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Via i punti dalla patente anche ai ciclisti: la protesta dei bikers romani

Il 48 dell'articolo 3 prevede sanzioni sulla patente anche per chi commette infrazioni in bici. L'associazione BiciRoma: “ Prima di punire i ciclisti si dovrebbe creare un sistema viario a loro dedicato”

Il decreto sicurezza approvato la settimana scorsa in Parlamento non fa paura solo per le ronde. Anche una categoria apparentemente lontana dai problemi della sicurezza verrà toccata dal decreto: i ciclisti. Colpa dell'articolo 3, comma 48 del decreto in cui si prevedono sanzioni amministrative per gli automobilisti che violano le norme del codice della strada.

Anche per i ciclisti ci sarà la decurtazione dei punti dalla patente, ed anche la sospensione, revoca o ritiro a seconda della gravità dell'infrazione commessa e degli effetti prodotti. Sanzioni che invece non si applicano a chi non ha la patente.

Si legge nel comma: "Se il conducente è persona munita di patente di guida, nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida. In tali casi si applicano, altresì, le disposizioni dell'articolo 126-bis".

A Roma protestano i ciclisti dell'associazione BiciRoma: “Prima di punire i ciclisti si dovrebbe creare un sistema viario a loro dedicato, complementare a quello degli altri utenti della strada ed invece così non è. E non ci venissero a dire che lo faranno con i soldi delle multe, perchè di altri fondi ce ne sono oggi e ce ne sono stati in passato, ma vengono usati per altro”.
Nella Capitale i chilometri di ciclabile invece di diminuire stanno diminuendo: “Da un anno a questa parte i km ciclabili stanno diminuendo anziché aumentare, che ha quattro pezzi di ciclabile pure scollegati”.

BiciRoma incalza quindi il Governo: “Anche se siamo una realtà locale ci permettiamo di ricordare al Governo ed al Parlamento che ci sono norme da anni disattese che avrebbero dovuto dare infrastrutture e soldi per costruire le infrastrutture per l'utenza ciclistica ma chissà che fine hanno fatto. I nostri politici cercassero di far attuare quelle leggi e di favorire la mobilità ciclistica e sostenibile anziché penalizzarla oltremodo come accade oggi”.

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