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Debito pubblico, Udicon: "Rendere chiaro il contributo da parte dei cittadini"

"Italiani stanchi di dover pagare, soprattutto quando si è ormai diffusa la consapevolezza che tale necessità è legata ad errori e oserei dire orrori"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

I termini per il pagamento dell'IMU si avvicinano inesorabilmente, e gli italiani si troveranno a dover fare i conti con uno dei pagamenti meno sopportati e più discussi tra le (numerose) tasse che costringono i cittadini a destreggiarsi con sempre maggiori difficoltà tra le insidie della crisi economica. A tal proposito, a fronte dell'obbligo di accettare tale iniziativa, il Presidente Nazionale Udicon, Denis Nesci, lancia una proposta particolare, che permetterebbe forse di inquadrare tale pagamento in maniera differente:

"Gli italiani sono sicuramente stanchi di dover pagare, soprattutto quando si è ormai diffusa la consapevolezza che tale necessità è legata ad errori e oserei dire orrori, a livello economico, commessi da chi dovrebbe garantire il benessere dei cittadini; detto questo -aggiunge Nesci- forse si potrebbe lavorare sulla certezza della destinazione di questi fondi, perché assicurare la massima trasparenza possibile per quel che concerne l'attività pubblica sarebbe di certo auspicabile e, quantomeno, potrebbe alleviare il malcontento generale che serpeggia tra la popolazione".

Il problema della poca chiarezza riguardo a numerose attività pubbliche è percepita come un autentico tallone d'Achille nel rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni, per cui indubbiamente un'iniziativa modellata sul principio descritto dal Presidente Nazionale Udicon potrebbe avere un impatto diverso e, sebbene accettata a malincuore, potrebbe risultare comunque più equa agli occhi di famiglie, pensionati e lavoratori del nostro Paese. Il Presidente Nesci però non si limita a suggerire una possibile direzione da seguire, ma fornisce un indirizzo concreto lungo il quale sarebbe possibile condurre il Governo, al fine di raggiungere un punto di accordo con i cittadini.

"L'idea che ci proponiamo - prosegue Nesci- è quella di utilizzare le risorse programmate in entrata attraverso il versamento per l'IMU, e stimate intorno ai 21 miliardi di euro, per mezzo di due canali: il primo è la quota riservata ai Comuni che, secondo quanto stabilito, dovrebbe essere pari a 12 miliardi di euro, e che sarebbe funzionale a dotare le Amministrazioni Comunali delle risorse necessarie all'erogazione di una vasta gamma di servizi ai residenti; il secondo, invece, prevede di destinare i restanti 9 miliardi di euro al risanamento del debito pubblico, permettendo ad ogni italiano di contribuire in maniera concreta ed inequivocabile a tale finalità. A tal proposito sarebbe necessario che il gettito previsto venisse esplicitamente indirizzato a tale obiettivo, e che la dicitura di questa tassa fosse "Contributo per acquisto percentuale debito pubblico", senza che ci sia possibilità di spendere tale denaro per altri obiettivi: in tal modo si darebbe un senso di continuità con l'importanza sovrana assegnata a questo scopo, esigenza peraltro sottolineata in continuazione -conclude il Presidente Nazionale dell'Unione per la Difesa dei Consumatori- dalle stesse Istituzioni ogni qualvolta emerga una nuova tassa che spinga a chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini".

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