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Mafia Capitale, un errore nell'intercettazione alleggerisce la posizione di Ozzimo

Per l'ex assessore la Procura di Roma ha chiesto due anni e due mesi per corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio. Cade invece la corruzione per asservimento della funzione. Nella trascrizione di una intercettazione mancava una 'n'

Due anni e due mesi per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. E' la richiesta avanzata lunedì dalla Procura di Roma nel processo con rito abbreviato, parte dell'inchiesta mafia capitale, nei confronti dell'ex assessore alla Casa della giunta Marino Daniele Ozzimo. Una 'n' di meno, non trascritta nelle intercettazioni ma 'ripescata' dai legali di Ozzimo, salva invece l'esponente Pd dall'accusa di corruzione per asservimento alla funzione. 

L'INTERCETTAZIONELo spiega Il Tempo che riporta come i legali dell'ex assessore hanno chiesto che venisse riascoltata, nel corso dell'udienza davanti al gup, un’intercettazione di Salvatore Buzzi del 29 luglio 2014. Secondo i difensori di Ozzimo in una frase utilizzata come 'prova' pronunciata dal ras delle cooperative, "Gli unici seri lì che pigliano i soldi so’ Ozzimo", mancherebbe una 'n'. Una sola lettera che però capovolge il senso della frase. Il Tempo riporta parte della memoria di Luca Petrucci, avvocato dell'esponente Pd: "In realtà dall’ascolto diretto dell’intercettazione si sente come Buzzi parlando in dialetto dica 'Gli unici seri lì che n’pigliano soldi so’ Ozzimo'". E "ieri" continua Il Tempo "dopo il riascolto in aula, i pm Cascini, Ielo e Tescaroli hanno convenuto: impossibile, nel dubbio, sollecitare una condanna per il reato specifico". La versione era comunque anche stata confermata da Salvatore Buzzi nel corso di un interrogatorio lo scorso 26 giugno quando dichiarò che Ozzimo non prendeva soldi. 

ALTRI IMPUTATI - Nell'ambito del medesimo procedimento, che si tiene davanti al gup Alessandra Boffi, l'ufficio della pubblica accusa ha sollecitato la condanna anche dell'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari. Per lui sono stati chiesti 2 anni e 3 mesi. Chiesti due anni e due mesi anche per Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine e per Paolo Solvi, collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone, per il quale la richiesta di condanna è di 3 anni e 6 mesi. Per tutti l'accusa è quella di corruzione. La decisione del giudice è attesa per il 21 dicembre prossimo.

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