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De Magistris e Varoufakis al Baobab: "Lanciamo il movimento delle città ribelli"

Il sindaco di Napoli parla alla Capitale dal luogo che nelle ultime settimane è sorto a simbolo dell'accoglienza: l'ex centro Baobab di via Cupa. Ieri pomeriggio l'incontro tra le tende dei rifugiati

Torna a strizzare l'occhio a chi, come lui, ha vinto scalzando le realtà di partito: "Auguro buon lavoro a Virginia Raggi. Spero che tra Napoli e Roma ci possa essere un rapporto di fattiva collaborazione". Poi, insieme all'ex ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, lancia "il movimento delle città ribelli", un'onda anomala che parte dal basso, una nuova "autodeterminazione dei popoli", una rete di realtà urbane dove i cittadini sono al centro dei processi decisionali. Luigi De Magistris parla alla Capitale dal luogo che nelle ultime settimane è sorto a simbolo dell'accoglienza: l'ex centro Baobab di via Cupa. Ieri pomeriggio l'incontro tra le tende dove dormono decine di rifugiati transitanti che passano dal Paese. 

L'ex leader greco parla di Europa, quella dei popoli e non della finanza, quella che "si sta disintegrando". "Dobbiamo salvarla mettendo il demos nella democrazia - dichiara tra la folla - non ci arrenderemo alle sirene del silenzio, disobbediremo. Creeremo un'agenda pan-europea, creeremo una rete di città e governi. Stabilizzeremo rovesciando l'austerità con un new-deal. Non è un progetto per esperti ma per cittadini". Invita alla "disobbedienza" perchè "c'è un'alternativa". E il primo cittadino del capoluogo partenopeo lo segue. 

"A Napoli qualche giorno fa abbiamo vinto contro tutti, siamo forti. Napoli è più di un laboratorio, quello lo era cinque anni fa. In questi 5 anni hanno fatto di tutto per farci crollare, al primo turno hanno schierato di tutto contro di noi: il presidente del Consiglio, il Governo, i ministri, il Pd, FI, il centrodestra, anche il M5S e, ovviamente, la camorra dei colletti bianchi. Oggi Napoli è un progetto politico: Napoli città autonoma e città rifugio". 

E ancora: "L'autodeterminazione non è populismo, è dare potere al popolo. Napoli è una città che ha mantenuto queste mani pulite, in un Paese in cui dilagano corruzione e mafia nel dibattito di questi giorni sembra che a Napoli non si sia votato. Sembra che i cittadini siano passati davanti all'urna e hanno anche sbagliato di votare, sembra che io sia sindaco per sbaglio".

Tornando al Baobab e al tema delle migrazioni: "Se qualcuno si prende cura dei rifugiati e dei migranti, e apre il cuore a chi soffre, non dev'essere sgomberato ma sostenuto". "Da quando sono sindaco di Napoli- ha rivendicato - non si fanno sgomberi. Quando ci sono persone che si occupano di spazi abbandonati e lo fanno non per uso privatistico ma per il bene comune non stanno occupando ma liberando un pezzo di città". A Roma invece gli sgomberi si sono fatti e si fanno, anche in via Cupa dove pochi giorni fa, in pieno clima elettorale, pattuglie della Polizia hanno sgomberato parte della tendopoli allestita dai volontari per far fronte all'emergenza migranti. Ma l'accoglienza, quella dal basso, resiste. "Da qui non ci muoviamo, resteremo fino all'ultimo rifugiato"


 

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