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Centro, stop a fast food e minimarket: si lavora a una proposta di delibera

Sarà bipartisan e partirà dal testo del consigliere Pd Orlando Corsetti, già presentato durante la scorsa consiliatura. Coia (M5S): "Arriveremo a una proposta comune in commissione Commercio" 

Vietare l'apertura di nuove attività di tipo alimentare e souvenir nelle strade del centro storico già sature. E' l'obiettivo della proposta di delibera firmata dal consigliere comunale Pd, Orlando Corsetti, arrivata ieri sul tavolo della commissione Commercio, presieduta da Andrea Coia (M5S), alla presenza dei funzionari dell’ufficio Città storica del dipartimento Urbanistica del Campidoglio e di alcuni rappresentanti delle categorie produttive.

Da via dei Coronari a Borgo Pio, da via degli Avignonesi a via delle Muratte, le zone che meritano di essere tutelate e messe a riparo da un tessuto commerciale di sempre più bassa qualità sono tante. E il provvedimento vorrebbe andare nella direzione di modificare le normative vigenti per commercio e artigianato nel perimetro della Città storica di cui alla delibera di Consiglio comunale numero 35/2006. 

La proposta di Corsetti, datata gennaio 2015 e ora riproposta, "vieta di aprire nuove attività di tipo alimentare e di vendita di souvenir in comparti storici saturi oltre ogni limite - ha spiegato l’esponente dem - Strade come via dei Coronari, via degli Avignonesi, via delle Muratte o Borgo Pio sono sempre meno riconoscibili e degradate dalla presenza strabordante di negozi di souvenirs e di food veloci. E’ l’unico modo per fermare questa spropositata presenza nelle aree tutelate". Tra i quartieri da tutelare, "oltre la zona storica sono stati inseriti anche l’Esquilino, alcune aree di Prati e Trionfale e San Lorenzo". 

Anche perché, ha concluso Corsetti, "leggendo le polemiche sull’apertura di un McDonald’s a Borgo mi sembra che da parte dell’opinione pubblica ci sia disponibilità ad affrontare questi temi quindi momento di metterci mano. Mi sono già arrivate indicazioni, ora la delibera è a disposizione di cittadini, associazioni e commissione Commercio, se ma fosse passata a gennaio 2015, quando l’ho presentata, in questi rioni ci saremmo risparmiati centinaia e centinaia di aperture di attività di food".

Apertura favorevole da parte del presidente grillino Coia. "Se si deve mettere mano al tessuto produttivo di Roma non si può non pensare anche alle attività storiche - ha dichiarato - noi ci siamo già espressi sulla Bolkestein, la liberalizzazione non è qualcosa che va bene per tutto visto che ha distrutto interi tessuti in alcune città. Dobbiamo riflettere, studiare e poi legiferare in maniera tale da preservare il tessuto storico della città di Roma e non solo quello del I Municipio. L’idea è quella di fondere la proposta di Corsetti con quella di delibera Tronca e farne un’unica proposta di commissione e portarla avanti. Il tema è: quali attività rappresentano la volontà di tutela da parte del cittadino, i servizi, il decoro o entrambi? Secondo me la terza. Cominciamo già a ragionare - ha concluso il presidente della Commercio - sull’ampliamento delle vie in cui interdire l’apertura di nuove attività".

LE TAPPE DELLA DELIBERA

Il primo firmatario Corsetti ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla sua proposta: "Il legislatore si era posto l’obiettivo di tentare di tutelare alcuni quadranti della nostra città, quei quadranti dove la presenza della movida e del turismo hanno portato a una modifica sostanziale del tessuto commerciale con l’espulsione degli artigiani e, non dando più servizi alla comunità, anche alla conseguente espulsione dei nuclei familiari storici. Si è arrivati ad avere solo attività legate al food o ai souvenir".

Poi nel 2006 "vengono inserite dal legislatore tra le attività tutelate le cosiddette attività di vicinato, come alimentari e artigianato, a esclusione di carrozzerie, gelaterie artigianali, pizzerie al taglio e rosticcerie. Ma dal 2006 è talmente forte la spinta a quel tipo di business che ci si inventa di tutto pur di poter aprire, quindi si faceva richiesta di apertura di gastronomia calda e fredda invece che di rosticceria per aggirare il problema". Nel 2010 "c’è poi un’altra norma: il Consiglio dichiara sature quelle aree dei quadranti e dice che non si possono più aprire attività. Così si arriva alla situazione di oggi e alla mia proposta, che era stata già vagliata ed approvata dalla commissione Commercio capitolina nella scorsa consiliatura". 

(Fonte Agenzia Dire)

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