane al sindaco è quello che decisioni di questo tipo vanno costruite con il consenso e il coinvolgimento di associazioni rappresentative di settore e dei cittadini romani".

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