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Sfratti, numeri in calo per il 2017: ma 8 famiglie al giorno hanno perso casa

Unione Inquilini diffonde i dati del ministero dell'Interno relativi al 2017

Immaginate un palazzo con una cinquantina di appartamenti svuotarsi ogni settimana. Famiglie con mobili e valigie uscire con le forze dell’ordine fuori dalla porta. Nella capitale, rispetto alla cifra record del 2016, cala il numero degli sfratti eseguiti nel 2017 ma la situazione resta quella descritta: secondo i dati raccolti dal ministero dell’Interno, e diffusi dal sindacato Unione Inquilini, sono 2927 gli sfratti eseguiti con la forza pubblica nel 2017, circa 8 al giorno, 56 a settimana. Un palazzo. E ancora. 4754 le nuove sentenze per ‘morosità’ emesse a Roma, oltre 13 al giorno, 1361 sul territorio provinciale; 175 per ‘necessità del locatore’; 331 per ‘finita locazione’. Totale di nuove sentenza e Roma e provincia: 6700. Il tutto senza dimenticare che i dati sono incompleti. 

“Nonostante il calo, Roma mantiene un trend molto alto di sfratti per morosità” commenta Massimo Pasquini, segretario generale di Unione Inquilini. “Un segnale negativo che indica che la povertà è il problema principale: le famiglie non riescono a sostenere i prezzi dettati dal mercato privato, anche là dove riscontriamo un aumento degli alloggi a canone agevolato. Questo significa solo una cosa: servono case popolari”. 

Ai numeri indicati dal ministero dell’Interno, ricorda ancora Massimo Pasquini, “non dobbiamo poi sommare gli sfratti che vengono eseguiti senza forza pubblica, non conteggiati in questi dati, le famiglie che hanno perso casa perché non riuscivano più a pagare il mutuo, gli sgomberi delle case popolari occupate, dei palazzi occupati”. Numeri alti, che ci restituiscono “una situazione drammatica”. 

Rispetto al 2016, si registra un calo nel numero degli sfratti. Calo del 5,53 per cento nel numero totale degli sfratti, 6700 nel 2016 rispetto ai 7.092 del 2016. In calo anche rispetto al 2015, quando ammontava a 7274 e nel 2014 quando questo dato raggiungeva quota 8264. La principale motivazione resta la 'morosità' con 4754 sentenze emesse per questo motivo. Nel 2016 erano 5025 nella sola capitale, nel 2015 erano 5233. 

In questo quadro, “brilla l’assenza di politiche abitative mentre il Governo, i comuni e le regioni continuano ad inseguire l’emergenza abitativa sprecando risorse immani che producono altra emergenza” continua Massimo Pasquini. “Gli sfratti sono la diretta conseguenza dell’azzeramento dei contributo affitto per tutto il 2018, mentre si prevedono solo 10 milioni di euro nel 2019 e nel 2020, ma anche della completa assenza di politiche abitative che possano affrontare la questione sfratti dal punto di vista strutturale. Si continua a pensare che la questione sfratti sia solo una questione di ordine pubblico ma così non è”.

Da qui l’appello al neo ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli: “E’ necessario sempre più che si attivino politiche di recupero e riuso fini abitative dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico e privato in modo che aumenti l’offerta di alloggi a canone sociale. Purtroppo nel contratto di Governo e nelle dichiarazioni programmatiche la questione abitativa è stata completamente omessa. Abbiamo chiesto un incontro ricordandogli che tra le sue deleghe figurano anche le politiche abitative”. 

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