Le liti M5s irrompono in aula: scontro tra grillini, De Vito ritira la delibera. Così Roma rinuncerà al Forum Sviluppo
Ennesime frizioni durante il Consiglio comunale. De Vito: "Con emendamenti maggioranza delibera snaturata"
Niente Forum Sviluppo 2030-2050. Roma poteva dotarsi di un organo innovativo, di una sede di confronto permanente tra forze sociali, società civile, ordini professionali e Campidoglio, dotato di un consiglio direttivo, di comitati tecnici e di laboratori tematici sulle materie fondamentali per la rinascita della città. Una sorta di masterplan con obiettivi di sviluppo che guardavano ai prossimi 30 anni, da presentare all'interno di un grande Forum internazionale. E invece non se ne farà di nulla. La ragione? L'ennesimo scontro interno tra Cinque Stelle andato in scena ieri durante una seduta di Consiglio comunale. Capiamo meglio.
Cosa è successo in aula
Il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito (M5S) è stato costretto a ritirare la proposta di delibera a sua firma, inerente il suddetto progetto sul Forum, dopo l'approvazione di alcuni emendamenti della sua stessa maggioranza. Uno su tutti quello oggetto di divisione, con all'interno una modifica alla carica del presidente del Forum, non più da riservare alla figura super partes del presidente dell'Aula ma ai soli esponenti di maggioranza e togliendo ogni spazio di rappresentanza alle opposizioni nel consiglio direttivo. Modifiche rispetto alle quali gli uffici avevano espresso parere negativo.
A votare a favore dell'emendamento incriminato sono stati i consiglieri pentastellati Ardu, Chiossi, Coia, Di Palma, Diaco, Diario, Donati, Pacetti, Paciocco, Simonelli, Spampinato, Stefano, Sturni, Terranova e Zotta, mentre Penna si è astenuta e Allegretti, Bernabei, Ficcardi e Guerrini non hanno partecipato alla votazione, concorrendo però comunque alla formazione del numero legale.
Le ragioni di De Vito
"Dopo l'approvazione in Aula di un emendamento con un parere negativo degli uffici e che quindi l'amministrazione ritiene illegittimo, nocivo e tossico ma invece viene inserito in delibera, comunico che ritiro dall'ordine dei lavori odierno la proposta talchè se andassimo a votarla sarebbe inficiata da una norma illegittima" ha spiegato De Vito intervenendo in Assemblea. Oltre a quello approvato "ci sono anche altri emendamenti con pareri negativi, anche peggiori, che fanno venire meno il senso e l'imparzialità di questa proposta e il giusto livello di rappresentanza. Alcuni di questi emendamenti, come ciliegina su questa torta di illogicità, richiamano anche la norma sbagliata, come quello sulla nomina dei consiglieri in seno al Consiglio direttivo da parte dell'Aula che però fa riferimento alla modalità di votazione delle commissioni".
A questo punto, ha sottolineato il presidente, "io stesso non voglio votare la mia delibera, che ora è stata inficiata da una norma ritenuta nociva e tossica dall'amministrazione: lo faccio a tutela non solo del mio nome, ma anche e soprattutto dell'ente. Dispiace - ha concluso De Vito - perchè era un progetto innovativo, come riconosciuto da tutte le forze politiche".
Le ragioni dei consiglieri
A spiegare le ragioni degli emendamenti presentati pensa poi il consigliere capitolino del M5S e presidente della commissione Commercio, Andrea Coia. "La maggioranza ha fatto un lavoro approfondito che - con emendamenti importanti - aveva migliorato la proposta per riportarla a quello che doveva essere uno strumento a supporto del governo della città. Uno strumento democratico con l'elezione in Assemblea capitolina di presidente e vicepresidente del Forum, con la partecipazione dei direttori tecnici dei dipartimenti e di altri soggetti importanti".
E ancora: "La presidenza del Forum avrebbe potuto essere affidata a qualunque consigliere e non obbligatoriamente al presidente d'Aula come previsto nella delibera presentata dallo stesso Presidente. All'approvazione dell'emendamento che sanciva questo principio democratico il proponente ha deciso di ritirare la delibera. Non potevano mancare ovviamente le opposizioni che hanno fatto interventi senza senso dovuti forse al fatto che non avevano compreso attentamente la proposta così come emendata" ha concluso Coia.
D'altronde che la proposta fosse foriera di scontri interni lo si sapeva da tempo. I consiglieri Andrea Coia, Enrico Stefàno e Angelo Sturni avevano già messo il loro veto mesi fa durante il voto in commissione capitolina. Un volta faccia improvviso, motivo per cui De Vito li aveva segnalati con un esposto al collegio dei probiviri. E lo stesso capogruppo Giuliano Pacetti aveva tolto la sua firma dalla delibera mandando su tutte le furie il presidente del Consiglio comunale. Anche perché la delibera, lo ricordiamo, era già stata presentata alla stampa insieme alla sindaca Virginia Raggi (che la apprezzava nella sua versione originaria) nel 2019 e passata indenne dai pareri, favorevoli, degli uffici tecnici.