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Zingaretti "ridimensiona" il suo assessore D'Amato: sulle mascherine obbligatorie sfiorata la lite

Da tecnico taciturno e poco noto D'Amato punta a costruirsi un nuovo profilo politico e troppo spesso non si allinea al Governatore. Da qui screzi e tensioni. L'ultimo sull'ordinanza per le mascherine

"Sulla mascherine non è prevista nessuna ordinanza". Così Nicola Zingaretti è stato costretto a frenare il suo assessore. Ieri un post su Facebook del governatore del Lazio ha ridimensionato i termini del tutto e messo a tacere le polemiche: non è previsto nessun ulteriore dispositivo di legge anti coronavirus che obblighi a coprirsi naso e bocca all'aperto. A lanciare l'ipotesi come già allo studio, con toni quasi minacciosi verso chi si accalca nelle piazze della movida notturna sprezzante del rischio contagio ancora presente, il titolare alla Sanità Alessio D'Amato. Non nuovo da inizio emergenza a uscite fuori dalle righe che poi il presidente della Regione è costretto a rettificare. 

"Se non mettete le mascherine saremo costretti a richiudere" aveva detto a commento dei continui assembramenti segnalati e denunciati ovunque a Roma. E ancora: "Rischiamo di finire come in Catalogna". Il Lazio come la Regione spagnola dove proprio a causa delle resse notturne i casi di covid sono tornati ad aumentare. Un parallelo azzardato, che ha subito fatto montare le polemiche specie dalla parte delle attività produttive, sproporzionato rispetto ai soli sei casi registrati nelle ultime 24 ore. Giudicato eccessivo, secondo fonti qualificate consultate da RomaToday, dallo stesso Zingaretti. Un exploit non concordato con nessuno quello di D'Amato, che avrebbe innervosito non poco il segretario dem. 

"Le ordinanze non le fanno gli assessori" avrebbe commentato il segretario dem rimettendo D'Amato al suo posto prima di intervenire poi pubblicamente con le precisazioni su Facebook. Anche perché nulla era stato nemmeno accennato tra i due sulla possibilità di ulteriori obblighi per i cittadini. D'altronde non è la prima volta che accade. Non è la prima lite tra i due attori istituzionali principali nella gestione dell'emergenza. D'Amato, raccontano i ben informati, tende a pesare poco le parole. Zingaretti, posato e calcolato, pesa pure le virgole. D'Amato, sconosciuto al grande pubblico prima del covid, si è costruito un profilo politico nei mesi dell'emergenza. Zingaretti, da leader nazionale, è stato impegnato su più fronti. 

D'Amato da tecnico taciturno si è ritrovato catapultato nella gestione di un'emergenza senza precedenti, volto di riferimento specie nelle settimane che hanno visto Zingaretti costretto a casa contagiato dal virus. Al posto del Governatore ma spesso non allineato a livello comunicativo, nè con lui nè con il suo braccio destro, suo vice, Daniele Leodori, chiamato spesso a gestire gli affari importanti alla Pisana da quando il Governatore è anche segretario del Partito democratico.

Di screzi tra lui e il duo Zingaretti-Leodori si racconta in relazione al "giallo" delle mascherine fantasma, quelle ordinate in piena emergenza dalla ditta Ecotech srl e in buona parte mai arrivate. Uno scivolone che catalizzò per giorni l'attenzione mediatica durante il periodo di picco dei contagi, facendo innervosire D'Amato, nel frattempo impegnato a passare il messaggio: nel Lazio è tutto sotto controllo.  

Insomma, l'assessore "va per i fatti suoi", commentano negli uffici di via Cristoforo Colombo. Voce fuori dal coro, difficile da prevedere e pronto, secondo molti, a lanciarsi verso un qualche obiettivo elettorale. Chissà forse proprio il governo della Regione. 

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